
LE MERIDIANE DI STEFANO ARIENTI
Opere e testo di Stefano Arienti
La serie dei disegni e pitture, che si chiamano collettivamente Meridiane, ha inizio nel 2012 come prove su carta da pacco realizzate nel mio studio di Via Pacini, a Milano.
Nel tempo le opere si sono sviluppate anche su altri supporti come intonaco dipinto ad affresco o stampe digitali su carta.
Più recentemente il disegno delle Meridiane ha raggiunto una dimensione ambientale come le opere realizzate all’interno dello storico stabilimento dismesso di Crespi d’Adda o nello spazio di Mirador a Pisogne.
Le Meridiane sono disegnate con l’ausilio della luce solare, che traccia ombre nello spazio architettonico, come pavimenti e pareti, o più semplicemente su fogli posati su un tavolo davanti ad una finestra.
Il segno, marcato dal limite dell’ombra solare, si muove impercettibilmente nel tempo e il semplice ricalco di questo segno permette di tracciare a mano linee diritte che indicano chiaramente la direzione in cui si trova il Sole in un certo istante. Il solo tempo necessario a tracciare una linea permette agli astri Terra e Sole di muoversi a sufficienza per spostare l’ombra quel tanto che basta a tracciarne una nuova; in pratica si tratta di tracciare linee senza fermarsi inseguendo il moto del Sole. Senza interruzioni, se non quelle dovute alle nuvole che oscurano temporaneamente la luce.

Nella primavera del 2020, tra l’11 marzo e il 29 maggio, nel momento di massimo confinamento dovuto alla pandemia, ho realizzato una serie di 40 opere su carta da pacco bianca o color avana. Il segno dell’ombra della finestra, con i vetri chiusi o aperti, con le persiane accostate o spalancate, e a volte l’ombra dello stelo di una pianta di peperoni che cresceva in vaso sul davanzale sono stati gli unici elementi grafici a cui si appoggia l’esecuzione del disegno, che interpreta la linea in tanti modi diversi: un’onda, una greca, una fila di puntini o di cerchi, una finta scrittura o lo stelo di una pianta immaginaria e così via.
La presentazione di questi fogli non vuole concentrare l’attenzione su ogni singolo dettaglio, preferendo lasciare in vista solo un campione di tutto il divertimento grafico e lasciando intuire i colori e le materie utilizzate per ogni singola meridiana.
La serie delle carte gira tutt’attorno alla stanza, senza un ordine preciso, abbastanza indifferente all’architettura, come una balza colorata che avvolge lo spettatore, suggerendo una specie di tappezzeria paradossale fatta di tanti disegni sovrapposti.
Stefano Arienti


Bio
Stefano Arienti nasce ad Asola (Mantova) nel 1961, dal 1980 si trasferisce a Milano, dove risiede tuttora.
Nel 1986 si laurea in Scienze Agrarie con una tesi di virologia.
Partecipa alla prima mostra collettiva nel 1985 alla ex fabbrica Brown Boveri, dove incontra Corrado Levi, il suo primo maestro.
Ha frequentato l’ambiente artistico italiano, assieme ad altri giovani artisti, nel momento di rinnovamento successivo alle stagioni dominate dall’Arte Povera e dalla Transavanguardia.
Ha tenuto una lunga serie di mostre personali in musei e istituzioni d’arte italiane e straniere, fra cui il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, le Fondazioni Querini Stampalia e Bevilacqua La Masa di Venezia, il Palazzo Ducale di Mantova, la Galleria Civica di Modena, il Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova, i Chiostri di Sant’Eustorgio a Milano e la Galleria Nazionale di San Marino. Negli Stati Uniti: ArtPace San Antonio, Texas e Isabella Stewart Gardner Museum, Boston.
Ha altresì partecipato a numerose mostre collettive in Italia ed all’estero, fra cui le Biennali di Venezia, Istanbul e Gwanjiu.
Ha viaggiato soprattutto in Europa, Nord America e Asia, partecipando anche a programmi di residenza per artisti negli Stati Uniti, a San Francisco, Boston e San Antonio, in India, a Nuova Dehli e in Francia, a Clisson.
Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti Giacomo Carrara di Bergamo e all’Università IUAV di Venezia.
L’artista collabora con le seguenti gallerie: Studio Guenzani (Milano), Galleria Massimo Minini (Brescia), Studio SALES (Roma), Francesco Pantaleone Arte Contemporanea (Palermo), Galleria Christian Stein (Milano), Greengrassi (Londra).
Si ringrazia The Drawing Hall (Grassobbio) e Ilaria Bernardi
TRAVELGLOBE Riproduzione riservata