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Ph. @Carlo Mari. Io Milano. Il Duomo e Palazzo Reale

IO MILANO

Un libro di Carlo Mari

IL RUMORE DEI PASSI

Ho potuto sentire il rumore dei miei passi.
Il rumore dei miei passi ed il respiro soffocato dalla mascherina, affannato per il continuo spostarmi nei grandi spazi vuoti di una realtà surreale … o reale, fantastica o fantascientifica, ma assolutamente vera, presente! La città a volte odiata per la sua esagerata frenesia, vitalità accelerata, ora è sospesa, ovattata, come se fosse tutta solo per me. Un sogno soffice, di quelli che ti danno serenità e ti fanno dormire bene; ma poi il risveglio è tremendo: era tutto finto, la realtà è un’altra, la vera Milano è viva, è di corsa, sempre. Questo libro è un bel sogno soffice, che per un attimo ci fa scoprire una città bellissima; le è stata concessa una breve pausa per mostrarsi in tutta la sua grandezza in un religioso silenzio.

Carlo Mari
Milano, aprile 2020

Ph. @Carlo Mari. Io Milano. Via Vittor Pisani e Stazione Centrale
Ph. @Carlo Mari. Io Milano. Via Manzoni

Appuntamento a Milano

È vero, così non l’avevamo mai vista, e nemmeno immaginata: manca il traffico, nelle immagini che vediamo, l’efficienza, la velocità. Si tratta di luoghi comuni, che però hanno permesso a tanti di identificarsi con un modello, sentendosi almeno milanesi d’adozione. Milano, però, non ostenta, neanche nei momenti difficili. Pur essendo una città del mondo, difficilmente celebra le proprie virtù; forse perché sempre in movimento e impegnata a cambiare di continuo. E’ più facile che si proponga, in coerenza col momento storico e le tendenze del tempo. Molti ricordano la Milano del boom, industriale e produttiva, o anche quella “da bere”, più frivola e modaiola. C’è poi la città del Natale, del fashion, delle fiere, delle banche e dei mercati: un continuo svestirsi e rivestirsi per chi voglia vedere e comprendere, dimostrandosi attuale. Mancava solo una pandemia e, a guardare le immagini di Carlo Mari, ci si accorge come Milano ce la stia già facendo. Il fotografo ha avuto il merito di portare alla ribalta una città nuova, per nulla livida o ferita. Piuttosto si evince un tempo che rallenta, non nell’efficienza ma nelle idee. Riflette, la città, e induce a pensare. Dovrà farlo anche il milanese adottivo, accogliendo una proposta nuova, diversa, persino migliore. 

Sono in bianco e nero, le immagini di Carlo; una scelta felice per l’alto potere evocativo che riescono a esercitare. Non manca solo la gente, sono caduti tutti i vestiti della città che conoscevamo: le nebbie anni ’60 e la retorica turistica degli angoli caratteristici. Strade, viali e palazzi si aprono in una vista completa, enorme, assoluta. E lì sta la proposta: i luoghi fotografati diventano accessibili, disponibili; pronti per un divenire imminente dove sarà bello incrociarsi, magari dopo essersi guardati attorno. Anche i Carabinieri ci stanno aspettando; ed è giusto riiniziare con loro, con l’idea di incontrarli di nuovo, laddove li abbiamo sempre visti. Carlo Mari ce li presenta con schiettezza, senza retorica: parte integrante (e rassicurante) della società moderna. Una Milano nuova e riconoscibile: così le fotografie hanno interpretato la città, restituendocela per come la troveremo. Tutte insieme rappresentano anche lo stimolo a ricominciare, questa volta con garbo e rispetto. Sì perché all’ombra del Duomo il tempo non ha mai rappresentato pigrizia o nostalgia, bensì solo un viatico per modificarsi, in meglio peraltro. Ce la sta già facendo, Milano; e con Mari ci consegna un invito a tornare. Un appuntamento fissato che non possiamo disattendere.

Mosè Franchi, direttore di Image Mag

Ph. @Carlo Mari. Io Milano. Il Castello Sforzesco
Ph. @Carlo Mari. Io Milano. Brera

Beppe Sala

Sindaco di Milano

Il Coronavirus ha svuotato la città. Milano che ha sempre avuto la sua ragione nel movimento, fisico e mentale, della sua gente si è trovata con le sue piazze, le sue vie, i suoi scorci senza nessuno. È stato necessario per difenderci da un virus misterioso che ha fatto a pezzi molte nostre apparenti certezze, prima fra tutte la fiducia che la scienza ci difendesse ormai da pericoli di questo genere. Questo abbandono ha lasciato un panorama delle nostra città imprevedibile e imprevisto, pieno di niente. Un palcoscenico vuoto, all’apparenza. Ho passato il lockdown non a casa, ma a Palazzo Marino nel duro impegno di trovare le vie migliori per curare il disagio e la crescente fatica economica della città. A volte la tentazione è stata quella di abbandonarsi a quella estraneità, a quel vuoto che sembrava assorbire idee, volontà ed energie. Non l’abbiamo fatto perché il nostro dovere era di fronteggiare questa crisi soccorrendo i più fragili   e costruendo le condizioni per una ripresa, sia pur cauta e difficoltosa. E bene abbiamo fatto. 

Ph. @Carlo Mari. Io Milano. Caserma dei Carabinieri

Non a caso lo sguardo dell’artista, lo scatto del fotografo attento e innamorato di Milano ci  restituiscono la vera protagonista di quegli spazi, l’attesa. Le foto di Carlo Mari ci restituiscono il senso della sospensione di Milano, come se i monumenti e i luoghi della nostra città non si siano rassegnati a quel vuoto e siano rimasti ad attenderci, giorno dopo giorno. E insieme ai luoghi compaiono i Carabinieri, segno in se stessi di quell’Italia che non manca mai, nei momenti del bisogno, di far sentire la propria presenza. Nel ricordo di questa crisi (che speriamo non si ripresenti più) non dobbiamo mai perdere il senso di gratitudine verso chi si è preso cura dei malati, ma anche verso i tanti che non hanno mai smesso di far funzionare e di proteggere i luoghi della nostra vita. Infine, una grande protagonista di queste foto e della nostra vita è la luce. Milano non è percepita come una città luminosa. Chi non la ama la trova sempre un po’ grigia. Ma, al di là di quel cielo lombardo “così bello, quand’è bello”, per dirla col Manzoni, chi vive Milano  sa quanto la luce guidi i passi dei Milanesi nei loro cammini per la città. Siamo pronti a seguirla di nuovo, la nostra luce.

Quando Carlo Mari, già con lucida visione, mi ha proposto di assisterlo nella realizzazione di un servizio fotografico sulla città di Milano nel momento della sua massima esposizione all’ attacco di una minaccia invisibile quanto insidiosa, a cui tutti eravamo impreparati, assorbito da una moltitudine di gravose incombenze imposte da una situazione a dir poco surreale, non ho saputo apprezzare a pieno, come avrei dovuto, la profondità del suo progetto. Certamente l’idea era molto interessante, ma in quel momento la consideravo inopportuna a fronte delle criticità che stavamo attraversando. Come pensare a delle fotografie mentre stavamo combattendo contro una delle più pesanti e inaspettate emergenze della nostra storia? E invece mi sbagliavo. Testimoniare era necessario. Oggi, nel visionare con maggiore serenità l’ottimo lavoro svolto, mi rallegro per il suo intuito e per la grande capacità dimostrata nel lasciare una testimonianza viva di un periodo difficile, che le foto artistiche da lui realizzate rendono nella loro scorrevole semplicità meglio di qualunque commento scritto.  Questo catalogo ha una sua particolarità nel mostrare come i carabinieri, in una fase così delicata, non hanno “controllato” la città ma l’hanno “accompagnata”. Le foto mostrano una città sola, una città vuota, in realtà si tratta di una città sospesa e in questa sospensione si erge la presenza dei carabinieri.

C’è una differenza tra controllare e accompagnare. Il nostro compito, il compito dell’Arma, è certamente quello di controllare che tutto si svolga secondo giustizia, ma noi, nel controllare, abbiamo anche accompagnato una città smarrita, confusa e disorientata. Siamo stati attenti a seguirne il palpito dolente. Accompagnare significa viverne momento per momento difficoltà e dolori, sentire come propria ogni vita che si è riusciti a proteggere. Non suoni retorico quanto affermo e queste fotografie iconiche raccontano questo impegno, con rigore e nel contempo con delicatezza. Le immagini mostrano, quindi, non solo un’operatività, intrinseca al ruolo, ma fanno anche trasparire un’amorevole sensibilità verso una città sospesa, ma non arresa. Una città che, da sempre straordinaria per socialità e generosità, si è fermata per salvare soprattutto la sua parte più esposta e fragile. Una città silenziosa ma parlante allo stesso tempo, come testimoniano questi scatti sapientemente realizzati  sullo sfondo di una sospensione  apparentemente priva di colore, nella quale vengono ritratti  uomini dell’Arma che con gli infermieri, i medici e le tante altre  categorie impegnate con grande altruismo a continuare  a donare il proprio lavoro per gli altri, si sono esposti con instancabile perseveranza ad un rischio reale che, purtroppo, non in poche circostanze ha poi raccolto inesorabilmente i suoi infausti frutti. Ciò che colpisce di siffatta dinamica dell’essere esposti è che non è stata descritta dentro la 

cornice retorica di un probabile eroismo, a volte inconsapevole e sempre incardinato su una eccezionalità e, quindi, su una rarità. Invece no. Qui vengono raffigurate persone che si sono esposte con ordinario coraggio e queste immagini ritraggono indelebilmente la consuetudine di un lavoro quotidiano svolto nel contesto di una situazione assolutamente insolita.   Foto presentate senza strazio, a dimostrazione di una città forte, protagonista e, nonostante tutto, sempre attiva e vitale. Ma la capacità artistica di Carlo Mari non è inferiore alla sua sensibile generosità, da lui tangibilmente dimostrata donando gli introiti derivanti dalla commercializzazione del libro all’ Opera Nazionale di Assistenza agli Orfani dei Militari dell’Arma, tra le cui fila si sono purtroppo aggiunti  i figli dei  carabinieri sopraffatti dal famigerato Covid – 19,  ben sei solo nel Comando Interregionale “Pastrengo” che in quel non facile periodo ho avuto l’onere, ma anche il prestigio, di comandare.  E’ al loro servizio e alla loro memoria che ritengo debbano essere dedicate queste fotografie, così piene di una vita che resiste e trova senso nell’esserci a fianco di chi ha bisogno di cura e difesa. E’ con orgoglio che mi sento di riconoscere in questi scatti lo spirito, tutto, di quei giorni difficili.

Gaetano Angelo Maruccia, Generale di Corpo d’Armata. Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri

Generale C.A. Claudio Vincelli - Comandante Interregionale Carabinieri “Pastrengo" Generale B. Dott. Roberto Boccaccio - Capo di Stato Maggiore Comando Interregionale Carabinieri “Pastrengo” Dr. Michele Coppola Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo

Carlo Mari, fotografo contemporaneo, milanese d’adozione, è nato a Legnano, a pochi chilometri da Milano, nel 1959. Ha viaggiato il mondo sopra e sotto i mari, sempre con la macchina fotografica al collo, per raccontare. Nel quotidiano, si occupa di fotografia commerciale, ritraendo anche la moda, perennemente alla ricerca della bellezza in tutte le sue forme. Tra gli anni ’80 e ’90, è apparso sulle copertine delle più importanti riviste di mare italiane ed estere, sulle quali erano pubblicati i suoi servizi. In seguito – e per molto tempo – ha documentato la vita selvaggia dell’Est Africa. Su invito della “The Harvill Press” di Londra, sono nati due importanti volumi: il primo, “The Great Migration”, vinceva a Padova il premio quale “Miglior libro fotografico 2000” e a Parigi il “Prix Nadar” come miglior produzione fotografica dell’anno; il secondo, “Pink Africa”, descriveva la vita dei fenicotteri rosa nella Rift Valley. Carlo Mari ha al suo attivo molti libri fotografici pubblicati in tutto il mondo, alcuni riguardanti la vita dei fondali marini, altri l’Est Africa, tra Kenya e Tanzania, altri ancora il nudo artistico e il glamour pubblicitario, come “Animal Man” pubblicato a Parigi da “Edition de La Martinière” nel 2000. Ritrattista, da anni documenta la bellezza – non solo esteriore – di molte popolazioni a rischio di estinzione in Est Africa. Nel 2003 ha realizzato per F&T il libro “Safari” con la scrittrice Kuki Gallmann. “My Africa” F&T, una delle sue più importanti creazioni, è entrato a far parte della lista dei best-sellers fotografici nel 2004 in Germania. Con la “Leonardo International“ ha realizzato nel 2009 un libro su Papa Benedetto XVI in visita all’Abbazia di Montecassino e nel 2010 è stato autore del calendario “BERETTA Armi”. Cultori e collezionisti lo conoscono per le sue ricercate stampe Fine Art, in tiratura limitatissima, presenti nelle più importanti collezioni del mondo. Negli ultimi anni il richiamo del mare è stato talmente forte da indurlo alla ricerca di sensazioni antiche. Con “Skira Editore” ha pubblicato, nel 2019, il libro “Passage through DAR”: una raccolta di ritratti realizzati al mercato del pesce di Dar Es Salaam in Tanzania. In collaborazione con CMStudio, è nato il volume Fine Art “Secret Love”, una straordinaria storia d’amore tra l’autore e il suo mare. Fotografo attento e attivo, sempre alla ricerca di esperienze nuove e diverse, oggi, d’istinto, si è dedicato al racconto di Milano, la città che sente maggiormente vicina. Nel periodo epocale della pandemia Covid19, è riuscito a esaltarne la bellezza, facendole compagnia. In stretta collaborazione con l’Arma dei Carabinieri ha potuto essere presente e fotografare la città durante il periodo di lock-down.

IO MILANO CARLO MARI
Edizioni SKIRA, 2020. Formato 20×30 cm. Pagine 192, cartonato
Prezzo: € 49
Le stampe fine art in edizione 1/3 della omonima mostra sono acquistabili dal sito mostramilano.carlomari.com. 
Il ricavato sarà destinato alla ONAOMAC, ente assistenziale agli orfani dei carabinieri caduti.

 

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