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In viaggio con Dalì: tre luoghi in Spagna che ispirarono l’artista

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In viaggio con Dalì: tre luoghi in Spagna che ispirarono l’artista

Portlligat

di redazione | @travelglobemag

Circa due ore a nord di Barcellona c’è una zona conosciuta come Dalíland. È la regione di Alt Empordà, dove il surrealista Salvador Dalí nacque, morì e creò la maggior parte delle sue opere. Un luogo dove “il vero e il sublime si incontrano”, disse l’artista, e così vogliamo guidarvi attraverso questa destinazione fondamentale per gli ammiratori di Dalì per vedere le sue residenze e il museo autoprodotto per avere uno scorcio nella mente del sognatore.

Pùbol

Nel 1970, Dalí acquistò un castello medievale a Púbol per sua moglie Gala a condizione che ci potesse andare esclusivamente insieme a lui. Insieme lo decorarono con dipinti e lo arredarono con mobili acquistati durante i loro frequenti viaggi dedicati all’antiquariato. Tutti gli arredi sono stati conservati, insieme alla raffigurazione ad acquerello del castello e agli abiti da haute couture di Gala. Oggi, infatti, la residenza è un museo conosciuto come il Castello di Gala-Dalí. Un tour dei giardini comprende i giardini e il laghetto, decorati con una scultura di elefanti creata da Dalí, oltre a varie sale di intrattenimento e private; nel seminterrato, infine, è sepolto il corpo di Gala. Alla sua morte, nel 1982, Dalì si trasferì qui per creare le ultime opere prima di fuggire a Torre Galateada in seguito a un rovinoso incendio.

Figueres

La capitale della regione di Alt Empordá è dove Dalì trascorse l’infanzia e gli ultimi anni della sua vita. Oltre ai tanti locali che portano il suo nome e alla moltitudine di gallerie d’arte, il luogo più interessante è il museo-teatro che ospita la più grande collezione di opere del surrealista. I suoi tre piani sono infatti un viaggio virtuoso nel mondo del Surrealismo: grandi uova bianche adornano il tetto e pezzi di pane sporgono dalle pareti rosa.

Entrando nel patio centrale, i visitatori vengono accolti dal Rainy Taxi: inserisci una moneta per far piovere sui passeggeri. Dietro c’è un enorme totem di pneumatici impilati sormontato da una barca che un tempo apparteneva alla moglie Gala di Dalí. I dipinti in mostra includono il Soft Self-Portrait con Grilled Bacon (1941), The Basket of Bread (1945), Galarina (1945) e The Spectre of Sex-Appeal (1934).

Anche se molti dei pezzi più famosi di Dalí non sono nel museo, ognuno dei periodi dell’artista è comunque ben rappresentato. Dalí voleva che le sue opere fossero viste nel loro insieme e quindi rifiutava di catalogarle o esibirle in ordine cronologico. Appena fuori dal patio, una stanza conduce alla cripta di Dalí: si dice che il suo corpo, riesumato nel 2017 per un test di paternità, conservi ancora i famosi baffi.

Portlligat

Attratto dalla luce e dal paesaggio intorno al remoto villaggio di pescatori di Portlligat, Dalí tornò nella regione trasferendosi da Parigi nel 1930. Lui e Gala, che sposò nel 1934, risiedevano qui in un complesso di capanne di pescatori imbiancate collegate da scalinate e adornate con sculture di uova fino allo scoppio della guerra civile spagnola. Tornato nel 1948, Dalí ha continuato a progettare la residenza visibile oggi, completa con una piscina a forma di buco della serratura e un cortile che si affaccia sul paesaggio, che si ritrova in innumerevoli tele. Il suo studio, la biblioteca e le camere sono aperte al pubblico come parte del Museo della Casa di Salvador Dalí.

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