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36 ore per scoprire Roma: la curiosa guida del New York Times

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36 ore per scoprire Roma: la curiosa guida del New York Times

di Francesca Spanò | @francynefertiti

[b]Roma[/b] Capoccia, anzi Roma nascosta, da scoprire in sole 36 ore. Secondo il [b]New York Times[/b] bastano eccome, nonostante sia comune dire che per conoscere la Capitale serve più di un viaggio e ben più tempo. 13 le insolite proposte per chi vuole vederne un lato meno convenzionale, in un itinerario divertente, corredato da un video sull’home page del prestigioso giornale.

Nel tour sono compresi percorsi ben noti dal sapore storico e altri a carattere culinario o comunque fuori dal comune. Si va, dunque, dalle Terme di Caracalla alla Galleria Varsi, dal Pigneto al Mercato di Testaccio. Ancora, è compreso il Macro e la Basilica di San Paolo fuori le Mura. Non si tratta di una sorta di mini guida solo per turisti però, ma è perfetta pure per chi vive in questa splendida città e magari non ha mai avuto modo di visitarla a fondo.

[b]COSA VEDERE A ROMA IN 36 ORE[/b]

Niente Colosseo o Fontana di Trevi, dunque, soprattutto se conoscete già questi simboli locali. Questo è, invece, il momento di mangiare, bere e passeggiare fuori dai classici circuiti, seguendo il reportage [url”What to DO in Rome”]http://www.nytimes.com/2015/03/08/travel/what-to-do-in-36-hours-in-rome.html?smid=tw-nytimestravel&_r=1[/url], pubblicato da Ingrid Williams.

Si comincia il venerdì con un primo giro alle [b]Terme di Caracalla[/b], prima di proseguire vero le [b]gallerie di arte moderna [/b]vicino Campo de’ Fiori (la Varsi, la Dorothy Circus Gallery e Lorcan O’Neill). Al crepuscolo, la cena si consuma a Centocelle, quartiere periferico dove hanno vissuto tra gli altri artisti come Claudio Baglioni e Michele Zarrillo. Per l’occasione si va da Mazzo, tra una cacio e pepe e una carbonara. Alternativa per continuare la serata godereccia è anche il quartiere Pigneto, bevendo birra artigianale in un pub per esempio.

Il sabato, invece, si va in giro per [b]mercati[/b], da Testaccio a Monti prima di pranzare con il Pane Alici, con formaggio cremoso stracciatella, acciughe tartufate e rucola. Il pomeriggio è dedicato all’arte e alla creatività passando dal [b]Macro[/b], per poi assaggiare un gelato e riprendere il tour nel quartiere Coppedé. Per la cena si passa a Monteverde.

La domenica è l’ultimo giorno e si può dunque optare per un percorso alternativo.Il Vaticano sarebbe una decisione scontata (e anche affollata). Allora meglio [b]San Paolo Fuori le Mura[/b], ma passate poi alla Centrale Montemartini, un museo particolare. All’interno ci sono sculture antiche che arrivano dai Musei Capitolini e non solo. Mentre ci si prepara a salutare Roma, bisogna provare la sua pizza, bassa e deliziosa, magari da Emma che ha aperto lo scorso anno nel centro storico.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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