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Nuova Caledonia: paradiso di biodiversità

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Nuova Caledonia: paradiso di biodiversità

di Silvana Benedetti

Ci sono luoghi di una bellezza abbagliante, con paesaggi talmente straordinari, da non riuscire a guardarli se non con l’ausilio del cuore. Luoghi che dialogano con l’anima, lasciando che gli affanni si stacchino dalla mente, uno ad uno, come foglie morte. Luoghi che si identificano, nella geografia dell’immaginario, come l’esatta ubicazione del Giardino dell’Eden. Luoghi come la Nuova Caledonia, che, se non è il paradiso terrestre, sicuramente è il posto più vicino.

Benvenuti in Nuova Caledonia (nell’idioma locale kanaki le “Caillou”), il diamante sfaccettato che brilla nel sud ovest dell’Oceano Pacifico. Un piccolo arcipelago che sfoggia vasti giardini di corallo, foreste pluviali vergini e scogliere a picco sul mare turchese, con acque trasparenti, spiagge scintillanti, deserti di sabbia finissima e una natura esuberante. Un paradiso fatto di biodiversità, location della più grande laguna del mondo, dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Questa terra vastissima, dove oggi batte bandiera francese, accoglie il viaggiatore con tutto il fascino della sua mescolanza di culture etniche: europea, melanesiana, Kanaky e Caldoches, il tutto arricchito dall’inconfondibile e raffinato tocco del savoir faire francese.

La Grande Isola e le sue meraviglie botaniche

La Grande Terre, adagiata sulla sua superba laguna, è l’isola principale della Nuova Caledonia, lunga 400 km e larga da 50 a 70 km, per la maggior parte dell’ estensione. L’isola è divisa in due da una catena montuosa che le corre al centro e che crea una parte umida ad ovest, e una tipicamente tropicale ad est. Verso occidente, protette dalle montagne, ci sono vaste pianure aride, mentre verso est, sulla costa sopravvento, una vegetazione lussureggiante scende fino al mare. Grazie al suo isolamento, la Grande Terre, ha conservato un incredibile diversità biologica: delle 3400 piante viventi, 2500 crescono in questo luogo. Terra in cui coesiste un autentico campionario di ecosistemi, con microclimi e paesaggi differenti fra loro: dalle spettacolari scogliere della Roche-Percée, punteggiata di caverne, di monoliti in quarzo, eroso dalle onde, alle foreste di pini a colonna, i Cook pines, scoperti da James Cook in una esplorazione del Pacifico.

Voh, il grande cuore verde

A Nord di Koné, presso Voh, nel nord-ovest dell’isola, si trova una palude di mangrovie che in alcuni punti si è sviluppata assumendo forme insolite. La più intrigante è sicuramente quella a forma di cuore, chiamata appunto Le Coeur de Voh, diventato il simbolo della Nuova Caledonia. Nel 1990 un solo scatto del fotografo Yann Arthus-Bertrand è bastato per rendere questo cuore una vera e propria star a livello mondiale. Il modo migliore per ammirarlo, ovviamente, è dall’alto, sorvolando la palude. Ed infine, per la gioia dei botanici, la natura regala anche la Amborella, il fiore più antico del mondo, “la madre di tutti i fiori”.

Il Far West Caledoniano

Fra le grandi savane, sorgono le fattorie degli stockmen, allevatori di bestiame, una specie di cowboy alla francese, definiti anche broussards, perché stanno nella Brousse. Uomini e donne di un altro Far West, che vivono in ranch ispirati al modello australiano, dove allevano cavalli, tori e mucche, e mostrano la propria abilità in veri e propri rodei. Se amate andare a cavallo e armonizzarvi con l’ambiente circostante, indossate un bel cappello da cowboy, un paio di jeans e degli stivali in pelle. Una parodia? Assolutamente no! I proprietari terrieri potrebbero addirittura invitarvi a seguirli in una faticosa giornata di lavoro col bestiame. Un’esperienza davvero inedita.

Nouméa, la capitale

Con la sua allegra comunità multietnica, il capoluogo della Nuova Caledonia è al contempo sofisticato e semplice, di classe e informale. Una città circondata dall’oceano, con numerose baie che offrono spiagge e punti panoramici incantevoli. Chi ama la buona cucina può scegliere tra eleganti ristoranti francesi nascosti nel Quartier Latin, o accoglienti bistrot sul lungomare. Volete conoscere la cultura dell’antica popolazione Kanak? Allora non perdetevi il Centro Culturale Tjibaou. Imponente struttura nel cuore della natura a due passi dalla città, è un centro d’arte, un museo, spazio per gli spettacoli, una biblioteca e un parco paesaggistico. Ma la cosa certamente più affascinante è lo stile architettonico contemporaneo del complesso, progettato dall’architetto Renzo Piano, che si fonde in maniera sorprendente ed armonica con il paesaggio circostante. Nei giorni di vento, dalle dieci “capanne” di centine e listelli in legno, si genera un suono, quasi una musica, che ricord a il fruscio emesso dalle fronde degli alberi.

Le Isole della Lealtà

Lifou, Marè e Ouvéa, tre nomi fiabeschi per tre isole da sogno. Disposte lungo una linea a 100 km al largo della Grande Terre, le Isole della Lealtà sono scarsamente popolate e si presentano con spiagge deserte, grotte nascoste e profonde cavità. Ma perché Isole della Lealtà? Si suppone siano stati i mercanti britannici a dare loro questo nome, alla fine del XVIII secolo, forse per la grande ospitalità e il carattere leale dei suoi abitanti, disposti a condividere questo angolo paradisiaco di mondo. Ogni isola ha però un suo carattere ben distinto.

Ouvéa, è uno degli atolli più belli del Pacifico. Mouli, la sua spiaggia di sabbia bianca, si estende per 25 km, circondata da piantagioni di cocco e accarezzata da una splendida laguna turchese, che si perde a vista d’occhio: una delle spiagge più belle del mondo. Nella circostante foresta tropicale vive il parrocchetto di Uvea, specie endemica e protetta. Lifou è caratterizzata invece dalla grande varietà di paesaggi, che coniugano spiagge immacolate con ripide scogliere, profonde foreste e grotte impressionanti. Marè, grazie alla bellezza selvaggia dei suoi paesaggi, e al profondo legame che gli abitanti locali conservano con la natura, si può fregiare di un’identità tutta speciale.

L’Isola dei Pini

Anche se la freccia di Cupido non vi ha ancora raggiunto il cuore, sottrarsi all’incantesimo dell’Iles de Pins, non sarà cosa facile. L’Isola dei Pini è indubbiamente la prima contendente con Ouvéa al titolo di “Isola più vicina al Paradiso”. Le baie di Oro, di Kuto e di Kanumera offrono un incredibile spettacolo di bellezza e di armonia. Uno spettacolo che si completa con la magica Piscine Naturelle, la Baie d’Upi, e la meraviglia dei pini colonnari (dai quali prende il nome), che possono raggiungere anche i 50 metri di altezza. Una salita sul Pic N’ga, il punto più alto dell’isola (262 metri), facilmente raggiungibile tramite un sentiero, consentirà una straordinaria vista d’insieme, e anche una confortante riflessione: questo “paradiso” è accessibile in 24 ore di volo dall’Italia.

Info: Ente del Turismo Nuova Caledonia

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