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Bruno Samorì. Deserto delle White Sands e albero dal pavimento del Duomo di Siena (49X32)
Bruno Samori. Deserto delle White Sands e albero dal pavimento del Duomo di Siena (49X32)

DIALOGHI DELLA FOTOGRAFIA CON I MONDI DELL'ARTE

Foto di Bruno Samorì. Testi di B.Samorì-Gigliola Foschi-Spazio MADE4ART

In molti dei miei dialoghi fra i mondi dell’arte e della fotografia cerco di far acquisire a dettagli apparentemente minori in grandi composizioni artistiche una centralità visiva che ci permetta di riconoscere appieno la loro raffinatezza intellettuale ed estetica. Una centralità visiva come quella che inserito in un paesaggio desertico delle White Sands (New Mexico, USA) trova questo bellissimo albero, un dettaglio ai margini dello sguardo nella grande  tarsia “Morte di Ansalonne” ( disegno di Piero del Minnella 1447)  nel pavimento del Duomo di Siena. In questi miei dialoghi fra il mondo dell’arte e quello della fotografia nascono così montaggi eterogenei ed a volte anche a-temporali ove si intrecciano la dimensione naturalistica con quella astratta, la realtà con la finzione, il presente con il passato. Nascono composizioni ove architetture medioevali si ritrovano con alberi tratti da pitture antiche, con paesaggi, tavolozze colorate e geometrie di linee e colori ove  “la terra […] è fatta di segni, di materia, come un quadro di Burri”(Mario Giacomelli, La mia vita intera, Ed Mondadori, 2008). Questi dialoghi possono ritrovarsi all’interno delle seguenti quattro serie:

Bruno Samorì. Geometrie agresti
Bruno Samorì. Geometrie agresti
Bruno Samorì. Serie Con architetture dal mondo medioevale. Convento umbro
Bruno Samorì. Serie Con architetture dal mondo medioevale. Convento umbro

Con architetture dal mondo medioevale

Scrive Gigliola Foschi, critico fra i più autorevoli nel mondo della fotografia: “[…] nella serie Dal Medioevo (2016-2020) i castelli e le storiche dimore che svettano solitarie su luminosi paesaggi geometrici paiono figure immerse in un tempo immobile e cristallino, in un universo più vicino al mito e alla poesia che non alla realtà. Un tempo dove nulla può scalfirne l’assolutezza o corrompersi, modificarsi […] Egli sottrae così le sue immagini a ogni collocazione temporale non per portarle fuori dalla Storia, ma per far emergere ogni cosa, ogni dettaglio nella sua bellezza, per trasformare la Storia in un dono prezioso da custodire con cura […]

È come se egli riscrivesse una sorta di fiabesco testo visivo, composto da dettagli di opere d’arte e da fotografie fatte da lui stesso, magari in viaggi recenti o compiuti nel passato. Samorì crea cioè un montaggio dove si raccolgono e si radunano frammenti di immagini che costruiscono altre immagini basate sull’immaginazione, la ricerca, il ritrovamento. Egli procede per associazioni, creando una rete di relazioni inaspettate, capaci di svelare e ridare visibilità a dettagli spesso quasi celati all’interno di opere complesse […]

Con un tocco fiabesco e immaginifico Samorì compone infatti un universo costituito da figure “ritagliate” che emergono e si librano senza peso da un fondo nero, brillante e senza tempo, proprio come in un sogno…”

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I paesaggi sono stati costruiti da ritagli di foto o da me scattate (nelle Marche o in Romagna) o prese dalla rete. Ne è un esempio di queste ultime il paesaggio da Shutterstock del “Castello di Mimmo Paladino”. 

I castelli sono stati da me fotografati, (compreso anche quello del collage di Mimmo Paladino dal libro d’arte Adonis di Colopohon Arte) o rielaborati dalla rete come ad esempio il Castello di Montecchio su Licenza Dreamstime di Fabio Migliorucci.

Gli alberi sono ritagli dal mondo dell’arte più varia. Ad esempio l’albero nella foto il “Castello di Dozza” dall’ affresco dal Monastero San Pedro di  Arlanza (1210 circa) da me fotografato nel Museo Naz. Arte Catalana a Barcellona.  Gli alberi in “Linee e campi di colore antichi” sono un ritaglio dal dipinto di Sano di Pietro, “S. Gerolamo nel deserto” Siena, Pinacoteca Nazionale, mentre quelli del “Convento Umbro” sono ripresi dal Cristo sul monte degli ulivi (c.1350) del Maestro di Vyssi Brod alla Galleria Nazionale di Praga.

Bruno Samori. Serie Drappi Rossi. Casa verde
Bruno Samorì. Serie Drappi Rossi. Casa verde

Drappi rossi

Molte icone russe del Museo Tretyakov di Mosca sono dominate da drappi rossi che si impongono e saltano agli occhi senza alcuna discrezione. Ma esiste anche il quadro “Muro rosso. Destino”di Kandiskij dominato da un grande drappo rosso che taglia trasversalmente la tela.

La struttura compositiva di questo quadro è riecheggiata nel “Drappo rosso con case da una porta regale”e ripresa anche costruendo il  “Da Piero della Francesca”

Bruno Samorì. Serie Drappi Rossi. San Giorgio
Bruno Samorì. Serie Drappi Rossi. San Giorgio

 con il drappo rosso che domina una scena dell’affresco della “Leggenda della Vera Croce” di Piero della Francesca nella chiesa di S. Francesco ad Arezzo.

Queste macchie di colore e di luce dei drappi rossi sono rilette e ricontestualizzate in piena libertà dai loro rigidi canoni compositivi originali.  

Nascono così montaggi e connessioni eterogenee con coniugazioni ad opere anche di tempi diversi.

Mentre gli elementi compositivi di “Da Piero della Francesca” sono stati estratti dal suo affresco “Leggenda della Vera Croce” ad Arezzo, quelli delle altre composizioni di questa serie provengono da particolari ricomposti e rielaborati anche con ritagli da icone diverse che furono da me fotografate o nel Museo Tretyakov di Mosca o in una collezione privata.

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Dal Mondo della Ceramica

Scrive ancora Gigliola Foschi: “[…] il nostro autore fa emergere e restituisce centralità visiva a ciò che è laterale e non visto: un fatato alberello scoperto nel pavimento del Duomo di Siena, un minuto particolare di un vaso dei Manfredi esposto al MIC di Faenza, un curioso albero tondo tratto da un mosaico del Palazzo dei Normanni di Palermo […] I lavori di Samorì, se vogliamo, rientrano, seppur con un approccio originale, all’interno di una pratica artistica contemporanea molto diffusa e ramificata: quella del recupero di immagini già esistenti. Si parla di found footage quando a essere recuperati e rivisti sono frame o sequenze di film e video; di found photo quando si tratta di fotografie rinvenute. Ma tale riuso di materiale trovato (al limite anche nel proprio stesso archivio), come evidenzia anche il suo lavoro, si presta a strategie visive estremamente differenziate anche se tutte basate sull’incontro, la scoperta o l’analisi di opere già esistenti. Samorì dispone e organizza le sue immagini finali in un ordine compositivo che non è più quello della realtà, ma quello delle corrispondenze, delle simpatie e delle “affinità elettive” (per usare un termine caro sia a Goethe che a Walter Benjamin) fino a creare un universo visivo incantato eppure rigoroso.”

Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Dall'alto in giallo
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Dall'alto in giallo. Photo 162352402 © Tom Wang | Dreamstime.com
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Brocca Manfredi
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Brocca Manfredi
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Mimosa su arcobaleno
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Mimosa su arcobaleno
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Uccello MIC tra gli alberi
Bruno Samorì. Serie dal mondo della ceramica. Uccello MIC tra gli alberi

Nella “Mimosa su arcobaleno” la mimosa è stata tratta da un pannello esposto al MIC di Faenza mentre il tappeto arcobaleno di stoffa fu da me fotografato in una vetrina di Madrid;

Il particolare dell’albero “Brocca Manfredi” proviene da un vaso dei Manfredi del 14° secolo esposto al MIC Faenza; Gli uccelli del “Dall’alto in giallo” sono un particolare del grande pannello di Melandri all’entrata del MIC di Faenza mentre il paesaggio della stessa opera nasce da un ritaglio rielaborato di una foto di Tom Wang in Dreamstime.

Nell’ “Uccello MIC fra gli alberi”  l’ uccello è un particolare estrapolato da Piatto cinese esposto al MIC Faenza e ri-contestualizzato su una foto di rami di alberi da Shutterstock. 

Dai Mosaici

Altri dettagli di meravigliosa bellezza ed ai margini dell’attenzione sono reperibili anche nelle complessità iconologiche dei grandi mosaici bizantini. Ritagliandoli e componendoli sì da assicurare anche a loro una piena centralità visiva possiamo riconoscere appieno la loro raffinatezza intellettuale ed estetica ed anche l’importanza che questi hanno avuto nello sviluppo delle arti visive successive.

L’  “Albero a punta” (dai mosaici del Palazzo dei Normanni, Palermo) e l’ “Albero tondo” (dai mosaici della Cattedrale di Monreale) sono inseriti in un altro paesaggio da Shutterstock del deserto delle White Sands;  La “Palmadai mosaici del Palazzo dei Normanni, Palermo lo è invece su un deserto da me fotografato in Libia.

Questi cenni parziali sono solo per illustrare l’approccio seguito nelle composizioni qui mostrate:  una descrizione completa delle origini di tutti gli elementi in esse utilizzati insieme alle relative eventuali licenze richieste sono reperibili nelle didascalie delle stesse foto nel sito dell’autore.  

Bruno Samorì. Serie dai Mosaici. Albero a punta
Bruno Samorì. Serie dai Mosaici. Albero a punta
Bruno Samorì. Serie dai Mosaici. Albero a punta
Bruno Samorì. Serie dai Mosaici. Albero a punta

BIO

Nel corso di una lunga “prima vita” di Professore Ordinario di Chimica nell’Università di Bologna e di scienziato molto attivo nel panorama internazionale della biochimica ho contribuito prima allo sviluppo iniziale della tecnica fisica che ha permesso la nascita delle Nanotecnologie per poi applicarle a studi di biochimica sulle interazioni DNA-proteine  e sui processi aggregativi delle proteine coinvolte nella genesi di malattie neurodegenerative come quelle del Parkinson e del Creutzfeldt-Jacobs 

Nel 2015 con il pensionamento chiusi l’attività didattica e scientifica potendo quindi, come in  una “seconda vita”,  dare pieno respiro alla vecchia passione per la fotografia e farla dialogare con il mio amore per l’arte, medioevale e bizantina in particolare.

Sono poi così iniziate anche le attività espositive in collaborazione con la Spazio MADE4ART. La stessa Galleria ha organizzato mostre delle mie opere all’interno delle rassegne dei Milano Photofestival del 2019, del 2020, ed anche del 2021 . Subito dopo quest’ultima mostra ne è seguita una all’interno dell’importante manifestazione internazionale del MIA Photofestival del 2021. Nel Settembre 2020 è stata organizzata un’ ampia personale al Castello di Dozza Imolese che presentava tutta la mia produzione a partire dalle foto scattate nel corso dei tanti viaggi fatti nella mia “prima vita” quando ero ancora uno scienziato attivo. Un’ ampia documentazione anche di quest’ultime foto insieme a tutta la mia produzione fotografica è consultabile nel mio sito   

©TRAVELGLOBE Riproduzione riservata

Bruno Samorì.Serie dai Mosaici. Palma
Bruno Samorì. Serie dai Mosaici. Palma da Palazzo dei Normanni, Palermo ( Shutterstock lic. est. ) Deserto fotografato in Libia 2008

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