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La Campania chiede che il caffè napoletano diventi Patrimonio UNESCO

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La Campania chiede che il caffè napoletano diventi Patrimonio UNESCO

di Redazione | Instagram

Il caffè è amato in tutto il mondo, ma in Campania è quasi una religione. Per questo motivo è stata inviata la candidatura perché La cultura del caffè espresso napoletano venga inserita nel Patrimonio UNESCO, cosa già avvenuta con la versione turca della bevanda.

Le motivazioni della candidatura

La giunta regionale della Campania ha trasmesso alla Commissione italiana per l’Unesco il dossier di candidatura “La cultura del caffè espresso napoletano” – a firma del presidente Vincenzo De Luca – che avvia la richiesta di iscrizione nella lista del Patrimonio culturale immateriale UNESCO.

Il caffè in Italia non è soltanto una bevanda ma esprime una vera e propria cultura, un rito tutto napoletano che ha dato vita a tradizioni diffuse ovunque, come quella del caffè sospeso che evoca il senso dell’ospitalità, solidarietà e convivialità. 

Nel dossier sono stati evidenziati i profili legati allo sviluppo sostenibile, alla tutela dell’ambiente, alla preservazione degli ecosistemi, che è strettamente connessa a questa cultura. Un rito che si ripete ogni giorno a cui (quasi) nessuno è disposto a rinunciare.

Come si gusta il caffè napoletano

Per poter apprezzare completamente il gusto morbido, l’aspetto cremoso e il profumo intenso del caffè espresso napoletano, ve servito in una tazzina di ceramica bianca senza decori interni, di forma ellittica e con una capacità di 50-100 ml.

Per quanto riguarda la preparazione, le regole da rispettare per ottenere un nero perfetto sono:
• Una porzione di caffè macinato: 7 g ± 0,5
• Temperatura dell’acqua uscita gruppo: 88°C ± 2°C
• Temperatura bevanda in tazza: 67°C ± 3°C
• Pressione di immissione dell’acqua: 9 bar ± 1
• Tempo di percolazione: 25 secondi ± 5 secondi
• Viscosità a 45°C > 1,5 mPa s
• Lipidi totali > 2 mg/ml
• Caffeina < 100 mg/tazzina
• Millilitri in tazza (compresa la crema): 25 ml ± 2,5

Il caffè napoletano (ma non solo) è quindi una questione da prendere seriamente, in modo che ogni singolo sorso possa essere un’esperienza sensoriale.

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