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Dall’Isola di Pasqua al Taj Mahal: i monumenti che devono essere protetti dal turismo

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Dall’Isola di Pasqua al Taj Mahal: i monumenti che devono essere protetti dal turismo

di Francesca Spanò | @francynefertiti

L’Isola di Pasqua è solo l’ultima in ordine di tempo anche se il provvedimento è già scattato questa estate, ma l’elenco potrebbe essere più lungo, perché il turismo di massa rischia davvero di distruggere per sempre tesori di valore inestimabile. Oggi i viaggi sono diventati all’ordine del giorno e alla portata di (quasi) tutti e i numeri dei curiosi che in pellegrinaggio vogliono scoprire le bellezze in giro tra i continenti non si contano più. Che siano al chiuso o all’aria aperta, le eccessive presenze deturpano i siti e negli ultimi mesi i vari governi, hanno cercato di correre ai ripari prima che sia tropo tardi. Adesso è tempo di controllare gli arrivi nell’isola dei Moai.

Rapa Nui e il numero chiuso

L’Isola di Pasqua fa sul serio e il visto adesso è stato ridotto da 90 a 30 giorni e presto saranno dettati i limiti massimi degli accessi giornalieri. Vivere da queste parti, poi, non se ne parla, visto che da tratto di terra sperduto nell’Oceano Pacifico e semi disabitato, ha visto raddoppiare la popolazione in pochi anni. Il problema non è nello spazio che è ancora ampio, ma nel pericolo che si perda l’identità di un popolo che in passato si è quasi estinto e a fatica mantiene vive le tradizioni. La novità entrata in vigore lo scorso primo agosto è valida per gli ospiti internazionali e intercontinentali, quanto per i nativi-residenti in Cile (il Paese cui appartiene l’isola). Ora si può entrare solo mostrando la prenotazione alberghiera o l’invito di un abitante.

Un problema comune

Non troppo differente è ciò che è accaduto prima in Thailandia, a Maya Bay, sulla famosa isola di Koh Phi Phi. La stessa è stata chiusa inizialmente per tre mesi, poi fino a data da stabilirsi per eccesso di turisti. La spiaggia diventata simbolica e perfetta per lo scatto da social, in qualche anno è stata letteralmente presa d’assalto, ancor di più da quando è diventata location da film, quello di Leonardo di Caprio in testa. Oggi ci si può dedicare a snorkeling e immersioni nella parte anteriore della baia, ma per giungere nell’isola l’accesso è molto più complesso. Chiude il cerchio il Taj Mahal, dove il prezzo del biglietto è aumentato del 400 per cento. Questo perché il simbolo d’amore indiano per eccellenza desidera abbassare i livelli di inquinamento ad Agra. Le polveri sottili, infatti, ingialliscono e rovinano il mausoleo, tanto che è bene contenere il numero di coloro che si avvicinano. Ogni veicolo non può circolare a meno di 500 metri dal complesso e chi vuole accedere al sito, deve sborsare una cifra molto superiore al passato.

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