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Lucerna, città dell’eleganza e della luce

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Lucerna, città dell’eleganza e della luce

di Silvana Benedetti | Ph Vittorio Giannella

È davvero mozzafiato lo spettacolo che la natura regala quando il sole spunta dietro la spettacolare cortina di vette alpine che incorniciano la Svizzera Centrale, pennellando di sfumature rosse e arancioni il cielo e le placide acque del Lago dei Quattro Cantoni. Sono albe magiche, in cui Lucerna appare ancora più affascinante e suggestiva di sempre.

Adagiata sulla punta occidentale del lago, vestita di quel tocco di allegria mediterranea, Lucerna è senza dubbio una delle città più belle ed eleganti della Confederazione. I suoi corroboranti panorami montani, le cime innevate del Rigi e del Pilatus, le crociere lacustri e il pittoresco centro storico, hanno contribuito a rendere questa località una delle mete turistiche più battute dell’Europa Centrale.

A due secoli di distanza, il paesaggio è rimasto quello immortalato negli acquerelli del pittore romantico Turner, “il mago della luce”, che viaggiò spesso da queste parti ammaliato dalla potenza degli scenari naturali.

Scorci da cartolina

Sulle sponde del fiume Reuss, che taglia in due parti la città, si dipanano in un intreccio armonioso, piazze medievali, dimore nobiliari affrescate, antichi palazzi di corporazioni, finestre a sporto, chiese, cappelle e fontane (più di 200) da dove sgorga acqua freschissima. Non passa certamente inosservata la Jesuitenkirche, chiesa barocca dei gesuiti, inondata di luce e stucchi rosa, con le torri gemelle dalle cupole a bulbo, che dominano la sponda sinistra del fiume.

Scorci da cartolina, dove la vita scorre dolcemente, in questa città dai tanti volti, che intriga sia per storia e tradizione, sia per i numerosi festival culturali e la vivace vita notturna.

I simboli della città

Ad alto tasso fotogenico è il Kappelbrucke, il più antico ponte coperto in legno d’Europa, lungo 204 m, che insieme alla caratteristica torre ottagonale, la Wasserturm, è l’emblema di Lucerna e la sua la maggiore attrazione.  Il ponte fu costruito nella prima metà del XIV secolo come parte integrante delle difese della città e prende il nome dalla vicina Cappella di San Pietro. Dal XVII secolo, la sua struttura è stata decorata con numerosi dipinti che raffigurano scene della storia della città, oltre ai santi patroni di Lucerna. Nell’agosto 1993, un incendio distrusse gran parte della costruzione, compresi 78 dei 111 dipinti. Il ponte è stato ricostruito e inaugurato meno di un anno dopo. L’immagine più caratteristica è quella del pannello 31 che raffigura Guglielmo Tell mentre colpisce con una freccia una mela sopra la testa del figlio.

Il centro del ponte è il punto strategico per fermarsi ad ammirare la torre dell’Acqua. La Wasserturm, alta 35 metri, è stata utilizzata nel tempo per diversi usi: faro, una prigione, edificio del tesoro, casa di riunione. Sul piano più basso della torre c’è una segreta. Le sue mura sono spesse tre metri, non ci sono finestre o porte. La torre è raramente aperta al pubblico. Dal 1892 i rondoni alpini si riproducono qui in una colonia, che è controllata dalla Società ornitologica della città di Lucerna (OGL).

Un altro antico ponte di legno, anche se non di grande impatto quanto il Kapellbrücke, conquista sempre una grande folla di turisti. È lo Spreuerbrücke, caratterizzato da un’insolita forma a zig-zag. La sua struttura originaria è del 1408 e continua ancora oggi a preservarsi intatta. Il ponte è decorato con una serie di dipinti di Kaspar Meglinger,  56 in totale, chiamati la ‘Danza della Morte’. Nelle immagini ‘sfilano’ i destini impietosi di re, principi galanti, uomini di legge, suore, mercanti, prostitute, contadini e fanciulle, che diventano simili nel loro “finale” ineluttabile.

Il Leone Morente

“Il più triste e commovente pezzo di pietra del mondo.”

Così lo definì lo scrittore Mark Twain, rimasto particolarmente colpito dal monumento del Leone Morente, il Löwendenkmal, scolpito nel 1821 nella roccia arenaria dallo sculture danese Bertel Thorvaldsen.  Il malinconico leone è raffigurato trafitto da una lancia spezzata conficcata nel fianco, e sembra che dorma. Il monumento è stato realizzato in memoria del massacro di 700 mercenari svizzeri al servizio  di Luigi XIV che, nella Parigi del 1792 difesero il Palazzo della Tuileries, preso d’assalto dalle truppe della Rivoluzione. Il leone si trova fuori dai bastioni in uno slargo defilato dove si apre anche l’ingresso del giardino dei Ghiacciai.

Lucerna città d’arte: il Museo Rosengart

Era un peccato tenere nascoste delle meraviglie simili, questi quadri erano appesi alle pareti di casa nostra senza neppure le cornici “, dice Angela Rosengart.

Il museo Rosengart è nato nel 2002 per volere di Angela Rosengart, che 10 anni prima aveva dato vita all’omonima fondazione,  allo scopo di conservare e rendere accessibili al pubblico le 220 opere circa che compongono la sua ricca collezione privata.

Klee, Picasso, Monet, Chagall, Matisse, Cézanne, Modigliani, Kandinsky, Renoir,  sono solo alcuni dei grandi nomi della pittura presenti al museo Rosengart di Lucerna. Complessivamente la collezione comprende più di 300 opere d’arte di 23 diversi artisti della cosiddetta modernità classica. Fra queste sono incluse 125 opere di Paul Klee e circa 180 opere di Pablo Picasso. Il padre di Angela, Siegfried Rosengart, è stato uno dei più grandi galleristi e mercanti d’arte del secolo scorso. Conosceva personalmente quasi tutti gli artisti che esponeva. Oggigiorno la Collezione Rosengart è ospitata nei locali dell’ex Banca Nazionale Svizzera, un edificio neo-classico in stile impero costruito nel 1924. www.rosengart.ch

Bruch: un quartiere di tendenza

Un tempo qui si vendevano vitelli. Per quasi 60 anni il quartiere di Bruch, alle spalle della stazione dei treni, è stato il centro del commercio cantonale di bestiame. Il mercato fu chiuso nel 1971 in seguito delle lamentele degli abitanti.

Oggi il Bruch è il nuovo quartiere trendy di Lucerna.  Vi si trovano un florido artigianato locale, pub e ristoranti,  graziosi atelier ed estrose boutique. Tra queste ultime merita una menzione: La Maison de Chapeau, conosciuta anche come “la casa dei 1000 cappelli”. Se riuscite ad entrare nelle “grazie” del suo bizzarro proprietario, Herbert Meier, avrete il piacere di aggirarvi tra le infinite fogge di cappelli esposti, ascoltando i divertenti aneddoti sulla storia di questo locale. Un iconico negozio, che vanta altresì una clientela internazionale arricchita da personaggi di spicco nel mondo dello spettacolo.

Il Lago, L’anello d’oro e il Monte Pilatus

Il Lago dei Quattro Cantoni, dalle acque profonde color zaffiro, ricorda un paesaggio da fiordo, accarezzato però,  da un mite clima lacustre. Il bacino idrico più bello e suggestivo del paese, è costeggiato da pendici ammantate di fitto bosco ed è ricco di insenature, piccole baie, che si alternano a silenziosi e incantati villaggi, offrendo una grande varietà di scorci. Una crociera a bordo di uno degli storici cinque battelli a vapore è un appuntamento imperdibile della regione. Una delle escursioni altamente raccomandate è quella chiamata  “L’Anello D’oro”: un itinerario circolare che parte e arriva a Lucerna. Si naviga con il battello fino ad Alpnachstad, si prosegue in treno sul Pilatus e da qui si ridiscende in funivia fino a Kriens, dove si prende l’autobus per Lucerna.

Il Monte Pilatus

Regina di tutte le escursioni resta quella del Monte Pilatus, 2132 metri, montagna che troneggia sopra Lucerna. La cima si raggiunge velocemente con diversi mezzi, tra i quali  una cabinovia e la funivia, ma sicuramente il modo più spettacolare e adrenalinico è quello di salire ad Alpnachstad a bordo del trenino rosso  che si inerpica lungo la più ardita ferrovia a cremagliera esistente al mondo. Con una pendenza massima del 48%, è un’opera unica nel suo genere. Alla costruzione dei 4,6 km della linea, parteciparono circa 600 operai. L’opera fu terminata in soli 400 giorni lavorativi e il 4 giugno 1889 il treno effettuò la sua prima corsa con i passeggeri Un capolavoro d’ingegneria che fu anche presentato all’Esposizione mondiale di Parigi del 1889.

Il tragitto regala momenti di meraviglia, mentre il trenino sferraglia tra pascoli alpini in fiore, foreste di conifere, costeggiando imponenti formazioni rocciose, fino a tuffarsi nell’ultimo tratto in un grande mare di nubi.

Ma è solo un piccolo assaggio dell’emozione che ci riserva l’arrivo, quando,  con una sola occhiata, si abbraccia un panorama da vertigine, uno dei più stupefacenti d’Europa,  che nelle giornate limpide permette di contare qualcosa come 73 vette alpine.

Una volta arrivati in cima si aprono tre possibilità: restare sulla terrazza panoramica a godersi l’incantevole scenario  ed osservare i buffi uccelli neri che offrono simpatiche coreografie affidandosi al vento, oppure percorrere i due sentieri diretti alle vette del Pilatus;  il primo più ripido ma breve verso la cima Esel, l’altro più articolato e lungo verso la cima Oberhaupt. Scegliendo il secondo si scopre il passato leggendario del Pilatus. Il primo tratto del cammino, infatti,  attraversa le caverne attribuite ai draghi antichi, abitanti dei suoi anfratti.

Da secoli, il massiccio del Pilatus è terra di leggende, spiriti, gnomi e draghi volanti.

Una delle leggende si riferisce all’origine del nome Pilatus. Secondo la credenza, l’anima del governatore romano Ponzio Pilato, perseguitato dai rimorsi di coscienza per la crocefissione di Gesù Cristo, trovò rifugio in uno dei laghetti della zona. Nel 1387, la paura del fantasma, che si pensava potesse causare violente tempeste e catastrofi,  spinse l’allora Consiglio di Lucerna a vietare la scalata del monte. Una proibizione che decadde soltanto un paio di secoli dopo.

L’arrivo porta anche al  Pilatus Kulm Hotel, annoverato fra gli alberghi sottoposti a tutela più belli della Svizzera e restaurato nel 2010. Costruito nel 1890, oggi è un  monumento storico capace di coniugare confort moderni e raffinatezze Belle Epoque. Come il ristorante Queen Victoria, trionfo di velluti, boiserie e ampie vetrate sul panorama, e così battezzato in onore della Regina Vittoria, che qui vi arrivò nel 1868 a dorso di mulo.

Per gli amanti della natura è consigliabile affrontare un tratto di discesa a piedi, fra i sentieri che permettono di scorgere, se la fortuna assiste, uno o più degli oltre 120 stambecchi che vivono sul Pilatus. www.pilatus.ch

Viaggiare in libertà risparmiando

Swiss Travel System offre ai visitatori dall’estero una variegata scelta di biglietti, che favoriscono un facile accesso alla fitta rete di trasporti pubblici svizzeri. L’abbonamento più noto è lo Swiss Travel Pass, che permette il libero utilizzo dell’intera rete di treni, bus e battelli, oltre ai mezzi pubblici cittadini. Sono altresì inclusi i più celebri itinerari panoramici. Lo Swiss Travel Pass da libero ingresso in oltre 500 musei e offre una riduzione del 50% su una gran parte di impianti di risalita. Da quest’anno incluso anche il Pilatus.

Info: My Switzerland

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