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Sapori dal Bhutan: la felicità passa anche dal piatto

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Sapori dal Bhutan: la felicità passa anche dal piatto

di Federica Giuliani | @traveltotaste

Il Bhutan, piccolo Paradiso circondato da alte montagne innevate e reso rigoglioso da una vasta giungla subtropicale, è considerato il Paese più felice al mondo. La devozione totale alla famiglia reale e la pratica buddista, che riguarda ogni aspetto della vita, fanno di questo luogo un vero regno di pace e serenità.

Anche se arrivare qui non è semplice (solo cinque piloti al mondo sono abilitati per atterrare nell’aeroporto internazionale) e, soprattutto, non è affatto economico, trascorrere un periodo tra i colori degli abiti tradizionali e i sorrisi della gente merita le difficoltà. Soprattutto se c’è modo di mangiare bene.

Momo e peperoncino

Un tempo il Bhutan cercava di nascondere la predilezione per le spezie della propria tradizione gastronomica, temendo che non sarebbe stata apprezzata da palati delicati. E così, negli hotel di categoria e qualche ristorante di Paro, si è sviluppata una cucina con poco sapore che è presto fallita. Il modo migliore per comprendere i gusti locali, infatti, è mangiare presso le bancarelle dove magari trovare deliziosi momo: i ravioli himalayani ripieni di verdure o carne cotti al vapore. Un pasto completo o uno snack veloce da consumare per strada o tra le mura di casa.

Tra le strade del centro di Paro si trovano più che altro negozi dove trovare cibi importati, ma se ci si fa consigliare da un locale è in periferia che si verrà indirizzati per assaggiare i migliori momo della città: si dice che da Sushila si trovino i migliori ravioli al vapore del Paese. Si mangiano accompagnati da brodo e peperoncino molto piccante.

La Tingay, invece, è una zuppa aromatizzata con burro di yak e pepe, arricchita con piccole palline di pasta: prende il nome dal pepe, che la rende tanto saporita da intorpidire le labbra.

Non mancano i prodotti caseari prodotti dagli allevatori di yak che scendono periodicamente dalle montagne. Anche se i precetti buddisti impongano di non mangiare carne di animali uccisi allo scopo, c’è chi trova sempre il modo di procurarselo. Si narra di incidenti occorsi ad animali la cui carne è poi stata consumata durante qualche festival. Nonostante ciò, la carne di yak resta rara mentre è più facile assaggiare il prodotti del suo latte, che viene sempre cotto con il peperoncino, obbligatorio a ogni pasto.

I peperoncini secchi interi vengono cotti in acqua e cagliata di formaggio per creare una miscela speziata che aggiunge sapore a qualsiasi piatto. Il riso è molto apprezzato in Bhutan, ma solo quando c’è un sacco di peperoncino in cima a renderlo saporito.

Tagliatelle e tè

Andando verso est le risaie lasciano spazio ai campi di grano saraceno. In questa zona alla base dell’alimentazione bhutanese ci sono tagliatelle e frittelle, che ben si accompagnano alla birra locale.

Tsheringma, invece, è un insieme di erbe con cui viene preparato il tè; il nome deriva dalla dea bhutanese della longevità, ricchezza e prosperità. Più che di un tè vero e proprio si tratta di un infuso utilizzato anche a livello di medicina tradizionale; risulta infatti lenitivo, rinfrescante e utile al sistema digerente. Contiene i petali della pianta di cartamo e la corteccia della radice di Cinnamomum Tamala, meglio noto come “alloro indiano”.

Se però stai pensando di andare in Bhutan, sappi che ci sono molte regole a cui dovrai attenerti.

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