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L’Appia Antica e il Parco degli Acquedotti: due salti nella storia

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L’Appia Antica e il Parco degli Acquedotti: due salti nella storia

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Roma è uno di quei luoghi in cui è più facile rendersi conto della grande abilità degli antichi abitanti nel settore dell’ingegneria. La genialità dei Romani si vede ovunque, soprattutto nella vasta rete di strade che riuscirono a costruire. Una delle più significative e spettacolari, in questo senso, è sicuramente l’Appia Antica, voluta nel 312 a.C dal console Appio Claudio, dal quale ha preso il nome.

Appia Antica
Appia Antica

Curiosità sulla via Appia

La strada originariamente conduceva fino a Brindisi ed è realizzata in pietra lavica. Per arrivare occorrevano cinque giorni di viaggio e i massi furono messi in posa con una tecnica particolare. In tal modo, dunque, si assicurava il drenaggio continuo e il percorso poteva essere seguito per tutto l’anno per una lunghezza di circa duecento chilometri. Organizzata nei due sensi di marcia, l’Appia Antica era affiancata da un percorso pedonale. Curioso è sapere che si trova fuori dalla cinta sacra cittadina, dunque non vi era possibile seppellire i morti. Ecco perché qui sono custodite diverse sepolture, come il Sepolcro di Priscilla e il mausoleo di Cecilia Metella. Ancora, c’è la Tomba di Geta e il grande sepolcro cilindrico, noto come Casal Rotondo. Appartengono tutti al periodo repubblicano e imperiale. Ai primi secoli del Cristianesimo risalgono le catacombe di San Callisto, di Domitilla e di San Sebastiano.

Roma Appia Antica
Roma Appia Antica

L’Appia Antica oggi

Oggi fa parte di un grande parco regionale che include anche il Parco degli Acquedotti, l’area verde residuo di un tratto di Agro Romano che un tempo giungeva fino ai Colli Albani e dove abbondavano i pini marittimi. Da queste parti sorgono sei degli undici acquedotti che servivano l’antica Roma. Si tratta dell’Aqua Iulia, Tepula, Vetus, Marcia, Anio Novus e Claudia. L’Acquedotto Felice era di origine rinascimentale e in alcuni tratti, per costruirlo, furono distrutti gli acquedotti Aqua Marcia, Tepula e Iulia. Tra i monumenti presenti in quest’area, ci sono Porta San Sebastiano e le Mura Aureliane, l’area del Circo e del Palazzo Imperiale di Massenzio, l’area di Capo di Bove, la Villa dei Quintili e la Villa dei Sette Bassi.

Rovina Ostia
Rovina Ostia

Una passeggiata fino alle rovine di Ostia

Intorno a Ostia e alla sua costruzione, ci sono diverse leggende. La tradizione dice che fu il quarto re di Roma, Anco Marzio, a fondarla nel 620 a.C. L’idea era di sfruttare le saline naturali che si trovavano alla foce del Tevere. Tuttavia, non sono stati trovati resti risalenti a quel periodo. Ostium, significa foce e, in ogni caso, fece la sua fortuna proprio grazie alla vicinanza con il fiume. Per secoli Ostia rappresentò il porto principale di Roma, ma ciò che è stato rinvenuto risale al IV secolo a.C. Si tratta di un impianto fortificato costruito in blocchi di tufo per difendere la foce del Tevere e la costa laziale. Dal II secolo a.C, mentre il predominio di Roma si affermava sul Mediterraneo, Ostia non fu più una roccaforte militare e divenne un emporio commerciale. Nello specifico, si trasformò piano piano in un luogo di attività economiche dedicate all’annona, l’approvvigionamento di grano per la capitale. Al periodo imperiale risalgono il teatro, il Capitolium, il principale tempio della città e le Terme di Nettuno, decorate a mosaico. Le rovine di Ostia mostrano una visione completa del quotidiano del periodo. Qui sono presenti abitazioni, botteghe ed edifici di culto dei mercanti, dei marinai e degli stranieri che vi abitavano. Un tempo il sito si trovava sulla costa, oggi sorge a circa 3 km verso l’interno. Ai primi dell’Ottocento sono iniziati gli scavi ma, ad oggi, sono stati rinvenuti meno della metà dei resti che contiene.

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Ostia
Ostia

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