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Il lampredotto fiorentino in salsa jap

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Il lampredotto fiorentino in salsa jap

Lampredotto

di Federica Giuliani | traveltotaste

Il lampredotto fiorentino ha molti estimatori e io per prima non posso fare a meno di menagiarne uno quando sono a Firenze. Il mio preferito lo trovo in un chiosco in Borgo Santa Croce e me lo faccio preparare completo di tutti i condimenti.

Cos’è il lampredotto?

Per chi non lo sapesse, il lampredotto fiorentino si prepara con il quarto stomaco del bovino – l’abomaso – cotto a lungo in un brodo fatto con pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano. Il termine lampredotto deriva dalla lampreda, un vertebrato primitivo un tempo molto diffuso nelle acque dell’Arno, la cui bocca pare somigliare alla forma a creste dello stomaco. Il modo più comune per gustarlo è all’interno di un panino la cui parte superiore viene bagnata con il brodo di cottura. Si può mangiare, però, anche in umido accompagnato da bietole lesse e l’immancabile salsa verde.

Ma cosa c’entra il Giappone?

La storia iniziò negli anni Novanta quando lo chef giapponese Toshifumi Mitsubiki si trasferì a Firenze proprio per imparare i segreti della cucina toscana per riproporli nel ristorante italiano che gestiva in Giappone. Da allora, però, non è più tornato nel Paese natio e nel suo locale Iyi Iyo in Borgo Pinti 25/r a Firenze prepara un ottimo sushi e altri piatti della tradizione giapponese, ma anche il lampredotto don: una rivisitazione nipponica del più tipico piatto fiorentino. Alla classica preparazione base vengono aggiunti alcuni componenti fondamentali della cucina jap: riso bianco, tamagoyaki (omelette preparata con mirin e salsa di soia) e un po’ di zenzero sottaceto.

Il locale è semplice e non prevede servizio al tavolo. Si scelgono i piatti da dietro una vetrina e ci si accomoda nella piccola saletta, in attesa di essere chiamati a ritirare l’ordinazione. Per non attendere troppo a lungo, conviene prenotare.

Siete curiosi di provare questo piato o siete per la tradizione senza contaminazione alcuna?

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