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Iran: tappeti, acqua di rose e spezie

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Iran: tappeti, acqua di rose e spezie

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Monumenti dalle caleidoscopiche geometrie e cieli limpidi che hanno visto, nei secoli, carovane che ne attraversavano l’altopiano. L’Iran affascina da sempre, sin da quando i suoi cammelli portavano merci in giro per il mondo, a cominciare da preziosi ori e spezie. Non mancavano certamente i tappeti persiani che oggi sono Patrimonio dell’Umanità e lo zafferano, così come l’acqua di rose distillata dai chimici locali sin dal periodo medievale.

La storia dell’Iran è “scritta” sui suoi manufatti

Chi pensa all’Iran immagina subito i tappeti, ma altrettanto importanti per risalire a ciò che fu questa terra, sono le pietre dell’antico Impero archemenide e le maioliche colorate delle moschee dei Safavidi.

I tappeti, vere opere d’arte

Venivano annodati a mano, in una tradizione che era mantenuta in vita dagli artigiani dei villaggi e delle città, sia dai nomadi del deserto che nelle fabbriche. Producevano soprattutto per le sfarzose corti e ogni artista aveva uno stile che ne indicava la peculiarità e la provenienza. La lavorazione, dunque, poteva prevedere fantasie geometriche, floreali, figurative, allegoriche o arabeschi. La tessitura si è comunque evoluta nel tempo, a cominciare dall’introduzione dei coloranti chimici, fino ad arrivare alla produzione artigianale che si è affiancata a quella industriale. Tuttavia, anche per l’Iran moderno questa antica arte non ha perso di importanza.

Zafferano e acqua di rose

Lo zafferano è conosciuto come “l’oro rosso dell’Iran” ed è molto costoso perché per raccoglierlo ci vuole tempo e pazienza. Viene coltivato da queste parti sin dal tempo dei Medi, da circa tre millenni. Il significato letterale del termine originale è “avente foglie dorate”. Nella provincia di Ishahan, invece, soprattutto a Qamsar, all’inizio di maggio c’è la raccolta dei petali di rose. Quest’ultima inizia all’alba e finisce nel tardo pomeriggio. Appena presi, i fiori, vengono lavorati per produrre l’acqua di rose, con un procedimento che risale all’epoca dell’Impero dei Safavidi. Il Paese ne resta il più grande produttore al mondo, con le sue circa 26mila tonnellate.

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