Cerca
Close this search box.
Nuove frontiere dell’ecoturismo: ad Amsterdam per ripulire i canali

DatA

Nuove frontiere dell’ecoturismo: ad Amsterdam per ripulire i canali

Foto di Dewi Madden da Pexels

di Redazione | Instagram

Cosa cercano i nuovi viaggiatori? Secondo uno studio condotto nel 2017, il 48% di quelli italiani scelgono un turismo ecosostenibile, anche quando decidono di andare in una città come Amsterdam. Ma cosa significa viaggiare eco-friendly? Vuol dire privilegiare, ad esempio, strutture ricettive che utilizzino energia verde, alimenti biologici o a km zero e facciano della raccolta differenziata una ragione di vita.

Ecoturismo: ripulire i canali di Amsterdam

Ci sono due Amsterdam. Una è quella delle case galleggianti, delle case storte, dei ponti mobili, delle biciclette e dei tetti spioventi, tra cui c’è quella che fu il rifugio di Anna Frank e la sua famiglia durante la Seconda Guerra Mondiale. E poi c’è la città dei canali in cui le reti da pesca vengono utilizzate per raccogliere bottiglie di plastica o le lattine di birra che galleggiano sotto i ponti.

Plastic Whale è la prima azienda al mondo di pesca professionale di plastica e opera quotidianamente per rendere Amsterdam più bella a pulita, sperando che, un giorno, il proprio lavoro possa essere non più necessario.

Nei canali si è trovato di tutto: palle da discoteca, computer portatili, sex toys, una bilancia…

L’azienda, nata nel 2011, vanta ora una flotta di 11 barche, con due navi che operano a Rotterdam. Realizzate con materiale riciclato pescato dai canali, ognuna rappresenta un’opera d’arte unica decorata con mosaici realizzati con tappi di bottiglie di birra recuperate.

Aiutare Plastic Whale in quest’opera offre una prospettiva diversa su Amsterdam e sull’ecoturismo. A livello globale, un rapporto dell’Università di Leeds stima che 1,3 miliardi di tonnellate di plastica finiranno tra terra e mare entro il 2040. Anche se verranno intraprese azioni drastiche per modificare il comportamento umano, riporta lo studio, si ipotizzano comunque più di 710 milioni di tonnellate. Una vera catastrofe ambientale, ma nulla è mai davvero perduto.

Il fondatore dell’azienda ha deciso di intraprendere questa strada quando, trovandosi su una spiaggia indonesiana dopo una tempesta, si è ritrovato a camminare tra la spazzatura senza nemmeno riuscire a distinguere la sabbia. Uno shock che gli ha fatto comprendere la necessità di fare qualcosa di concreto, iniziando dalla propria città. All’inizio veniva aiutato da amici e persone del posto, poi sono arrivati i turisti: 18mila in un solo anno, che hanno contribuito a raccogliere più di 40mila bottiglie di plastica dai canali. Spesso partecipano anche le aziende: Starbucks, ad esempio, è stata una delle prime ad andare a pescare rifiuti con Plastic Whale.

I progetti dell’azienda sono ambiziosi: andare in Ghana per implementare i centri di gestione rifiuti, in modo da risolvere il problema alla fonte.

Come contribuire

La pesca della plastica è diventata un’attività molto popolare ad Amsterdam e Rotterdam. Per partecipare, basta contattare Plastic Whale e prepararsi a vivere una straordinaria esperienza. La plastica che viene raccolta viene riciclata per realizzare mobili e altre barche.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

POTREBBE INTERESSARTI

Articoli
Correlati