Il nuovo racconto del Museo del ‘900 a Milano
Marco Sironi. Figura, 1913-14. olio su tela 84,5 x 59,5 cm. Donazione Giuseppina Antognini e Francesco Pasquinelli.
Date
- 02.10.21
Il nuovo racconto del Museo del ‘900 a Milano
di Daniela Bozzani
Riapre al pubblico la Galleria del Futurismo, ultima tappa del progetto di riallestimento del Museo del ‘900 a 10 anni dalla sua apertura. Abbandonata quella atmosfera intima da casa borghese, la nuova Galleria ha riacquistato la vocazione monumentale propria di un Museo così importante a livello internazionale con luci e colori nuovi.
La visita comincia con una esposizione di importanti lavori su carta di Antonio Sant’Elia e Giacomo Balla e una serie di Manifesti, fondamentale strumento di diffusione delle idee e della grafica futuriste. Una videoinstallazione rimanda al clima sperimentale dei primi trent’anni del Novecento.
Ai capolavori di Boccioni, Carrà, Balla e Severini, giusto per indicarne alcuni tra i più importanti, si sono aggiunti quattro importanti dipinti della collezione Antognini Pasquinelli. L’emblematico Crepuscolo, un racconto della Milano che cambia dipinto da Boccioni sul cantiere a cielo aperto di Piazza Trento del 1909. Paesaggio toscano di Severini e un esemplare importante dei ritratti “antigraziosi” di Mario Sironi che secondo il punto di vista innovativo dei futuristi apre a una serie di deformazioni primitiviste e arcaiche della figura. La Velocità d’automobile+Luci di Giacomo Balla chiude l’importante donazione della mecenate milanese impegnata su diversi fronti, dall’arte al sociale. Il generoso contributo origina dalla volontà di Giuseppina Antognini di sostenere il progetto Novecentopiùcento nella riqualificazione del Secondo Arengario arricchendo la collezione del Museo con nuovi capolavori e una importante donazione in denaro con la speranza di stimolare iniziative affini. Grazie alla generosità di collezionisti privati intanto il patrimonio museale si è arricchito di due nuovi importanti lavori: il monumentale Festa cinese di Mario Schifano e l’installazione Magnete di Emilio Prini.
La Galleria segue due racconti paralleli. La parete principale testimonia le sperimentazioni pittoriche degli artisti intorno ai temi tipici da loro prediletti come i soggetti di vita urbana, l’entusiasmo patriottico e la bellezza del movimento e della macchina. Sulla parete opposta le opere raccontano la pittura e la scultura futuriste attraverso soggetti tradizionali come la figura e la natura morta. La sala si chiude con il celebre bronzo boccioniano del 1913 Forme uniche della continuità nello spazio.
Nel 2022 grazie al comodato della Collezione Gianni Mattioli, la maggiore collezione privata di arte italiana futurista al mondo, torneranno a dialogare tra loro opere della raccolta Canavese, già di Fedele Azari, e quelle della collezione Jucher. Opere fondamentali che andranno ad arricchire la Galleria del Futurismo facendone la più importante esposizione di arte italiana del primo Novecento a livello internazionale.
L’ambizioso progetto di ampliamento del Museo alla seconda Torre dell’Arengario fornirà l’occasione di ampliare gli spazi espositivi ma anche quelli dedicati ai servizi per il pubblico: laboratori, auditorium e spazi polifunzionali. Il Museo del Novecento si avvia quindi a diventare un centro di ricerca sempre più ricco e complesso, in grado di rispecchiare una società sempre più multiculturale e di profilo internazionale quale Milano è diventata negli ultimi anni.
© TRAVELGLOBE Riproduzione riservata