Cerca
Close this search box.
Il Presepe dei Netturbini a Roma: una storia di successo

DatA

Il Presepe dei Netturbini a Roma: una storia di successo

di Francesca Spanò

Dove l’amore sposa la dedizione, che sia un luogo o una produzione artistica, nasce un capolavoro. Basta accorgersi di questo dettaglio per rendersi conto del perché il [b]Presepe dei Netturbini a Roma[/b], incontri per tutto l’anno, soprattutto nel periodo natalizio, tanto successo. In perenne allestimento e in continua evoluzione appartiene idealmente a tutti i romani ed è visitabile nella sede dell’Ama (azienda della nettezza urbana della Capitale) di [i]via dei Cavalleggeri 5[/i].

La sua storia, passata dalla visita e dall’apprezzamento di Papa Giovanni Paolo II, ha avuto inizio nel 1972 e come in una favola tutta da raccontare, è stato un dipendente dell’azienda oggi in pensione, [b]Giuseppe Ianni[/b], ad avere la brillante idea. Dal mattoncino alle casette di fattura artigianale, dai pastorelli alla vegetazione, fatta di muschio e vegetali naturali, si è ingrandito sempre di più, ricevendo ogni anno la [i]Solenne Benedizione Apostolica[/i]. Da tutto il mondo pellegrini e turisti non dimenticano di fare un giro per scoprirne i dettagli. Da anni in molti lasciano un pensiero, una firma o una piastrella decorata a ricordo del passaggio, tanto da raggiungere la cifra di circa 2.400 pietre tutte frutto di donazioni. Per un certo periodo è stato considerato pure il [b]presepe del Papa Wojtyla[/b], perché lui ne era completamente rapito e ne ricordava ogni particolare.

È un piccolo capolavoro artistico che gli operatori ecologici completano di mese in mese, a rappresentare sempre al meglio la Natività. Non manca la Genealogia di Gesù, ma il must è ricordare la fratellanza “vera” fra i popoli di tutto il mondo. La sala che lo ospita contiene tre grandi dipinti, più un affresco dedicato alla “[b]Madonna della Strada[/b]”, patrona dei netturbini della Capitale. A produrlo ci ha pensato il caposquadra Ama Francesco Palumbo.

[b]COMPOSIZIONE DELL’OPERA[/b]

L’idea è quella di riprodurre il più fedelmente possibile, la Palestina di duemila anni fa con la presenza oggi di: 100 case in pietra di tufo con portoncini e finestre, 2 caminetti, 100 lampadine, 52 metri di strade con tanto di sampietrini, 770 gradini, 1 pozzo, 5 acquedotti e 4 quattro sorgenti d’acqua. Curiose poi le pareti umide a formare le stalattiti e le grotte scavate nella roccia. Se parliamo di pastori, animali e personaggi in generale, questi i numeri: 165 pecorelle, 15 cammelli, 4 asinelli, 4 buoi e 3 cani e 270 elementi in tutto.

[b]VISITE SEMPRE IN CRESCITA[/b]

È un continuo giungere di curiosi soprattutto quando si avvicina la fine dell’anno. Si calcola che, ad oggi, sia stato visitato da almeno due milioni di persone, comprese le grandi personalità e figure note a carattere mondiale, non ultimo [b]Giorgio Napolitano[/b] (nel 2007) e persino [b]Madre Teresa di Calcutta[/b] (nel 1996). Nel 2006 anche [b]papa Benedetto XVI[/b] si è detto innamorato della creazione. I visitatori, prima di andare via ricevono in ricordo una fascina benedetta. Quaranta anni di storia ad oggi e una storia che sembra ancora tutta da scrivere.

[b] ORARI[/b]

Dal 15 dicembre al 30 gennaio, tutti i giorni dalle 8 alle 20 compresi i festivi.
Dal 1 febbraio al 14 dicembre, tutti i giorni dalle 9 alle 19. Festivi, dalle 8 alle 11:30.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

POTREBBE INTERESSARTI

Articoli
Correlati