di Francesca Spanò | @francynefertiti

Il sale in Thailandia, ha un ruolo da re e la sua importanza è conosciuta ben oltre i confini nazionali. Una storia lunga la sua, che passa dalle ricette più antiche e attraversa diverse tipologie di pasto, in particolare i piatti salati. Del resto, nel Paese i sapori decisi sono un must, gli stessi che sempre più spesso conquistano i delicati palati occidentali. Talvolta sono forti, altre acidi e ancora dolci, amari, piccanti e salati. Il risultato è sempre molto armonioso e mai convenzionale.

Famosi sono i prodotti alimentari a base di uova e pesci o anche la salsa, dove il cloruro di sodio si fa sentire. Eppure il sale, in loco, è sempre stato utilizzato pure nei giorni precedenti alla refrigerazione dei cibi, diventando poi una parte essenziale del modo di alimentarsi in stile thai.

Ma il sale fa male?

Certo ridurlo nell’alimentazione è un fattore importante, ma senza eccedere è davvero indispensabile per creare piccoli capolavori tra i fornelli. Un altro suo utilizzo importante è, ad esempio, quello termale. Quest’ultimo è un appuntamento fisso per chi arriva in tale tratto di Asia. I sali locali sono famosi per il massaggio scrub esfoliante, per rimuovere le cellule morte della pelle e hanno proprietà anti-batteriche. Quello al sale infuso con il limone allevia i sintomi del jet lag e lo stress. Tra le comunità thailandesi che lo considerano vitale, ci sono Phetchaburi, Samut Sakhon e Samut Songkhram nel Golfo di Thailandia, e Pattani nel profondo sud.

I turisti diretti verso le famose spiagge di Cha-am e Hua-Hin, o verso la splendida residenza estiva di Maruekhathaiyawan, e l’imponente palazzo collina di Phra Nakhon Khiri, costruito re Rama IV, notano le saline con le loro sfumature a perdita d’occhio. E non possono che innamorarsene.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA