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Julian Charrière. Towards No Earthly Pole a Lugano

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Julian Charrière. Towards No Earthly Pole a Lugano

J. Charrière Towards-No-Earthly-Pole 2019 ©Julian Charrière ProLitteris Zurich

di Daniela Bozzani | bozzanid@gmail.com

Una inedita opera video di Julian Charriére, artista svizzero tra i più promettenti della sua generazione, offre lo spunto per una visita al MASI, Museo d’Arte della Svizzera Italiana, fondato a Lugano nel 2015. La personale, dedicata al giovane e innovativo artista, è concepita intorno all’opera video Towards No Earthly Pole. L’eclettico Julian Charriére, che si muove tra scultura, performance, fotografia e video, offre spesso nuovi e inaspettati punti di vista su alcune delle questioni al centro della nostra epoca. La sua ricerca concettuale, che attraversa varie discipline, dalla geologia alla archeologia, dalla fisica alla storia, si combina con la passione per i viaggi. Viaggi difficili, in aree remote e dalle condizioni climatiche ostili, per esplorare, con metodi e materiali non convenzionali, l’inestricabile legame tra civiltà umana e paesaggio naturale.

J. Charrière Towards-No-Earthly-Pole 2019 ©Julian Charrière ProLitteris Zurich

Vulcani, ghiacciai, siti radioattivi

L’idea del progetto Towards No Earthly Pole nasce nel 2017 quando Julian Charrière percorre il canale di Drake, tra capo Horn e le isole Shetland Meridionali, su una nave di ricercatori russi. L’impatto concreto con il paesaggio dell’Antartide e il confronto con la storia delle esplorazioni di inizio Novecento, creano le condizioni per l’avvio dell’opera. I successivi viaggi sui ghiacciai svizzeri del Rodano e dell’Aletsch, sul Monte Bianco, in Islanda e in Groenlandia chiuderanno il percorso progettuale.

J. Charrière Towards-No-Earthly-Pole 2019 ©Julian Charrière ProLitteris Zurich

L’ultima spedizione polare del 1845

Il titolo della mostra e del progetto riprende un verso del poeta inglese Alfred Tennyson dedicato a John Franklin, morto con il suo equipaggio nella famosa spedizione del 1845. Fino a inizio Novecento, poli terrestri e ghiacciai furono le ultime regioni da conquistare e cartografare: frontiere finali,  piene di segreti ed estremamente ardue da attraversare. Oggi, simboli dell’antropocene, sono considerati fragili ecosistemi da proteggere. Allo stesso tempo restano i luoghi maggiormente ostili nei confronti degli esseri viventi. Paesaggi visti da pochi, ma da sempre presenti nell’immaginario geografico collettivo, attraverso fotografie, riprese storiche e letteratura, che esercitano ancora un grande fascino sull’uomo.

J. Charrière Towards-No-Earthly-Pole 2019 ©Julian Charrière ProLitteris Zurich

Immagini, suoni e odore trasportano il visitatore in un altro mondo

Intorno alla proiezione centrale, Charrière ha realizzato un’installazione ambientale, trasformando l’intero spazio espositivo in una visita sensoriale, fatta anche di suoni e odori, che intensifica la relazione tra spettatore e paesaggio. I suoni, la luce, la materia vissuti durante le esplorazioni artiche sono elementi fondamentali nel processo di scoperta di luoghi così profondamente diversi. Un insieme di sensazioni che restituiscono al paesaggio una forza e un mistero antichi, tra bellezza e minaccia, ma mai totalmente libero dalla presenza dell’uomo. Una presenza che spesso contrasta le forze naturali, stravolgendone i rapporti. Attraverso la sua ricerca artistica, Charrière instaura un dialogo con il paesaggio, ricercando la condizione di stupore che anticamente l’uomo provava nei suoi confronti: come l’uomo agisce sul paesaggio questo agisce su di lui e dove i moti si incontrano può nascere un’opera d’arte.

J.Charrière Towards-No-Earthly-Pole 2019 ©Julian Charrière ProLitteris Zurich

INFO

Titolo: Julian Charriére. Towards No Earthly Pole.

Dove: Masi, LAC, Piazza B. Luini 6, Lugano.

Quando: dal 27 ottobre al 15 marzo 2020.

Orari: da martedì a domenica 10/18; giovedì 10/20.

Biglietti: intero 20 CHF, ridotto 14 CHF

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