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Natalia Goncharova a Firenze. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso

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Natalia Goncharova a Firenze. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso

di Ilaria Guidantoni

La prima retrospettiva dedicata, in Italia, a Natalia Goncharova è a Firenze, a Palazzo Strozzi, fino al 12 gennaio 2020; un personaggio d’avanguardia, oltre che un’artista che ha unito in modo originale e sorprendente innovazione e tradizione, trasgressione e memoria.

Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso

Natalia Goncharova – attraverso 130 opere – racconta una figura femminile straordinaria in senso etimologico, delle avanguardie del primo Novecento, nel 1913 prima donna a essere definita «leader dei futuristi», sostenitrice della declinazione del futurismo in Russia, il Raggismo, che mette al centro della propria poetica la luce e le figure che si creano dall’incrocio dei raggi.

Nel 1910 è la prima donna ad aver esposto nudi in Russia, atletici, quasi scultorei, che riflettono lo stile del periodo: fecero scandalo e incredibilmente lo provocano ancora. Il nudo su fondo blu pubblicato da Istagram in occasione dell’esposizione fiorentina è stato censurato.

È stata la prima donna a essere accusata di blasfemia. In Russia tra l’altro le donne non avevano mai dipinto icone. In mostra la parte centrale del Trittico della Madre di Dio le cui decorazioni sono tratte dai motivi del folclore russo.

S.1911-1986
Set design for the backcloth for the finalé for the revival of Michel Fokine`s ballet The Firebird; Diaghilev Ballet, 1926.
by Natalia Gontcharova.

Nel 1910 nel corso della mostra alla Società Libera di Estetica di Mosca vengono sequestrati suoi dipinti di nudo con l’accusa di offesa alla morale pubblica e pornografia ma, processata, viene assolta. Nel 1912 durante una mostra di dipinti a tema religioso tra cui il polittico, Gli Evangelisti, su fondo colorato blu, verde, grigio e nero sono sequestrati per ordine del Santo Sinodo perché i personaggi sono ritenuti ritratti come buffoni.

Nel 1914, infine, nel corso della monografica a San Pietroburgo, sedici opere di soggetto religioso sono sequestrate anche se poi restituite grazie a una difesa da parte della stampa.

La Goncharova è anche la prima artista, non solo donna, dell’avanguardia russa ad avere una grande personale a Mosca nel 1913 dove espone ben ottocento opere dei suoi 13 anni di lavoro, data l’attività febbrile, al Salone Artistico di Klavdia Mikhailova.

Nel 1913 è la prima donna a dipingersi il volto e il corpo nel corso di una performance, concetto allora nemmeno catalogato, nell strade di Mosca; e ancora è la prima donna a ballare il tiptap nel primo film dell’avanguardia russa, Dramma nel Cabaret futurista n. 13, nel quale ha un ruolo centrale.

Prima donna a eseguire i figurini per Diaghilev e a lavorare stabilmente per i Ballets Russes, offrendo un contributo notevole in qualità di costumista e scenografa come mostra la sala ‘rossa’ dell’esposizione. Per l’artista fu altresì una grande occasione, anche per venire a contatto con artisti come Balla e Picasso che incontrò a Roma avendo una collaborazione comune con il grande coreografo.

Attraverso la grande retrospettiva che ripercorre la sua vita controcorrente e la sua produzione artistica a confronto con opere di celebri artisti che sono stati per lei punti di riferimento come Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso, Umberto Boccioni, dei quali vi sono opere interessanti per respirare il clima e il gusto del periodo artistico, il ritratto di una donna e di un’artista eccentrica. Nella sua arte si ritrovano dal primitivismo di Gauguin e dal cromatismo di Matisse alla forza costruttrice di Picasso, fino al dinamismo di Boccioni e Balla.

Un personaggio che insieme al marito e artista Larionov fece scandalo perché furono una coppia ‘aperta’ prima del tempo e per il suo stile di vita libertario, continua ancor oggi a far parlare di sé e sorprendere.

L’esposizione, promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Tate Modern – a cura di Ludovica Sebregondi, Fondazione Palazzo Strozzi, Matthew Gale, Head of Displays e Natalia Sidlina, Curator, International Art, Tate Modern di Londra, mentre il Catalogo è edito da  Marsilio Editori, Venezia – esalta la poliedricità di Natalia Goncharova, attiva come pittrice, costumista, illustratrice, grafica, scenografa, decoratrice, stilista, ma anche come attrice cinematografica, ballerina e performing artist ante litteram. La mostra è stata realizzata con la collaborazione dell’Ateneum Art Museum, Helsinki, con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze. Con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Di grande suggestione e raffinatezza l’allestimento, a tratti pop, che sceglie per le otto sessioni tematiche campiture di colore e motivi floreali con carta da parati che ricordano la sua arte, dal giallo-arancio, al blu oltremare, alla stanza rossa dedicata al teatro, con un’illuminazione ‘gentile’ che valorizza i tratti cubisti e naïf di questa pittrice i cui quadri si animano e acquistano profondità prospettica e intensità allontanandosi dalla tela. Interessante la grande apertura internazionale di quest’artista che respira il cubismo, la lezione della fascinazione per il movimento dei futuristi, molto presente nelle opere che ritraggono lo sport, grande attrazione della Goncharova, e insieme l’attenzione per la tradizione russa, recuperata fino nei dettagli, nei costumi, nei tessuti, nei ricami, dall’oggettistica ai giocattoli, una dialettica che per altro accomuna molti autori russi del periodo.

Forte anche l’attenzione al mondo femminile, al quale la mostra dedica una sessione, che la Goncharova ritrae nella vita rurale, nel momento del lavoro nei campi come anche nel tempo libero, del gioco e delle feste. I video e veri e propri spezzoni di spettacoli o di film come il frammento tratto da Le donne di Rjazan della regista Olga Preobrazhenskaya, del 1927, aiutano un processo immersivo nel tempo della Russia rurale, orientale i cui tratti sono presenti nell’eco pittorico dalla prospettiva schiacciata, dalla composizione tradizionale, come nel polittico in cui al Cristo frontale e fortemente bidimensionale, si affiancano le figure di profilo, e nelle architetture ritratte.

La Goncharova è la prima figura femminile a imporsi nel panorama internazionale, vivendo per l’arte in maniera totale e anticonformista, esponendo nell mostre più significative dell’avanguardia europea, tra Monaco, Berlino, Parigi e Londra, Mosca, scandalizzando spesso i benpensanti.

Significativo il viaggio in Spagna nel 1916 che rieccheggia nella serie delle figure spagnole, depurate dall’aspetto folcloristico, per diventare vere e proprie icone femminili. Quello che sarebbe dovuto essere un viaggio non ebbe ritorno perché nel frattempo la Russia divenne Unione Sovietica e i due artisti, la Goncharova e Larionov, che vivevano con una terza donna, amante prima e poi seconda moglie di Larionov – sono sepolti tutti e tre insieme – si trasferirono da esuli a Parigi.

Tra le opere più significative in mostra proprio i loro due autoritratti, affiancati, lavori giovanili, l’Autoritratto con gigli gialli (1907-1908) della Gpncharova e l’Autoritratto con turbante bianco di Larionov.

Info utili

Cosa: Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie, tra Gauguin, Matisse e Picasso.

Quando: Fino al 12 gennaio 2020.

Dove: Firenze, Palazzo Strozzi.

Orario: Tutti i giorni inclusi i festivi 10.00-20.00 | Giovedì: 10.00-23.00.

Biglietti: Intero 15 euro | Ridotto 10 euro

Info: t +39 055 2645155  | www.palazzostrozzi.org

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