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Friuli Venezia Giulia, Paese di temporali e primule

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Friuli Venezia Giulia, Paese di temporali e primule

Udine | F. Gallina

di Raffaele Alessi

Le nuvole sono basse e cariche di pioggia in questi primi giorni di primavera. Non sono più i teneri grigiori del Friuli di Pier Paolo Pasolini e delle corse a Casarsa dietro a un pallone, ma si può però ancora tentare di resistere contro l’accelerazione che caratterizza il nostro tempo e trovare ritmi “un po’ più distesi e un po’ più lenti e l’oblio incantato e sonnolento della laguna” come invita Claudio Magris nei suoi “Microcosmi”.  Su queste terre di confine si è imparato a mettersi anche dall’altra parte, per condividere culture e tradizioni. Dopo la guerra, sono stati creati ponti e scambi e la storia insegna e viene oggi assorbita, “come la pioggia o la grandine nelle fessure delle rocce carsiche”, arricchendo la memoria e prestando più cura ai prodotti dell’uomo e della sua terra.

Sono cento chilometri quadrati di bellezza per nove milioni e mezzo di presenze. Quello che tuttavia rende speciale il Friuli Venezia Giulia è proprio il suo essere terra di confine e di transito, commistione di lingue, culture e tradizioni. Questo sua appartenenza a più espressioni ed etnie va difesa e garantita per valorizzare il patrimonio culturale ed eno-gastronomico nella sua sorprendente varietà. Come Trieste, multietnica e multiculturale che “ha una scontrosa grazia” – come recita Umberto Saba – “Se piace, è come un ragazzaccio aspro e vorace, con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore”.

Il Friuli Venezia Giulia non è solo il mare di Lignano e Grado. Ci sono foreste, colline, mari e lagune: le montagne del Carso, le acque del Tagliamento e i Magredi, le “terre magre”, terreni alluvionali inospitali che l’uomo ha adattato alle colture agricole, fino a farne strade del vino e dei sapori.

Anche nella cucina si fondono le esperienze mitteleuropea, veneta e slava e i sapori regionali riflettono la varietà di paesaggi e climi, dove i prodotti locali crescono nel contributo di terre e colture di integrazione. Eccellenti i vini bianchi, con tre DOCG: Picolit, Ramandolo, Rosazzo. Otto zone DOC, tra le quali il più noto Friulano, la Ribolla gialla e il Refosco dal penducolo rosso. Tra i formaggi il DOP Montasio (lavorato nell’omonimo altopiano), il formaggio di latteria di Fagagna, il Frico e il formaggio di grotta del Carso Jamar, accompagnato dal miele di Marasca. Tra i salumi L’ IGP prosciutto di Sauris, delicatamente affumicato, la Pitina dalla forma di una polpetta leggermente appiattita e il richiestissimo prosciutto San Daniele. Per i vegetariani, il radicchio Rosa di Gorizia e gli asparagi bianchi di Tavagnacco. Verso il mare, unico il gusto del pesce della laguna di Marano. Persino tra i condimenti ci sono eccellenze, come il “pestat”, presidio slow food e l’olio extravergine di Tergeste. Dulcis in fundo: la gubana, dolce tipico delle valli del Natisone (Udine), che si prepara nei giorni delle feste di Natale e Pasqua (www.gubana.it/)

Land of Fashion

Può il mercato mettere insieme le cose belle e quelle fatte bene con i luoghi cari di questa terra? La distanza dai percorsi turistici più affollati qui evita il consumo accelerato e compulsivo di oggi, slegato dalle tradizioni e dalla cultura.  Gli operatori economici e le amministrazioni sembrano aver compreso che mercati e cultura devono imparare a incontrarsi e sostenersi, soprattutto dove convivono la bellezza e l’eccellenza. Palmanova e il suo outlet rappresentano solo un capitolo del “Viaggio in Italia” di Land of Fashion, gruppo leader del turismo dello shopping, con 18 milioni di visitatori e oltre 600 punti vendita distribuiti su 150 mila mq di superficie. In tutti gli outlet disponibili card gift e promozionali per incoraggiare l’esperienza di acquisto anche in punti di attrazione esterni al villaggio e un calendario di eventi che ospita nomi nazionali ed internazionali dell’arte e della musica. L’outlet di Palmanova attrae 2,3 milioni di visitatori/anno, per quasi una metà dai mercati frontalieri di Croazia, Slovenia e Austria.

Aquileia


Nelle terre friulane affondano anche radici di storia. Da un buco del pavimento della basilica patriarcale di Aquileia sono stati scoperti 760 mq di mosaico. Chi entra nella Basilica di S.Maria Assunta, con il pavimento a mosaico più esteso al mondo rimane disorientato e non sa dove guardare prima. La colonia romana di Aquileia fondata nel 181 a.c. è stata inclusa nel patrimonio unesco nel 1998. Il sito è oggi diretto dalle cure della Fondazione Aquileia che coinvolge molte università e scuole di specializzazione nell’obiettivo di proseguire i restauri e allargare la frequenza dei turisti (oggi mezzo milione) a visite più continuative.

Palmanova

La città fortificata di Palmanova è sito UNESCO dal 2017. Capolavoro di architettura militare dalla forma regolare di stella a nove punte, nata per proteggere Venezia nel 1593 come testimonia l’effige del leone che dorme tranquillo all’ombra della palma. Bisognerebbe vederla affacciati ad una mongolfiera e meglio da un elicottero per apprezzarne la cornice armoniosa, perfetta, di città ideale, costruita sul numero 3: 3 porte di accesso verso Cividale, Aquileia e Udine, 6 le vie principali su 18 strade radiali complessive, 9 bastioni e cerchie di mura e una piazza centrale esagonale, dal cui centro si gode una vista a 360 gradi che quasi disorienta.

Oggi quasi tutti i militari se ne sono andati  e le caserme verranno adibite ad ospitare strutture ricettive. La fortezza si è aperta e le sue tre porte invitano verso le direzioni del mare, della montagna e persino verso i confini austriaci. Da quella parte, lungo la via dell’Alpe Adria non sono più cannoni su ruote ad arrivare, ma solo pacifici ciclisti, in cerca di vino e di sapori (vedi link)

Peace&Slow

La ciclovia dell’Alpe Adria non è solo un bell’esempio di unione e superamento dei confini. Il percorso transfrontaliero si sta attrezzando di colonnine elettriche che alimentano bici a pedalata assistita che portano nuovi turisti, meno sportivi ma più curiosi verso le attrattive presenti lungo il territorio. Occorre intercettare quei flussi, strutturare pacchetti e servizi per nuove forme di fruizione turistica. È anche la sfida dell’ente turistico regionale Promoturismo FVG, che vuole garantire soluzioni ai pullman carichi di ciclisti, ogni giorno più frequenti lungo il tragitto Venzone-Grado. Si sta allargando una rete efficiente di piste ciclabili anche in altre direzioni (scenografica quella lungo la riserva naturale della valle Cavanata). A Trieste è già operativo il nuovo servizio sperimentale BiciBus di Trieste Trasporti. L’iniziativa, che rientra fra quelle del progetto europeo Civitas Portis, di cui l’azienda è partner, consente di viaggiare in autobus fra il centro città e Basovizza con le biciclette a bordo.

Info utili

PromoTurismo FVGScoprire Trieste con Hoptour

Leggere

  • Un Paese di temporali e di primule a cura di Nico Naldini
  • Trieste e una donna di Umberto Saba
  • Microcosmi di Claudio Magris
  • Alpi Carniche e Dolomiti friulane. Itinerari, letteratura e fotografie di Caterina Ferri, Antonio Giusa, e al.
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