Giovanni Fattori. Capolavori e aperture sul ’900
Giovanni Fattori. La signora Martelli a Castiglioncello. 1867-1870 ca. Olio su tavola, 19,5 x 33 cm. Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno |
Date
- 11.03.22
Giovanni Fattori. Capolavori e aperture sul ’900
di Daniela Di Monaco | Qualcosa da leggere
La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino ospita fino al prossimo 20 marzo 2022 questa mostra antologica importante dedicata a Giovanni Fattori (Livorno 1825-Firenze 1908) con opere provenienti da collezioni private e da diverse istituzioni italiane (Centro Matteucci di Viareggio, Museo Fattori di Livorno, Galleria d’arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Museo della Scienza e della Tecnica di Milano e altri ancora). La mostra è curata da Virginia Bertone (Conservatore Capo della GAM) e da Silvestra Bietoletti (Storica dell’arte, specialista di pittura toscana dell’Ottocento) e organizzata dalla GAM con il 24Ore Cultura.
Allestimento
Un sapiente allestimento dei 60 capolavori del maestro livornese consente al visitatore concentrazione e raccoglimento attraverso le varie sale, relativamente piccole e caratterizzate da colori che vanno dalle tinte delicate del beige e dell’azzurro a pareti rosse, con luce soffusa e mirata sulle tele. La selezione è ricca e presenta opere di alto profilo, con una sezione dedicata all’incisione che Fattori non riteneva importante e per la quale invece fu premiato più volte.
Il rapporto con Torino e con i torinesi
Fattori ebbe sempre con Torino un rapporto positivo fin dal 1863 quando inviò alla mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Torino la sua Ambulanza militare (Episodio dell’indipendenza italiana del 1859) per presentarsi al pubblico torinese per la prima volta; la sua partecipazione a simili eventi si sarebbe ripetuta con cadenza regolare fino al 1902. E fu subito intesa e stima reciproca con Marco Calderini, animatore della scena culturale cittadina, che acquista una sua cartella di litografie a testimonianza di un vivo apprezzamento dell’opera del maestro.
Riccardo Gualino e gli altri
Altrettanto lungo e proficuo fu il rapporto con il grande collezionista torinese Riccardo Gualino che arricchì la propria collezione con il capolavoro Ritratto della seconda moglie, conservato a Palazzo Pitti a Firenze e presente in mostra.
Come Gualino anche altri collezionisti, Vittorio Viale Direttore del Museo Civico di Torino, posero attenzione all’opera di Fattori nei primi anni del Novecento, fino a vedere in essa il modello di un nuovo “ideale classico”. Proprio l’acquisto di Gotine rosse da parte di Viale offrirà lo spunto per sottolineare la fortuna di Fattori e di altri artisti toscani dell’Ottocento a Torino nel segno di Lionello Venturi, storico e critico d’arte.
Maestro dell’Ottocento italiano
In questa grande retrospettiva emerge senza alcun dubbio come Fattori sia stato uno dei maestri assoluti dell’Ottocento italiano e uno dei più sensibili esponenti del movimento dei Macchiaioli, come abbia saputo interpretare in modo originale e innovativo i temi delle grandi battaglie risorgimentali, i soggetti legati alla natura e alla vita dei campi e al paesaggio rurale nei quali ha saputo infondere dignità e solennità.
Percorso espositivo
Da una sezione all’altra ammiriamo oltre 60 capolavori dell’artista livornese, tra cui tele di grande formato, preziose tavolette e una selezione di acqueforti; il percorso copre un ampio arco cronologico dal 1854 al 1894, dalla sperimentazione macchiaiola e da opere capitali degli anni Sessanta e Settanta fino alle tele dell’età matura, che ne rivelano lo sguardo acuto e innovatore, capace di aperture sull’imminente ’900.
Gli inizi
I primi personali orientamenti artistici si formano, dal 1850 in avanti, nel corso delle lunghe frequentazioni del Caffè Michelangelo a Firenze. Insofferente alla pittura accademica e ai temi celebrativi, Fattori aderì quasi fisiologicamente alla “macchia”, nuova tecnica pittorica ed espressiva legata alla poetica naturalistica.
La Macchia e i Macchiaioli
La pittura è di impressione, cambiano volumi e prospettive, i volti perdono i dettagli perché, seguendo il principio della percezione visiva, sono il colore e la luce a determinare la resa apparentemente approssimativa e il contorno di oggetti e persone. Uno stile assai personale che darà vita a straordinari capolavori: Ritratto della prima moglie Settimia Vannucci, Costumi livornesi, le Macchiaiole. Fattori dipingerà sempre la quotidianità, sempre vera e spesso dolorosa. Fu giustamente definito un verista.
Diego Martelli e Castiglioncello
Una quotidianità che lo toccherà da vicino alla morte della moglie Settimia Vannucci (1867). La presenza e l’amicizia profonda di Diego Martelli e i lunghi soggiorni nella tenuta di Castiglioncello aiuteranno Fattori a riprendere il suo percorso artistico e definire il suo stile sperimentando nuove soluzioni di luce e colore. Proprio in questo ambiente Fattori realizza molte opere della campagna maremmana come Assalto e Bovi al carro, un luogo che lascerà un segno nel suo animo e nella sua pittura. E sempre qui nasce il ritratto della compagna di Martelli, Teresa Fabbrini, La signora Martelli a Castiglioncello. Nella apparente semplicità della composizione Teresa è in un primo piano immersa nell’ombra leggera, mentre la visione dietro di lei si dilata fino alla pineta lontana e alla vastità del mare che resta pura intuizione.
La Maremma e il paesaggio
La maestosità di paesaggi animati quasi solo da animali, se non per la sporadica presenza di uomini al lavoro, diventa soggetto ricorrente della poetica di Fattori come testimoniano Bovi e bifolco in Arno e Cavalli al pascolo, In un caso come nell’altro, è la straordinaria sensibilità di Fattori a suggerire la “verità” dell’immagine attraverso un attento rapporto tra prospettiva e pennellata, coinvolgendo emotivamente lo spettatore.
Il mondo rurale
Fattori non perde mai “l’affetto” e l’interesse per il mondo rurale e i suoi protagonisti. Mercato a San Godenzo è un’opera geniale per l’abilità nell’evocare la realtà della scena contadina pur nella totale astrazione mentale dei parametri compositivi. I soggetti del naturalismo agreste tanto caro ai pittori toscani sono trattati con un linguaggio severo che gli permette di infondere verità e forza epica alle vite umili dei contadini, proprio come a quelle dei soldati. Dello stesso periodo sono La strada bianca, con una figura di donna che incede lenta e maestosa volgendo le spalle allo spettatore, Ritratto di buttero, legato al fascino suscitato nell’artista dalla Maremma e dai suoi abitanti rudi e dall’aspetto primitivo.
I soggetti militari
Come lo stesso Fattori dichiara il suo ideale sono sempre stati i soggetti militari, le battaglie, i campi, rappresentati con una tragica spettacolarità e con inquadrature insolite. E’ toccato e coinvolto, pieno di compassione, alla vista di giovani che sacrificano la propria vita per la patria. Bellissimo La Vedetta come insolito è Lo scoppio del cassone e Linea di battaglia presentato alla Esposizione Nazionale di Torino del 1884. In quegli anni sono molti i quadri a tema militare che Fattori invia alle varie Esposizioni.
Emozione e narrazione nella forma
Deluso della politica dell’Italia Sabauda, i suoi quadri testimoniano la sua fede nella possibilità narrativa ed emozionale della forma, oggetto di ricerche tra colore, disegno e spazio. Sono esempi altissimi dell’opera di Fattori che ci scorrono dinanzi agli occhi: Militari e cavalli in pianura, Soldati abbandonati, Il muro bianco (In vedetta). Tutte composizioni che ci sanno suggerire gli stati d’animo di quegli uomini rendendoli veri ai nostri occhi.
L’incisione all’acquaforte
Ne sono state scelte ed esposte in numero limitato ma molto rappresentative e tutte conservate nel Museo Fattori di Livorno. La serie, costituita da tirature originali eseguite tra la fine dell’Ottocento e le soglie del nuovo secolo, riguarda essenzialmente temi rurali.
La pittura come spazio mentale
Nella tarda maturità Fattori dà vita a una serie di capolavori di grande intensità e valore pittorico come Il Bersagliere e Ritratto della seconda moglie appartenuto al collezionista Gualino, e ancora l’Autoritratto del 1894, dove realtà e artificio pittorico si coniugano perfettamente offrendo una figura profondamente umana. A tratti, nell’ultimo Fattori, si riconosce la pittura del Cinquecento e dei grandi maestri, ma soprattutto si avverte la consapevolezza, ultima conquista di una vita artistica spesa con grande rigore e coerenza.
Il respiro della Maremma
La Maremma terra amata per la sua natura selvatica, intatta e inesplorata, per la forza e l’umiltà degli uomini e degli animali che la abitavano. “Quasi una sorta di affettuosa identificazione con la propria indole, che permise fino all’ultimo a Fattori di ricercare maniere innovative per rappresentare la sua idea del ‘vero’” come commentano le curatrici della mostra Virginia Bertone e Silvestra Bietoletti.
Un viaggio nel viaggio
Un video ben realizzato completa la mostra e racconta luoghi e vicende umane e relazioni artistiche che hanno accompagnato e segnato la vita del maestro attraverso le parole dello stesso Fattori tratte da lettere e documenti d’epoca. Un ulteriore percorso che vuole avvicinare il visitatore all’artista livornese la cui indole fu schiva ma profondamente carismatica da influenzare future generazioni di artisti.
Gli allievi e la lezione di Fattori
A conclusione del percorso ci sono alcune opere emblematiche di allievi di Fattori e di artisti influenzati dalla suggestione della sua pittura – Plinio Nomellini, Oscar Ghiglia, Amedeo Modigliani, Lorenzo Viani, Carlo Carrà, Giorgio Morandi – a testimonianza della lezione che il maestro livornese seppe trasmettere nella pittura italiana del Novecento. Attraverso i più umili oggetti della natura la pittura di Fattori ha saputo esprimere i sentimenti e le emozioni più profonde.
Info
DOVE: GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
QUANDO: fino al 20 marzo 2022.
ORARI: dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.00.
BIGLIETTI: 13€- 11€
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