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Giappone: giardini incantati, foglie rosse e percorsi indimenticabili nella valle del tè

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Giappone: giardini incantati, foglie rosse e percorsi indimenticabili nella valle del tè

di Francesca Spanò | @francynefertiti

La bellezza è una suggestione che si ritrova in ogni angolo, ma è solo la natura che riesce a ricrearla in tutta la sua incredibile purezza. L’autunno, in particolare, è la stagione dei colori intensi in contrasto fra loro, quasi come se un bagliore acceso annunciasse il prossimo arrivo del freddo inverno.

E se in giro per il mondo è caccia al foliage più bello, è in Giappone che a dare spettacolo sono le foglie rosse che si specchiano su specchi di laghetti artificiali, di fronte a ponti idilliaci incorniciati da salici piangenti giganti. Insomma, sembra di trovarsi dentro a un quadro, tra parchi e giardini curatissimi e ricchi di richiami simbolici, tanto cari alla cultura del Sol Levante.

Passeggiando in un caleidoscopio di colori, alla ricerca di pace e serenità

Sentirsi rilassati lasciando lo sguardo libero di vagare tra la vegetazione locale è un’esperienza da provare almeno una volta nella vita. Da tempo remoto il giardino giapponese per eccellenza ha questa doppia funzione: da un lato è decorativo, dall’altro rappresenta il culmine della contemplazione e della pace.Una differenza sostanziale con quelli creati nei secoli passati per gli imperatori, con uno scopo prettamente ricreativo. I templi buddhisti, invece, rievocano il posto della ricerca interiore, attraverso uno stile astratto che serve a regalare ordine e armonia allo sguardo. Ogni elemento risulta perfetto anche nella sua simmetria, attraverso complessi disegni fatti di cespugli, piante, fiori, corsi d’acqua abitati da colorate carpe, percorsi di pietre e bambù e ponti. Certamente ogni elemento della vegetazione viene potato alla perfezione e tutto fa parte di un progetto ad hoc per creare meraviglia e suggestione. Quasi come se ci si trovasse di fronte a un dipinto.

La simbologia di un parco giapponese

L’equilibrio della natura si fonda principalmente su acqua, alberi e rocce. La prima rappresenta la vita, i secondi lo scorrere del tempo e le rocce, con la loro immobilità, devono richiamare la serenità. La sabbia e i ciottoli, sono utilizzati per rendere il terreno ospitale per gli spiriti. le siepi delimitano l’area e le lanterne hanno un richiamo spirituale, quasi come se dovessero illuminare il proprio cammino interiore.

Le diverse tipologie

In Giappone, si può osservare il karesansui, il giardino di roccia, con l’acqua sostituita dalla sabbia bianca e il tsubo-niwa, piccolo e situato nel cortile. Di solito, in questi polmoni verdi non mancano elementi come la camelia, il rododendro e l’azalea. Il roji è un giardino rustico studiato per le abitazioni dove si svolge la cerimonia del tè. La sua funzione è quella di ricreare un ambiente che allontani il più possibile le preoccupazioni. La tsukubai è un elemento peculiare, un bacino di acqua per lavarsi le mani e purificarsi. Il kaiyu-shiki-teien serve per far seguire al visitatore i percorsi appositamente ricreati e, in passato, poteva anche riprendere paesaggi presenti in altri Paesi del mondo. In ogni laghetto locale, invece, non mancano mai le carpe colorate.

Dette anche carpe koi sono frutto di una secolare selezione della carpa comune. Originariamente arrivavano dalla Cina e non avevano alcuna gradazione cromatica, visto che il loro utilizzo era principalmente adatto alle risaie dove mangiavano le larve che potevano intaccare le coltivazioni. Successivamente divennero alimento dei contadini e le specie più belle furono fatte riprodurre. Nella simbologia locale rappresentano la perseveranza.

Caccia alle foglie rosse autunnali

Quando la bella stagione volge al termine, gli alberi si preparano al lungo inverno e cominciano la loro migliore performance. Se in primavera sono i fiori a farla da padrone, ora è il momento di momijigari, letteralmente “caccia agli aceri”. Sono queste, infatti, le varietà dalle foglie più accese e ricordano un po’ il foliage americano. In meno di due mesi, insomma, la meraviglia è garantita, partendo a settembre da un giro a Hokkaido, l’isola più a nord dell’arcipelago nipponico. A ottobre e novembre, invece, è tempo di spostarsi verso sud, nell’isola del Kyushu. Osservare le foglie colorate è ormai un’abitudine che si tramanda da secoli, da quando era un passatempo privilegiato dei ceti nobiliari. Del resto è cosa nota che i fattori climatici della zona la rendano unica, grazie all’alto tasso di umidità e dai caldi raggi del sole. Nikko e Kyoto, rappresentano le location migliori per questo tipo di fenomeno.

La curiosità

Per chi è a caccia di belle immagini naturalistiche, l’appuntamento è da aprile a maggio non lontano da Tokyo, per la precisione ad Ashikaga. Qui, nel parco cittadino, fioriscono più di 350 piante di glicine ultrasecolare e l’effetto è davvero incredibile.

Innamorarsi della Valle del tè

Chi non vuole perdere l’esperienza del tè, della sua raccolta e delle distese infinite di questo prezioso alimento, invece, deve recarsi nella prefettura di Shizuoka, dove si sono mantenute le tradizioni millenarie legate alla sua coltivazione. In Europa si è diffuso dalla Cina e in Giappone giunse quando a metà del Duecento, il monaco giapponese Shoichi Kokushi, di ritorno da un viaggio in loco, portò i semi e li piantò proprio a Shizuoka. L’economia locale, da allora, ha iniziato a girare intorno al tè e, nel frattempo, ha preso vita la tanto nota cerimonia, cha no yu, che contempla diverse regole. Per prima cosa, ci si inginocchia su tatami in una stanza dedicata, per un massimo di cinque persone, seguendo una tradizione che si è sviluppata a partire dal XVI secolo all’interno dei monasteri buddhisti. Lo scopo era quello di mantenere alta l’attenzione dei monaci durante la meditazione e si comincia con un pasto leggero, a cui segue quello del tè denso e del tè leggero.

Nei vari momenti ci si scambia delle frasi prestabilita e viene usata una sola tazza che passa tra i vari invitati dopo essere stata pulita. Gli strumenti utilizzati sono il chasen, il frullino di bambù che evita la formazione dei grumi, il chashaku, cucchiaino di bambù per prendere il tèdal chaki (dove viene sistemato il macha, il tè verde giapponese).

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