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Le immagini non mentono quasi mai. Storia e Cronaca attraverso gli occhi di Claudio Speranza 

Claudio Speranza ph. M. Clementi

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Le immagini non mentono quasi mai. Storia e Cronaca attraverso gli occhi di Claudio Speranza 

di Daniela Di Monaco

I protagonisti

Il libro scritto da Francesco Vitali Gentilini – esperto di analisi strategiche e di comunicazione – caro amico di Claudio Speranza – telecineoperatore della RAI, giornalista, inviato speciale per meriti, attento testimone del TG1 – racconta storie, cose ed eventi avvenuti in oltre cinquant’anni di cronaca italiana e internazionale e di vita di Claudio Speranza, che li ha vissuti tutti in prima persona.
Il progetto nasce grazie a Sergio Zavoli – giornalista, scrittore, politico e conduttore televisivo – che suggerisce un incontro tra i due, che già si conoscono e stimano, e che guarda ai possibili contenuti di un libro legato alla letteratura degli inviati.
Il libro, edito da Poderosa Edizioni, nascerà di lì a poco, per caso, tra una conversazione e una collaborazione reciproca tra Gentilini e Speranza.

Claudio Speranza incontra i pinguini imperatore,Tethys Bay 1990
Claudio Speranza incontra i pinguini imperatore,Tethys Bay 1990

Il libro

Si legge come una lunga chiacchierata tra i due amici, con l’eccezionale supporto fotografico di 100 scatti, alcuni inediti, mentre ripercorre cinquant’anni di vita di Speranza in presa diretta mentre gira per il mondo, si scontra con guerre e terremoti, attentati e morte, incontra persone e personaggi, assiste ad eventi storici, fino al conflitto russo-ucraino tra verità e fake-news, dove le immagini diventano il mezzo per intuire, forse comprendere una verità.
Non sono solamente gesta e avventure, ma è la storia di un uomo, è il suo percorso formativo in uno stile scorrevole e narrativo, trattando una professione difficile come il giornalismo, ma avendo la capacità di raccontare anche il dolore con umanità e gentilezza.
Il lavoro raccolto nel libro e nella vita di Claudio rappresenta un patrimonio che si sta perdendo in una epoca digitale ed è una testimonianza sul giornalismo che appartiene già al passato e ci racconta della evoluzione di questo mestiere e ci offre un affresco interessante del paese Italia che cambia.
Il giornalismo, per usare le parole di Umberto Eco, riportate nel corso dell’incontro, è l’espressione di una storiografia dell’istante.

Ciro - Sarajevo - Bosnia ed Erzegovina 1995

Le immagini

Ed è vero, le immagini non mentono, o non mentono quasi mai. La fotografia ha un linguaggio assai preciso e offre la possibilità di intuire, scoprire, immaginare un retroscena. La scena che la foto rappresenta è oggettiva, l’occhio e l’animo di chi si trova dietro il teleobiettivo sono soggettivi, ma l’etica e la deontologia della professione e del reporter, di chi scatta l’immagine, vuole o vorrebbe l’oggettività. Salvo forse, come ci dice Claudio Speranza in occasione della presentazione del libro, astenersi da ogni scatto e ripresa per rispetto della persona, un passo indietro per non ledere la dignità della persona.
In queste immagini si legge la vita di Claudio, uomo di spessore ed esperienza, come solo lui sapeva e poteva raccontarle.
Nel libro sono tante, ma sono poche se pensiamo che Speranza ha percorso 151 paesi ed è stato per cinquant’anni punto di riferimento nel mondo delle riprese televisive. Sebbene protagoniste non rubano spazio al racconto e, in mezzo ai molti eventi della storia vissuta da Speranza, offrono un punto di vista quasi alternativo e personale. E’ interessante ricordare che Speranza ha anche pubblicato il libro “Dietro l’obiettivo, un uomo”.

Francesco Vitali e Claudio Speranza

I contenuti

qualche riga e qualche commento ripresi dal libro:

  • Claudio Speranza dice che un inviato (di guerra) deve avere coraggio e curiosità, ma senza rischiare oltre il lecito. La scrittrice americana Anais Nin disse che “la vita si restringe o si espande in proporzione al coraggio di ciascuno”.
  • Partendo per una trasferta in zona di guerra, Speranza sapeva di dover fotografare giornaliste che chiedevano sempre “trucchi” per ammorbidire i lineamenti e il volto. Una gli chiese una calza da porre davanti all’obiettivo e un diffusore! Pazienza per la calza che Speranza portava comunque con sé, ma un diffusore era un po’ troppo per una zona di guerra!
  • Nella informazione la radio lancia la notizia, la televisione la fa vedere, la carta stampata la spiega.
  • E come diceva sempre Biagi, parafrasando un detto cinese:” E’ meglio una cosa vista che cento raccontate”.
  • Un cartello alle porte di Sarajevo diceva: “Abbiamo un passato tragico, il presente è ancora più tragico, per fortuna non abbiamo futuro”.
  • Speranza: “Suggerii a me stesso di guardare in faccia la sofferenza di altri e non mi sono mai voluto abituare al dolore”.
  • Speranza: “Ho sempre pensato che fosse meglio perdersi in un viaggio difficile e pericoloso che non partire mai”.
  • Speranza: “Una cosa che ho avuto sempre con me in valigia è il libro Piccolo Principe. Leggerlo in ogni viaggio mi aiutava a pensare con sentimento.
  • Chi avresti voluto portare almeno una volta con te, nei tuoi viaggi?  Speranza: “Avrei portato Gabriel Garcia Marquez, per avere un aiuto a guardare il mondo con i suoi occhi e il suo cuore”.

Le immagini non mentono quasi mai  di Francesco Vitali Gentilini e Claudiuo Speranza. Poderosa edizioni € 20.

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