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Il fiore di loto in Sri Lanka: il simbolo nazionale è il dono più comune da portare nei templi

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Il fiore di loto in Sri Lanka: il simbolo nazionale è il dono più comune da portare nei templi

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Rinascere: forse è proprio questo di cui abbiamo bisogno più volte nella vita, specialmente quando chiudiamo un ciclo e dobbiamo ricominciarne uno nuovo. E il Fiore di loto, simbolo nazionale in Sri Lanka e pianta acquatica amata un po’ in tutta l’Asia, ne rappresenta il concetto al meglio. Con i suoi tanti petali appuntiti e rosati ricorda la perseveranza, la forza e la bellezza della natura che non si arrende. Affascina chiunque quindi, ma nella cultura orientale ha anche una accezione spirituale, visto che viene usato come dono da portare nei templi in segno di devozione.

Fiore di loto, una storia millenaria tra mito e leggenda

Non tutti sanno che è associato ai tatuaggi e il motivo è presto spiegato: il suo lungo passato è connesso strettamente alla simbologia. La presenza di riferimenti alla cultura asiatica è notevole, a cominciare dai buddhisti per i quali il fiore è legato al concetto di purezza dell’anima e del corpo. Le sue lunghe radici che affondano nel fango ma restano incontaminate, indicano la capacità spirituale di superare le avversità. In più, la corolla che si apre di giorno e si chiude di notte simboleggia forza vitale e rigenerazione. Il Fiore di loto, però, è anche al centro di diverse leggende: in Asia si racconta che quando Buddha era bambino e iniziò a camminare, cominciarono a crescere queste specie ovunque lui passasse. Ed ecco perché è considerato un vegetale sacro.

Il Fiore di Loto e la posizione yoga

Ha ispirato anche una posizione dello yoga, la famosa “posizione del loto“, legata al concetto di meditazione, che consiste nell’assumere una posizione a gambe incrociate e mani sulle ginocchia.

Non solo Asia

Il Fiore di Loto, inoltre, è noto sin dai tempi dell’antico Egitto, nella cultura del Mediterraneo. Da queste parti era amato, soprattutto perché fioriva nei periodi di piena del Nilo e veniva chiamato Seshen. Era utilizzato nel corso dei riti religiosi e veniva offerto in dono agli dei, con l’idea che il mondo fosse originato proprio da questo fiore. Nella mitologia greca, se ne parla soprattutto nell’Odissea dove Omero racconta proprio dei “mangiatori di fiori di Loto” o “latofagi”. Gli stessi accolsero Ulisse e gli offrirono il frutto della pianta, considerato un narcotico e associato alla perdita di memoria.

Il Fiore di Loto oggi

Nell’epoca moderna, riceverlo significa che chi lo dona ha per quella persona stima e ammirazione. Chi lo sceglie, infine, come tatuaggio, vuole comunicare voglia di rinascita, magari dopo la fine di una storia d’amore e la capacità di non arrendersi.

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