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Lens: la cultura aborigena nel cuore delle Alpi

Lens. La Fondation Opale al crepuscolo. ph Olivier Maire

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Lens: la cultura aborigena nel cuore delle Alpi

di Silvana Benedetti

A una manciata di chilometri dalla sfavillante e mondana Crans- Montana, nel cantone Vallese, si trova il villaggio di Lens.
Questo piccolo lembo di terra ha sedotto già dal secolo scorso numerosi artisti, che hanno scelto di soggiornarvi.  Un luogo che fu di grande ispirazione anche per lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz, che qui compose alcuni dei suoi più famosi romanzi, tra i quali “La separazione delle razze”, ambientato proprio in questa località. Il pittore Albert Muret dichiarò in una lettera “…ed ecco che improvvisamente compare un grande villaggio, come annidato nella morbida cavità delle ginocchia di una madre. È la mia cara Lens, dove ho trascorso tanti anni felici e conosciuto tanti amici affezionati e fedeli”
Abbarbicato a un’altitudine di 1.100 metri, nella conca della collina di Le Châtelard, sovrastato dalla maestosa statua del Christ-Roi, con le sue stradine tortuose e acciottolate, l’antica chiesa e il borgo vecchio, Lens appare a prima vista come uno dei tanti tranquilli e sonnacchiosi paesi alpini. Ma è solo un’impressione fugace, perché Lens ha in serbo per il visitatore innumerevoli sorprese culturali, essendo dotata di un patrimonio particolarmente ricco e abilmente valorizzato. E la Fondation Opale ne è un fulgido esempio.

Lens. Fondation Opale d'inverno. ph. Luciano Miglionico
Lens. Fondation Opale d'inverno. ph. Luciano Miglionico

Fondazione Opale: un dialogo permanente fra arte aborigena e arte contemporanea.

Inaugurata nel dicembre 2018, la Fondation Opale è l’unico spazio espositivo dedicato all’arte aborigena in Europa.
La raffinata e imponente facciata dell’edificio, composta da pannelli solari che forniscono energia alla struttura, produce un suggestivo gioco di specchi tra le sue grandi vetrate, dove si riflettono il Lac de Louché, le spettacolari vette vallesi e i paesaggi incantati che fanno da cornice.
Un modello di architettura ultramoderna ed ecosostenibile firmata da Jean-Pierre Emery. L’esposizione che si snoda su due piani, per un totale di 1.000 metri quadri, si fonde armonicamente con la natura dell’ambiente circostante, grazie anche ad un giardino pensile sul tetto dell’edificio, che accoglie piante tipiche della regione, come le stelle alpine.

Lens. Fondation Opale. ph.Olivier Miare
Lens. Fondation Opale. ph.Olivier Miare

Sognare i sogni degli altri

Dal 10 dicembre scorso, la Fondation Opale ospita la mostra “Dreaming in the Dreams of Others” (“Sognare i sogni degli altri”). di Yves Klein, il pittore francese forse più influente della seconda metà del Novecento, uno dei primi artisti europei ad essersi interessato esplicitamente all’arte visiva aborigena.
Il titolo della mostra è preso in prestito da un aforisma dello scrittore Fernando Pessoa: “Ho scoperto che leggere è un modo servile di sognare. Se devo sognare, perché sognare i sogni degli altri?”  citato negli scritti di Yves Klein. Ma evoca anche naturalmente quell’affascinante e misterioso “Reve” (Sogno), fondamento spirituale della più antica cultura vivente sulla Terra, quella degli aborigeni australiani.
L’arte aborigena è, infatti, la più antica forma di espressione artistica continua al mondo, risalente ad almeno 40.000 anni fa. Le opere d’arte aborigene sono una rappresentazione visiva delle poesie cantate di generazione in generazione, delle storie, delle tradizioni e credenze culturali.
Oggi il riconoscimento internazionale di questo movimento artistico è in crescita; sempre più artisti aborigeni contemporanei sono rappresentati in gallerie e musei occidentali e in biennali d’arte internazionali.
Yves Klein, nato nel 1928, fu affascinato dalle pitture parietali ancor prima di decidere di diventare un artista: nei suoi archivi esistono strani disegni, raramente riprodotti, il cui fascino sciamanico è stato a lungo poco spiegato.

Salles Exposition RDLRDA ph .Yorick Chassigneux

Fondation Opale …non solo mostre

Sebbene si concentri principalmente sulle arti visive (pittura, scultura, fotografia, installazioni…), la Fondation Opale è comunque aperta ad altre discipline come la performance art, la musica o la letteratura durante eventi specifici.
La sua libreria, membro dell’Indigenous Art Code, offre un’ampia gamma di oggetti realizzati dalle comunità aborigene australiane.
Una nuova ala sarà aggiunta al Lens Art Centre, sede della Fondation Opale, a partire dal settembre 2023. Questa estensione ospiterà anche un auditorium con 125 posti a sedere per eventi e conferenze.  Una terrazza nel verde completerà lo spazio tra il vecchio e il nuovo edificio.
Per una sosta gastronomica il ristorante L’Opale, inserito all’interno della struttura, accoglie i visitatori con le sue decorazioni ispirate agli aborigeni e ai paesaggi australiani. Il ristorante propone una cucina semplice e creativa, che onora i gustosi prodotti della regione. La carta dei vini, una vera e propria ode ai vitigni vallesani, offre una scelta unica di etichette biologiche del Comune di Lens.

Il Restaurant l'Opale. ph Sébastien Crettaz
Il Restaurant l'Opale. ph Sébastien Crettaz

E a proposito di vini…

I wine lovers, possono partire da Lens per un itinerario alla scoperta dei raffinati prodotti vinicoli del territorio. Una passeggiata rilassante, con vista sulla Valle del Rodano, tra ondeggianti colline ricoperte di vigneti. Qui sorgono oltre 5.000 ettari di vigne a terrazza, una viticoltura eroica realizzata a mano. Vi consigliamo una sosta alla Cave La Romaine a Flanthey.
Qui troverete la sintesi della vera tradizione dei vini del territorio e ammirerete al suo interno l’originale architettura semicircolare che attribuisce al vino un ruolo primario.
Una cantina straordinaria. Costruita nel 2012 su iniziativa di Clos de Tsampéhro, la bottaia dalle linee eccezionali offre un ambiente privilegiato per l’invecchiamento in botti di rovere.  La sua posizione sotterranea e il suo sistema di umidificazione all’avanguardia, garantiscono i requisiti climatici favorevoli alla lenta maturazione dei vini e consentono una perfetta padronanza dell’affinamento in legno.
Cave la Romaine coltiva un vigneto situato sulle più belle colline della riva destra del Rodano. Si estende da Sion a Sierre su più di 125.000 metri quadrati ed è composto da entità rinomate come il Castel d’Uvrier, Orgival o il Champ du Mur. Ventiquattro vitigni fioriscono nel cuore di questi molteplici terroir, genesi originaria di una vasta gamma di vini.

Info

Crans-Montana

 
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