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Foraging urbano: gustare cibo selvatico in giro per il mondo

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Foraging urbano: gustare cibo selvatico in giro per il mondo

foraging urbano

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Un nuovo tipo di viaggio e scoperta. Quello che passa dal cosiddetto Foraging urbano traducibile con “andare alla ricerca di cibo”. Certamente può incuriosire o lasciare interdetti, eppure è una formula di vacanza che comincia a prendere piede. Una destinazione del resto, si scopre non solo attraverso la sua architettura e i suoi paesaggi, ma pure con le tradizioni culinarie. Ecco perché, dal rosmarino di Cape Town all’aglio selvatico di New York, da due lustri almeno, una particolare tendenza conquista i viaggiatori. E magari li fa tornare a casa con un paio di chili in più, ma con la certezza di aver assaggiato prodotti tipici e genuini. Circa dieci anni fa, grazie allo chef René Redzepi del Noma di Copenhagen, si è fatto avanti il desiderio di ritrovare il piacere della raccolta e della preparazione del cibo, puntando su quello che cresce spontaneamente in natura o viene prodotto a brevissima distanza.

No, non si tratta delle classiche ricerche di peculiarità di un luogo, come potrebbero essere le castagne o il tartufo ad esempio, in questo caso di parla di location diverse. Per il foraging si cercano gli scenari urbani, le rive dei fiumi, o persino i binari ferroviari. Una esperienza culinaria “alternativa” che sta interessando pure booking.com, la quale ha selezionato le città del mondo dove questa tendenza è sempre più richiesta.

Dove andare per il Foraging Urbano?

Cape Town: nelle spiagge qui è possibile scoprire diverse piante commestibili selvatiche, dal rosmarino alle bacche. Luogo da tenere d’occhio in questo senso è la Sea Point Promenade con la sua ricchissima biodiversità marina. Persino gli hotel locali organizzano sessioni di “ricerca del cibo in natura”.

Londra: la scena locale, in tal senso, è molto attiva nella pratica con passeggiate a tema, cartina alla mano e ricerca di fiori commestibili. Tra gli spazi verdi dove incontrare appassionati sono Wimbledon Common, Hampstead Heath ed EppingForest. Soprattutto per chi cerca funghi. In zona ci sono, poi, i fiori di sambuco e l’ortica.

Melbourne (o Sydney): qui il foraging urbano è già un successo e i ristoranti usano già questa “tecnica” da tempo, perché collaudata. Tra le zone note per la biodiversità ci sono Merri Creek (da North Fitzroy a Northcote), North Fitzroy.

San Francisco: qui c’è perfino una organizzazione no profit,  ForageSF, avviata nel 2008 a supporto della comunità locale. Interessanti le escursioni organizzate da Sea Forager che sono un’ottima occasione per imparare a raccogliere cibo commestibile sulla battigia.

New York: i raccoglitori urbani non si perdono zone come il Central Park o il Prospect Park di Brooklyn, per poi consumare prodotti di stagione deliziosi.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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