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Le più belle spiagge viste nei film

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Le più belle spiagge viste nei film

di Devis Bellucci | @devisbellucci

“[i]Se sei arrivato fino qui, forse hai voglia di andare un po’ più lontano. Ricordi il nome della città, vero?[/i]” E il vecchio Red, alias Morgan Freeman, abbassa la lettera del suo amico Andy. Il primo è in libertà condizionata dopo quarant’anni di galera, il secondo è evaso tempo prima dallo stesso carcere. Red fissa un punto lontano, poi ripete fra sé: Zihuatanejo, in Messico. È lì che Andy è fuggito e forse ha aperto quell’albergo che aveva detto. Red decide di raggiungerlo e i due si ritroveranno sulla spiaggia della cittadina messicana. Termina così [i]Le ali della libertà[/i], diretto nel ’94 da Frank Darabont. Il successo del film ha contribuito alla notorietà di Zihuatanejo, sull’Oceano Pacifico. Come in questo caso, [b]nel cinema le spiagge hanno spesso un ruolo evocativo[/b], che va ben al di là del contesto naturale in cui si svolge la narrazione. Bellezza, speranza, poesia e appunto libertà. Tanto che molte pellicole vanno a formare un tutt’uno emotivo con un certo tratto di mare o un’isola, di solito volutamente anonimi.

[b]LE SPIAGGE DEI NAUFRAGI[/b]

Uno fra i più celebri film del filone Robinson Crusoe è [i]Cast Away[/i], con Tom Hanks. Certo, i tempi sono cambiati: come per la fortunata serie televisiva Lost, i naufraghi sbattuti sull’isola deserta sono vittime di un incidente aereo e non della nave affondata. Nel film Tom Hanks finisce in una delle isole Cook, ma le riprese di Cast Away si sono in realtà svolte nelle [b]Fiji[/b], a Monuriki, che allora era disabitata. Vi venisse voglia di scovarla, digitate su Google Earth: -17.609277, 177.0397. Al contrario i set di [i]Lost[/i] vennero realizzati sull’[b]isola di Oahu[/b], la più popolosa dell’arcipelago delle Hawaii, un luogo dunque tutt’altro che deserto. Niente disastro aereo ma classico naufragio in Laguna Blu, dove due bambini crescono soli su un’isoletta del Pacifico e una volta adulti scoprono l’amore. Senza spendere giudizi sul valore artistico del film, diciamo che almeno gli scenari sono azzeccati, insieme alla bella fotografia di Néstor Almendros. La pellicola è girata in parte in Giamaica e in parte in una delle Isole Yasawa, ancora nell’arcipelago delle Figi. Una spiaggia dell’isolotto Nanuya Lailai è stata proprio ribattezzata Laguna Blu.

[b]DOVE IL MARE SI FA POESIA[/b]

[i]Numero uno: onde alla cala di sotto. Piccole. Numero due: onde grandi. Numero tre: vento della scogliera… [/i]E via così fino al numero otto, quando Mario Ruoppolo, il commovente Massimo Troisi de [i]Il Postino[/i], appoggia il microfono sulla pancia della moglie e dice, Cuore di Pablito. Sta registrando i suoni più belli della sua isola da inviare all’amico Pablo Neruda, interpretato da Philippe Noiret. Per sentirli anche noi dovremmo andare a [b]Pollara[/b], nell’isola di Salina alle [url”Eolie”]http://travelglobe.it/Detail_News_Display?ID=74677&typeb=0&Siti-UNESCO-in-Italia-10-luoghi-da-vedere-che-forse-non-conoscete[/url], e a Procida, nell’arcipelago di Napoli. Sempre alle Eolie è stato girato il secondo episodio di [i]Caro Diario[/i], diretto nel ’93 da Nanni Moretti. La suggestione del mare è ancora protagonista in [i]Lezioni di piano[/i], grazie anche alla colonna sonora di Michael Nyman. Una delle scene più intense del film è l’insolita presenza di un pianoforte su una spiaggia deserta, che in realtà è [b]Karekare Beach[/b], bagnata dal Mar di Tasmania. Altra spiaggia che compare nella pellicola è Piha, di sabbia nera. Entrambe si trovano nel Waitakere Rangers Regional Park, non lontano da Auckland. Spiaggia e colonna sonora, questa volta opera di Vangelis, si fondono in un’emozionante alchimia all’inizio di Momenti di Gloria, quando un gruppo di atleti a piedi nudi corre sul litorale di West Sands, in [url”Scozia”]http://travelglobe.it/Detail_News_Display?ID=75268&typeb=0&scozia-e-Natura-viaggio-tra-aquile-lontre-e-delfini[/url].

[b]SULLE ALI DELLA LIBERTÀ[/b]

“[i]Spero che il Pacifico sia azzurro come nei miei sogni[/i]”, mormora commosso Red mentre l’autobus lo sta portando a Zihuatanejo, nella già citata pellicola di Darabont. Perché il mare è prima di tutto libertà e fuga. Ad esempio in [i]Mediterraneo[/i] di Gabriele Salvatores, dedicato proprio a tutti quelli che stanno scappando. Il film, premio Oscar 1992, è stato girato nell’isola greca di [b]Kastellorizo[/b], a sud-est di Rodi. È in fuga verso un’isola misteriosa anche Leonardo Di Caprio in [i]The beach[/i]. Le prime scene di questa favola tropicale sono state realizzate a Phuket, in Thailandia, ma il grosso della storia ha come cornice l’isola (allora) disabitata di [b]Phi Phi Leh[/b], nel Mar delle Andamane, e in particolare la spiaggia di Maya. Il mare è ancora fra i temi ricorrenti nella poetica del regista giapponese Takeshi Kitano. Di fronte alle spiagge la violenza, che spesso attraversa le sue pellicole, cede il passo a un inquieto senso d’attesa e il tempo sembra fermarsi. Questo in particolare in [i]Sonatine[/i], dove il protagonista Murakawa, un criminale ormai stanco della vita che conduce, si ritrova tradito insieme ad alcuni compagni su una spiaggia dell’isola di Okinawa, ad attendere il proprio tragico destino. Lussureggiante e impassibile l’Oceano di Terrence Malick ne La sottile linea rossa. Il film racconta i combattimenti tra i soldati americani e i giapponesi a Guadalcanal, nell’arcipelago delle isole Salomone, durante il secondo conflitto mondiale. In realtà la pellicola è stata girata nella parte nord-orientale dell’Australia, in particolare a Bramston Beach. Qui le sofferte riflessioni dei combattenti si fondono con i canti interpretati dal Choir of All Saints di Honaria, capitale delle Salomone, e con l’indifferenza del mondo animale e vegetale, che sembra osservare stupito la guerra degli uomini, intenti ad ammazzarsi nonostante la bellezza che li sovrasta.

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