Cerca
Close this search box.
In bici nell’Oltrepò Pavese, tra vini e farfalle

DatA

In bici nell’Oltrepò Pavese, tra vini e farfalle

We love Oltrepò! – 1 from vinoltrepo on Vimeo.

 

di Raffaele Alessi

Le colline dilatano il respiro, sono imminenti e lontane, familiari e pur favolose. E il vino è la loro sintesi arcana.  [Gianni Brera]

C’è un territorio lento, a ridosso delle veloci strade metropolitane, dove – come scriveva di sport e di poesia il giornalista Gianni Brera – “La terra padana si ondula come un immenso mare sfrangiato… onde che sono di intenso verde e via via si fanno violette, azzurre celesti fino a confondersi con il cielo”.

Le armonie dell’Oltrepò Pavese sono in questi primi lembi di Appennino, negli acini rotondi dell’uva e nei cerchi delle bici che pedalano lungo i vitigni.

Qui mi sono perso un giorno, tra i filari di un vigneto. Avevo la bici in spalla, perché non si è mai visto un ciclista di strada che pedala su questa terra di argilla. Cercavo un coppo, su in cima dove mio fratello non credeva che sarei arrivato in bici da Milano. Chissà le risate ora che mi vede spuntare tra l’uva e gli tocca aprire una bottiglia, che merito un bicchiere di vino buono. La pedalata è rotonda come l’uva, ma costa fatica quando sale. Anche la vite ha bisogno di una schiena forte e di molta cura. La bicicletta e l’uva si somigliano e mi piacciono. Qui stanno bene insieme, in armonia. Quando pedali tra i vigneti senti il profumo dell’uva e i legni dei filari sembrano strisce pettinate che si aprono ai lati della strada dove la ruota quasi incide la direzione, come fa il vento quando soffia nei campi. Questo sole da energia sui pedali e zuccheri nell’uva. Se ti alzi sulla sella e apri le mani puoi sentire il respiro caldo di queste colline.

Via, lontano dalla città e dai suoi ritmi, per vivere l’esperienza di una pedalata in campagna. In cerca di cose buone, che fanno star bene.

Valle di biciclette e di farfalle

Qui l’esperienza di “vino e campagna” coincide con la destinazione dell’Oltrepò Pavese. Questa è la valle delle biciclette che collega le colline pavesi e quelle liguri. Si pedala tra i vigneti su strade poco trafficate. Il fondo è generalmente buono e le salite non sono troppo impegnative. Dalla ciclo-stazione “Bike Park” di Pian del Poggio si potrà pedalare anche sulla via del Mare, attraversando le pinete fino a Pian della Mora. Il progetto Aree interne della Regione Lombardia (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020) prevede la realizzazione di altre ciclo-stazioni e l’installazione di colonnine di ricarica di e-bike per attrezzare ciclovie  tra natura e buon gusto in un cuneo di territorio lombardo stretto tra l’Emilia, il Piemonte e la Liguria.

Tutti i percorsi collegano un ricco patrimonio storico, artistico e culturale.  In bici puoi salire le colline dell’Oltrepò Pavese e i suoi suggestivi borghi medioevali, le torri e i castelli. In cima, sulla parte alta del piccolo paese di  Fortunago puoi godere uno splendido panorama sul territorio circostante e ripensare  alcune scene girate ne “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì. Da Casalnoceto, zona di produzione anche di pesche,  si sale fino a  Zavattarello, tra i “Borghi più belli d’Italia”, dove la strada dal centro del paese conduce al famoso Castello Dal Verme, sulla cima della collina. Dopo la salita non puoi non fermarti a Varzi per una fetta del suo salame DOP, eccellenza dell’Oltrepò Pavese. A Golferenzo gli abitanti si contano: sono 200 come i tipi di cavatappi esposti al Museo del Cavatappi nei pressi della chiesa parrocchiale.

Merita attenzione anche la pista ciclopedonale da Retorbido a Voghera realizzata sul percorso della vecchia ferrovia che collegava Voghera a Varzi, con delle pendenze lievi e facili da percorrere per tutti.

In MTB si può raggiungere l’anello dei Boschi dell’Occhio ed addentrarsi su un percorso ombreggiato, lungo i 22 km della sponda del Ticino e del suo Parco. Sugli argini del fiume puoi coniugare Boat & Bike, con la possibilità di pedalare sui sentieri tra i boschi, navigare il fiume e fare scatti unici nella natura anche per gli appassionati di fotografia. All’insegna di un turismo slow, con cui scoprire il territorio fluviale e le sorprendenti attrattive naturalistiche e artistiche, tra il Po e il Ticino.

I nuovi percorsi turistici devono costruirsi anche nel rispetto della biodiversità e nella salvaguardia degli habitat naturali. Nell’Oltrepò Pavese la convivenza tra vigneti e natura deve essere possibile.

Il progetto di ViNO (Vigneti e Natura in Oltrepò) ha come obiettivo l’equilibrio tra pratiche di agricoltura intensiva (il vigneto) e la salvaguardia dell’ambiente.

Le analisi condotte sullo stato della biodiversità e delle principali colture praticate consentiranno di individuare gli interventi in grado di migliorare la sostenibilità ambientale dell’Oltrepò Pavese senza penalizzare le produzioni vinicole locali.

Così ad esempio, tra le 53 specie di farfalle censite tra i vigneti, alcune sono specie protette e a rischio di estinzione come la Lycaena dispar, dalle ali arancio-rosse quasi come il vino, minacciata dalla cementificazione e dall’attività agricola intensiva. Se ci vogliamo bene, la qualità del vino dovrà crescere anche nella continuità del suo volo.

La forma dell’uva

Gianni Brera definiva la provincia di Pavia una provincia a forma di grappolo d’uva. L’Oltrepò Pavese è la parte più a sud, sulla sponda destra del fiume Po. Su queste colline si produce il 62% del vino della Lombardia. La terza area Doc più importante d’Italia, con i suoi 13.500 ettari di vigneti, che se messi in fila potrebbero fare 1,3 volte il giro del mondo.

Nella zona più orientale, al confine con la provincia di Piacenza, è diffusa la coltivazione delle due principali uve a bacca rossa, il Bonarda, localmente  detta Croatina (da “croatta” – “cravatta”, il vino che si beveva nei giorni di festa), il vino della tradizione, facile da bere e il Barbera. Conoscevo il Buttafuoco, che è facile da ricordare, ma che pochi sanno che prende il nome da una nave i cui marinai si erano ubriacati per fuggire e dimenticare la guerra di quei tempi. C’è poi un vino rosso dolce del territorio, che è il Sangue di Giuda e un vino unico, il Barbacarlo, per il quale Brera stravedeva: «Basta mescerlo per vederlo montare in superbia: e quel mussare di spume fini e veloci sembra una risata cordiale”

Le zone di alta valle sono invece più vocate per le basi spumante con Pinot nero, Chardonnay, Riesling italico e anche qualche varietà di Moscato. Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese ha il suo vino bandiera nel «Cruasé», che identifica le bollicine Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG rosé da uve Pinot nero. Proprio grazie a queste uve, l’Oltrepò Pavese è una delle zone spumantistiche più vocate d’Italia. Nelle campagne dell’Oltrepò Pavese si produce il primo spumante “manga”, nato da una collaborazione tra Patrizia Torti e l’inventore di Hello Kitty, il popolare gattino amatissimo dalle giovani di tutto il mondo. L’idea ha permesso alla viticoltrice lombarda di sfondare sul mercato giapponese e americano con un prodotto di alta qualità.

Nelle cantine di una volta non si poteva servire vino direttamente al cliente. Oggi invece la degustazione nelle cantine è diventata un movimento: il Movimento Turismo del Vino  che compie trent’anni e che ogni anno è promotore di Cantine Aperte, in programma il weekend del 25 e 26 maggio, importante appuntamento per scoprire il mondo e la cultura del vino direttamente nei suoi luoghi di produzione. Il turismo enogastronomico è un settore che muove ogni anno 14 milioni di persone, per un giro d’affari di 2,5 miliardi di euro. L’enoturismo crea sinergie tra il mondo agricolo e quello turistico. Valorizza i territori rurali e ne esporta le eccellenze in tutto il mondo.

I dati del primo rapporto sul turismo enogastronomico italiano (2018) dicono che il 22,3% dei turisti italiani e il 29,9% degli stranieri sceglie l’esperienza enogastronomica”; si afferma il profilo di un nuovo turista che “ama fare fotografie dei piatti assaggiati in vacanza; condivide più frequentemente le sue esperienze di viaggio sui social network; spende di più per cibo e bevande, a conferma di una maggiore propensione alla spesa rispetto al turista generalista” (www.robertagaribaldi.it).

Arte e vino dunque, per mettere nel bicchiere non solo il succo d’uva, ma le vigne e il loro territorio, le storie delle cantine e delle loro famiglie. Per farlo occorrerà l’impegno nella valorizzazione di infrastrutture del territorio (come le ciclovie, i sentieri e gli edifici in disuso) e la realizzazione di percorsi che sappiano coniugare le filiere agroalimentari distintive con le esperienze legate alla natura. La sinergia tra pubblico e privato e l’iniziativa di tour operator specialistici devono concorrere nella costruzione di pacchetti per attrarre i turisti delle grandi città verso queste aree ricche di storia e di eccellenze agroalimentari.

Giro e Vino

Ph Markus Spiske temporausch.com from Pexels

Armonie d’Oltrepò è il claim che viaggerà in Carovana al Giro 2019. Bici e Vino è un binomio vincente come in Francia. Così il Giro d’Italia edizione 2019 vedrà il Consorzio Vini Oltrepò sponsor ufficiale della Carovana del Giro. La bicicletta ha in comune con questa terra la fatica, la cura e l’innovazione tecnologica.

Sarà una sfida di rimonta nelle posizioni di classifica per un marchio che punta sul rilancio anche nei mercati esteri. I viticoltori dell’Oltrepò sanno fare fatica, anche loro con i tralci sui terreni in salita. Affronteranno tappe impegnative per riconquistare la maglia rosa del mondo del vino, con i colori del Pinot Nero sia nella versione bollicine sia nella versione in rosso. E poi con il Bonarda, vino bandiera, e Riesling bianco del territorio e la sua storia ultracentenaria. Come il Ciclismo, il marchio Oltrepò ha una grande tradizione, ma non vuole rimanere confinato alle sue secolari radici, con i primi vitigni che risalgono agli inizi del 900 e hanno ceppi grossi e contorti come anaconde. La vite oggi come la bici è anche tecnologia ed evolve tecniche nuove per migliorare la qualità della produzione e raggiungere nuovi mercati, anche quelli più giovani. Con messaggi più “pop”, emozionali anche sui social, per promuovere una nuova immagine di un importante territorio del vino.  La “Carovana del Giro d’Italia” (www.giroditalia.it/it/carovana/) è un progetto di intrattenimento, di promozione e visibilità per i partner commerciali e i comuni presenti lungo il percorso del Giro d’Italia. È una festa che coinvolge sul territorio oltre 10 milioni di persone nelle 110 soste previste nelle tre settimane di passaggio della corsa rosa.

Una corsa di passione e di amore tra i paesaggi dell’Oltrepò del Vino e delle sue Armonie.

Dove Bere

Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese – www.vinoltrepo.org
“Natural Wines Oltrepo & Friends”: 26-27 maggio – Castello di Stefanago – www.naturalwinesoltrepo.it
“Cantine Aperte”: 25-26 maggio –  http://www.movimentoturismovino.it/it/eventi/2/cantine-aperte/

Dove Mangiare

Consorzio di Tutela del salame di Varzi – http://www.consorziovarzi.it/dove-trovarlo-2/
Il Giorno del Buttafuoco Storico – Scollinando 2019 – www.buttafuocostorico.com/scollinando-2019/
Ristorante Villa Naj- www.najstradella.com

Dove Dormire

Prime Alture Società Agricola – www.primealture.it

Cosa Leggere

Gianni Brera – “Così si beve il vino” (Ed. De Piante)
Mario Soldati – “Vino al vino” (Ed. Bompiani)
ViNO – Vigneti e Natura in Oltrepò Pavese

Link per viaggiare

Camaleonte Viaggi
La Motonave Beatrice. Il battello sul Po
La Federazione delle Strade del Vino e Sapori di Lombardia
La App Oltrepeat

POTREBBE INTERESSARTI

Articoli
Correlati