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Gozo: tutte le strade portano a Victoria

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Gozo: tutte le strade portano a Victoria

di Silvana Benedetti | Ph Graziano Perotti

L’azzurra distesa del Mediterraneo, incantatore e ingannatore di uomini audaci, manteneva il segreto del suo fascino, sotto la meravigliosa purezza del cielo al tramonto.
Questi brevi e bellissimi versi di Joseph Conrad, sono lo specchio in cui si riflette anche l’anima di Gozo, piccola e ammaliatrice isola dell’arcipelago Maltese.
Mare cristallino, spiagge rosate e natura rigogliosa: il mix perfetto per una vacanza che incontra l’immaginario esotico senza varcare l’oceano: ecce Gozo!
Le attrattive dell’isola di Calypso però, non si limitano a mare e cielo, ma rifulgono anche all’interno, nel centro dell’isola, dove tutte le strade si intersecano e batte il cuore del suo capoluogo: Victoria, chiamata ancora oggi in lingua locale, con il vecchio nome di Rabat.

Le bellezze architettoniche di Victoria

E visto che tutte le strade portano a Victoria, una giornata da spendere nella capitale è assolutamente consigliata per tutti coloro che vogliono respirarne le bellezze architettoniche e la rilassante atmosfera. Una cittadina affascinante da esplorare a piedi, per scoprire chiese barocche e antichi palazzi, perdendosi nel dedalo delle viuzze tortuose e dei vicoli color ambra, che si dipanano intorno a Piazza San Giorgio. Victoria è anche un vivace centro culturale con due teatri lirici entrambi sede di importanti esibizioni internazionali.
Una sosta d’obbligo è nella piazza It-tokk, dove tutte le mattine viene allestito un animato e variopinto mercato. Qui, oltre alla varietà di pesce fresco, frutta e verdura di giornata, si trovano manufatti artigianali a maglia, raffinati lavori a tombolo e uncinetto, e il meglio della produzione gozitana: dai formaggi di capra aromatizzati ai liquori a base di fichi d’india e carruba.

Dalle gallarija le donne incantavano i viaggiatori

E a dominare lo spazio e catturare lo sguardo ci sono loro: le gallarija, i tradizionali e caratteristici balconi dell’architettura locale, che accendono di vita i muri di Victoria e di quasi tutti i villaggi dell’arcipelago maltese. Una carrellata incredibile di colori e di forme: ce ne sono in legno, in pietra o in ferro battuto, di semplici fattezze o arricchiti da motivi e fregi decorativi, a seconda di quello che era lo status sociale del proprietario. Tra l’altro, è particolarmente curioso sapere che il balcone diventò il protagonista principale dei diari di viaggio del XIX secolo. Non c’era pagina in cui un viaggiatore, che avesse visitato quei luoghi, non trasferisse l’immagine di un balcone e di una sagoma femminile che si muoveva furtiva dietro le grate chiuse. A quei tempi, infatti, una donna rispettabile non usciva sola per strada e il balcone divenne una loggia privilegiata per osservare, senza essere vista, l’andirivieni all’esterno.

Una Cittadella che toglie il fiato

Verso fine giornata, quando il cielo si tinge delle sfumature del tramonto, è tempo di salire alla Cittadella medievale arroccata sulla cima di una collina; un gioiello che lascia senza fiato (non solo per la ripida salita) e che il recente restauro ha riportato agli antichi splendori. Dai suoi imponenti bastioni si possono vedere i confini dell’isola in qualsiasi direzione, le morbide colline verdi, le cupole delle chiese dai colori rosso e argento che punteggiano il paesaggio, i piccoli villaggi che vi si raggruppano attorno e fattorie disseminate su tutto il territorio.
Una città nella città: vie strette, musei e palazzi storici. La cattedrale che sorge sulle rovine di un tempio romano dedicato a Giunone, è una struttura di impronta finemente barocca, costruita interamente in pietra calcarea locale. Al suo interno un vero e proprio capolavoro dell’arte pittorica della prospettiva: si tratta di un affresco risalente al 1739 e raffigurante l’interno della cupola in un modo così realistico da dissimulare il fatto che il soffitto sia in realtà piatto.
Il Museo Archeologico, situato immediatamente dietro la porta d’ingresso originale, è piccolo ma espone reperti eccezionali. Il fiore all’occhiello è costituito dalle fragili opere d’arte rinvenute nei templi di Ggantija, tra cui due sinuose figure comodamente adagiate su di un “divanetto” e una serie di statuette stilizzate, che si presume rappresentino una famiglia. Ci sono altresì ancore romane e alcuni interessanti amuleti a forma di occhio di Osiride, un antico legame con i simboli che oggi si notano sui pescherecci maltesi.
Un sito particolarmente affascinante è la vecchia prigione localizzata adiacente alla corte. Il luogo venne utilizzato dai Cavalieri di San Giovanni per internare i loro membri turbolenti e dirompenti. Tra questi, il più noto, Jean Parisot de La Valette (in seguito, Gran Maestro di Malta), che, nel 1538, qui trascorse quattro mesi dopo aver aggredito un uomo. Le pareti delle celle e corridoi del Vecchio Carcere sono ricoperte di graffiti. Sono raffigurate principalmente navi d’alto mare e la data di epoche diverse. Ma ci sono anche palme, stampe, croci, i nomi, le date, giochi e figure antropomorfe.

Spuntino con vista

Dopo tanto girovagare è ora di fermarsi per uno spuntino o una cena. Da chi se non da Ta’ Ricardu? Conosciuto per il suo cibo autentico, è una vera istituzione e l’unico locale in cui poter mangiare alla Cittadella. Si può optare per un delizioso e conveniente piatto misto che comprende formaggio, pomodori locali, pomodori secchi, capperi, olive e pane gozitano. Ma anche per un pasto più ricco composto da ravioli fatti in casa e il coniglio (piatto nazionale) cucinato nel vino delle vigne del proprietario. Qualsiasi cosa scegliate, godetevela sul tetto della terrazza: sarà una gioia per gli occhi e non solo per il palato!
Se non l’avete ancora fatto, prima di raggiungere l’uscita della Cittadella, osservate bene i muri che la cingono. Noterete in prossimità delle abitazioni una grande quantità di pietre sporgenti; su queste pietre, venivano appoggiati vasi di fiori, per indicare che in quella casa c’era ancora una figlia da maritare.

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