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I colori di Chagall a Milano: Palazzo Reale fino al 1° febbraio

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I colori di Chagall a Milano: Palazzo Reale fino al 1° febbraio

di Silvana Benedetti

“[i]Gli uomini frettolosi di oggi sapranno penetrare nella sua opera, nel suo universo?[/i]” è la domanda che si pone [b]Marc Chagall[/b] nel 1947, scrivendo la postfazione dell’autobiografia della moglie Bella, che l’ha lasciato “nelle tenebre” morendo all’improvviso tre anni prima.

Se non avete ancora visitato la mostra di Marc Chagall “[b]Una retrospettiva 1908-1985[/b]“ a Palazzo Reale di Milano, andateci, avete tempo fino al 1 febbraio 2015. E se non sarete frettolosi, come Chagall temeva, potrete avventurarvi in un universo di colore e di sogno, dove sarà possibile cogliere anche gli aspetti più reconditi dell’arte e del linguaggio universale di questo grande artista. La mostra comprende oltre 220 opere, prevalentemente dipinti, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, che partono dal 1908, data in cui Chagall realizzò uno dei suoi primi quadri, fino agli ultimi monumentali capolavori degli anni ’80.

[b]LA SUA ARTE: UNA SORTA DI MÉTISSAGE TRA DIVERSE CULTURE[/b]

Il tema dell’esposizione è centrato su una [b]nuova interpretazione del linguaggio di Chagall[/b], la cui vena poetica si è andata costruendo nel corso del ‘900 attraverso la commistione delle maggiori tradizioni occidentali europee: dall’originaria cultura ebraica, a quella russa, all’incontro con la pittura francese delle avanguardie. Lungo il percorso espositivo i visitatori avranno modo di capire come fu possibile che il fragile Chagall, pur vivendo in un perenne esilio, non abbia mai perso quel filo rosso con il suo cuore di bambino; come seppe mantenere intatta, attraverso il tempo e le vicissitudini terribili che attraversarono la sua esistenza, la forma dello stupore, la gioia della meraviglia di fronte alla natura e all’umanità e, insieme ad esse, la fiducia di credere in un mondo migliore.

[b]UN CURIOSO ANEDDOTO[/b]

Più recentemente, ai giorni nostri, un uomo, cantante e musicista, sta passeggiando di notte per Roma, lungo il Ponte Miglio. E’ stanco, nervoso, di pessimo umore e soprattutto è completamente privo di qualsiasi ispirazione per comporre una canzone. Improvvisamente, vede appeso al muro un manifesto: si tratta del quadro Le coq rouge di Marc Chagall. Un’ esplosione di colore e una poetica visione onirica, danno vita a una delle canzoni italiane più famose nella storia. La canzone si intitolava “Nel blu dipinto di blu” e quell’uomo era Domenico Modugno.

[b]Dove[/b]: Palazzo Reale – Milano

[b]Quando[/b]: fino al 1° febbraio 2015

[b]Info[/b]: [url”Mostra Chagall”]http://www.mostrachagall.it[/url]

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