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A Fontanellato il labirinto più grande del mondo, tra arte e natura

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A Fontanellato il labirinto più grande del mondo, tra arte e natura

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Un progetto pensato e prodotto da Franco Maria Ricci, editore e designer parmigiano, il quale ha creduto fortemente in un’opera dai grandi numeri. Ha, infatti, venduto la sua casa editrice per trovare i necessari finanziamenti alla nascita del più grande labirinto del mondo. Chi lo guarda dall’alto, ha l’impressione di vedere una fortezza tra fitta vegetazione di canne di bambù.

Il Labirinto della Masone si trova a Fontanellato e comprende ben 7 ettari di terra, nella pianura Padana parmense a formare il labirinto più vasto che oggi si conosca. Da venti anni l’artista pensa a questo progetto che ora ha visto la luce, ma solo negli ultimi sei è riuscito a portarlo a termine, non senza fatica e dedizione. Il dedalo da gennaio è inserito nel circuito dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza.

Una creazione che affascina e che è evocativo dell’intricata mente umana e dei percorsi curiosi che percorrono gli uomini nella loro esistenza. Ha, insomma, pure un significato ideale che ha preso vita quasi quattro lustri fa, quando Franco Maria Ricci ospitò lo scrittore argentino Jorge Luis Borges e ne parlarono per la prima volta.

Il percorso comprende tre chilometri, tra 200mila piante di bambù di varie specie, a creare una immensa piantagione. In questo angolo non mancano, comunque, degli spazi culturali di circa 5mila metri quadrati, che sono destinati ad ospitare la collezione d’arte del designer ed editore parmigiano, con circa 500 opere tra pitture e sculture dal Cinquecento al Novecento.

Ancora, i visitatori possono scoprire una biblioteca dedicata a tipografia e grafica, con volumi di Giambattista Bodoni, l’intera produzione di Alberto Tallone e quella di Ricci, più un archivio della casa editrice. Lo stesso artista parlando della sua nuova creatura ha detto:

Com’è noto, quando fece costruire il suo labirinto, che era una prigione Minosse nutriva intenzioni cupe e crudeli; io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo”….”Molte cose potranno accadere nel mio labirinto. Cose che non posso prevedere. Per esempio, un ragazzo potrà incontrare una ragazza o innamorarsi di un dipinto o di un libro… Apparterrà a una nuova generazione, bella e intelligente, che io non riuscirò a vedere. A volte ci fantastico su”.

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