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Il Tempio d’Oro di Amristar: l’anima magica dell’India

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Il Tempio d’Oro di Amristar: l’anima magica dell’India

di Federica Giuliani

Amristar è situata nella zona nord ovest dell’India, nel ricco e agricolo Punjab, al confine con il Pakistan. L’attrazione principale, però, non è la città in sé quanto il famoso Tempio d’Oro, custode del libro sacro ai fedeli della religione sikh.

[b]IL SIKHISMO[/b]

Il termine sikh deriva dal sanscrito e significa “discepolo”. Questa religione monoteista si basa sull’insegnamento di dieci guru vissuti tra il XV ed il XVII secolo. Le Sacre Scritture non riconoscono il sistema delle caste e non approvano l’adorazione degli idoli, l’esecuzione di rituali e le superstizioni. Inoltre, per il sikhismo la donna ha la stessa anima dell’uomo e, perciò, gode dei suoi stessi diritti nel recitare gli inni sacri nei templi sikh e di un rapporto di uguaglianza.

[b]STORIA DEL TEMPIO[/b]

Il quarto Guru del Sikhismo, Guru Ram Das, scavò una cisterna che fu conosciuta con il nome amritsar, che letteralmente significa “laghetto del nettare dell’immortalità”, e diede il medesimo nome alla città che le si sviluppò intorno. Successivamente, fu costruito al centro di questa cisterna un luminoso edificio, Harmandir Sahib – Tempio di Dio – che divenne subito il fulcro supremo del Sikhismo.
Nel 1574 l’area dove sorge il tempio era circondata da un piccolo lago immerso nella fitta foresta. Quando però l’imperatore Akbar vide il luogo, rimanendone piacevolmente impressionato, concesse la terra e la riscossione della tasse dei villaggi nei dintorni, come augurio per le nozze, alla neo moglie del quarto Guru, che decise di ampliare lo specchio d’acqua. Nel 1588 la costruzione del tempio fu avviata dal grande Sufi di Lahore, che riuscì a terminarlo nel 1601.

[b]VISITA AL TEMPIO[/b]

L’accesso al tempio è garantito da quattro entrate diverse, a simboleggiare l’importanza dell’accettazione e dell’apertura. Chiunque può entrare nel luogo sacro, indipendentemente dalla religione, dal sesso e dalla razza. L’unica restrizione riguarda il fatto che il visitatore non deve bere alcol, mangiare carne, fumare sigarette o assumere altre droghe mentre si trova nel santuario.
In segno di rispetto, è necessario coprirsi il capo, regola che vale sia per gli uomini che per le donne, e lavarsi i piedi prima di entrare.
Il momento più emozionante arriva con la sera, quando il libro sacro viene riposto in una teca durante una sorta di processione fatta di persone e luci. Una delle più importanti festività sikh, che nel Tempio d’Oro viene vissuta con particolare fervore, è Vaisakhi, celebrata nella seconda settimana di aprile, intorno al 13.
In questo giorno i sikh festeggiano la fondazione del Khalsa: l’ordine dei Sikh pronti a sacrificare la vita e a diventare Jatas, martiri in nome della religione. Durante la magica festa di Diwali, poi, il tempio si illumina di raggi e ombre, che sembrano danzare sulle pareti d’oro.

[b]ASTROLOGIA[/b]

Fuori dal tempio, lungo le tante vie del bazar, è facile trovare indicazioni che conducono a un astrologo in grado di calcolare il tema natale e leggere la mano. Si dice che sul palmo della mano si segnino con maggiore rapidità, e con continui cambiamenti, gli eventi che ci aprono a esperienze e che non trovano spazio nella visione olistica e generale del tema natale. Questo sistema divinatorio interessò molto anche Carl Gustav Jung che spinse addirittura un suo allievo, Julius Spier, a farne una professione e a scrivere un libro sull’argomento: Le mani dei bambini – Introduzione alla psicochirologia.

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