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La rivoluzione siamo noi: a Piacenza la mostra dedicata al collezionismo italiano contemporaneo

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La rivoluzione siamo noi: a Piacenza la mostra dedicata al collezionismo italiano contemporaneo

Tomas Saraceno

di Daniela Bozzani

A Piacenza il palazzo dell’ex-Enel, dopo una attenta opera di restauro, è stato trasformato nel nuovo centro culturale della città. XNL Piacenza Contemporanea diventerà il luogo per raccontare il tempo presente e dialogare nel contempo con i capolavori italiani dell’Ottocento e del primo Novecento, raccolti nell’adiacente Galleria Ricci Oddi.

Illja Kabakov

La Rivoluzione Siamo Noi

La rivoluzione siamo noi è il titolo della rassegna che inaugura lo spazio della Fondazione di Piacenza e Vigevano. La mostra, curata da Alberto Fiz, è interamente dedicata al collezionismo italiano contemporaneo. Nella piacevole cornice museale le oltre 160 opere scelte tra 18 collezioni d’arte, tra le più importanti d’Italia, indagano trasversalmente movimenti, stili e tendenze della contemporaneità. Come dichiara il curatore, Piero Manzoni, Alberto Burri, Marina Abramovic, Andy Warhol, Bill Viola sono solo alcuni degli importanti artisti, scelti per analizzare la figura del collezionista inteso come mecenate del Terzo Millennio. Per Fiz “il collezionista non è un semplice acquirente di opere d’arte ma, con le sue scelte, assume un ruolo da protagonista nella vita pubblica”. Il titolo della mostra prende spunto dalla installazione di Maurizio Cattelan dove l’artista si appende a un gancio con gli abiti di feltro di Joseph Beuys che, nel 1972, realizzò un’opera dallo stesso titolo di forte impronta politica.

Giorgio Morandi

Una Collezione delle Collezioni

La mostra La rivoluzione siamo noi vuole documentare il fenomeno del collezionismo attraverso le vicende di oltre cinquant’anni. Ne emerge un grande affresco collettivo, che consente al visitatore di entrare in uno straordinario museo privato e ricco di sorprese. L’idea era di proporre una ricerca che coinvolgesse protagonisti classici come Lucio Fontana, Fausto Melotti, Robert Rauschenberg, Mario Merz, Gerhard Richter e Michelangelo Pistoletto affiancati dal meglio della realtà più recente con artisti quali Ghada Amer, Roberto Cuoghi, Urs Fischer, Zanele Muholi e Sislej Hhafa, che con la sua inquietante Barka invita a una riflessione sul tema dell’immigrazione e l’accoglienza.

Alessandro Mendini

La rivoluzione siamo noi: otto sezioni tra spettacolarità e intime emozioni

La Complicità tra collezionista e artista si esplicita attraverso una serie di “ritratti-dediche”: dalle immagini di Helmut Newton e Thomas Struth alla elaborazione fotografica della poltrona di Alessandro Mendini, dalla superficie specchiante di Michelangelo Pistoletto alla scultura in lapislazzuli di Barry X Ball. Ritratti seri o ironici, poetici o conturbanti ma tutti intrisi di “complicità”. Le Domestiche alterazioni trasformano arredamento e cibo con effetti paradossali, come negli scovolini per la polvere di Pino Pascali che diventano Bachi da Setola o nella Sedia Antropomorfa di Armando Testa che perde la funzione di oggetto nel semplice accavallamento delle gambe. Rovesciare il Mondo prende spunto dall’opera di Lara Favaretto. Questa sezione di La rivoluzione siamo noi spazia dalle questioni sociali della già citata Barka a quelle più politiche della denuncia degli orrori della guerra nei Balcani di Marina Abramovic, alle istanze sul cambiamento climatico con l’Orso di Katya Novitskova.

Sislej Xhafa

Il filo rosso tra ricerca dei collezionisti e indagine degli artisti

La sezione Enigma svolge questo filo rosso tra Giorgio de Chirico e Giulio Paolini, tra Gino de Dominicis ed Emilio Prini con i suoi Oggetti a scomparsa totale. E ancora tra i percorsi concettuali di Joseph Kosuth e le icone luminose di Dan Flavin. Fa parte del mistero insondabile lo spazio metafisico di Anish Kapoor e il puzzle tridimensionale di Ahmet Ögüt dove i personaggi, a grandezza naturale, possono essere spostati dagli spettatori. Il filosofo sociologo Jean Baudrillard scriveva, nel pamphlet che dà il nome alla sezione L’altro visto da sé: “Ciò che conta per noi è di far la prova della nostra esistenza”. Dalla bambola minacciosa e tetra di Cindy Sherman alle lacrime perpetue della donna ritratta da Bill Viola fino alle malinconiche dive hollywoodiane di Francesco Vezzoli, si va incontro ad una indagine sul soggetto e la sua ridefinizione.

Shirin Neshat

Controllare il caos

Questa sezione di propone modelli linguistici differenti, con l’elemento unificante di esprimere l’energia vitalistica insita nella materia, attraverso un’azione, di volta in volta, differente. Così Daniel Burren libera l’immaginazione di chi guarda attraverso uno strumento visivo ripetuto, mentre Lucio Fontana oltrepassa i limiti della pittura in una tensione continua verso l’infinito. Tomás Saraceno che pone il suo scenografico giardino aereo sullo scalone centrale introduce alla sezione Esplorazioni. Il Viaggio, l’eterea e lirica scultura di Fausto Melotti, il Nido Cosmico di Nicola de Maria o l’installazione site specific di Giuseppe Penone, Propagazione, propongono una serie di riflessioni sul nostro “stare al mondo”. Attraversando i mappamondi di Roberto Cuoghi e Mona Hatoum, accompagnati dal misterioso Cavaliere di William Kentridge, arriviamo al Vesuvio di Andy Warhol e ai Paesaggi di Gerard Richter, fino a perdersi, insieme a Giovanni Anselmo, nel suo prato sterminato.

Andy Warhol

Spazi di Monocromia alla Galleria Ricci Oddi

Intorno a uno dei temi maggiormente indagati del ‘900 si crea una dialettica con la raccolta permanente realizzata dal collezionista piacentino. La ricerca passa attraverso le opere di Piero Manzoni, Enrico Castellani, Mario Schifano, Fabio Mauri, Gregor Schneider e Ettore Spalletti. Una monocromia che diventa sfida per gli artisti dell’ultima generazione con i lavori illusionistici di Wyatt Kahn, l’installazione di manifesti traforati di Stefano Arienti, i granelli di smog ne Le ceneri di Milano di Luca Vitone e l’omaggio a Lucio Fontana di Pietro Roccasalva. Sul marmo bianco di Alberto Garutti si legge “tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora”.

Mimmo Jodice

Una fabbrica di idee

Il Centro XNL è una fabbrica di idee – afferma Massimo Toscani, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano – in grado di lavorare per Piacenza e per il mondo dell’arte in Italia, rispetto al quale intende porsi come un nuovo ulteriore strumento di analisi critica della cultura contemporanea, un progetto in divenire e un luogo aperto a tutte le sperimentazioni. La vocazione multidisciplinare dello spazio è confermata dalle numerose iniziative collaterali come la rassegna filmica, le talk con collezionisti, artisti, critici e storici dell’arte. Non mancheranno poi concerti, spettacoli teatrali e programmi di didattica rivolti alle scuole.

Mario Ceroli

INFO

Titolo: La Rivoluzione siamo noi. Collezionismo italiano contemporaneo.

Dove: XNL Piacenza Contemporanea, via Santa Franca 36 – Galleria Ricci Oddi, via San Siro 13, Piacenza

Quando: 1 febbraio – 24 maggio

Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19. Lunedì chiuso.

Biglietti: €12

Info

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