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Giordania: non solo Petra, ma castelli del deserto

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Giordania: non solo Petra, ma castelli del deserto

di Redazione | @travelglobemag

Un territorio apparentemente inospitale, ma che serba tesori preziosi. L’infuocato sole estivo fa bruciare la sabbia e la roccia nera, nel deserto orientale della Giordania, dove vale la pena avventurarsi per ammirare i forti e i caravanserragli, meglio conosciuti come castelli del deserto.

Ci sono molte teorie sul perché i palazzi, un tempo sontuosi, fossero stati costruiti in un’area del Paese così in ospitale. I castelli del deserto furono costruiti tutti tra il 660 ed il 750 d. C. dagli Omayyadi all’inizio dell’islam e, in origine, erano riccamente decorati con mosaici e affreschi. Secondo alcuni questi edifici erano utilizzati dai sovrani per sfuggire alle epidemie che dilagavano nelle città, oppure per mantenere e riaffermare il legame con i beduini. Inoltre, i castelli potevano servire da ristoro per i pellegrini che si dirigevano a la Mecca, o per i mercanti che, con le carovane, andavano verso Damasco. Ti raccontiamo un itinerario diverso, al di là della sempre emozionante Petra.

Qasr Al Azraq

Costruito di roccia basaltica nera, un tempo, era alto tre piani. Le tacche che si notano all’ingresso sono i segni lasciati dal passatempo preferito dei custodi, che giocavano durante i lunghi turni. Qui, Thomas Edward Lawrence e Sharif Hussein bin Ali stabilirono il loro quartier generale durante la Rivolta Araba contro i turchi, nell’inverno del 1917-1918. Vi trascorsero diversi mesi, durante cui soffrirono per l’affollamento e il freddo, ma nonostante ciò Lawrence rievocò con nostalgia il periodo trascorso insieme alle sue truppe. Si sa poco sulla storia del Qasr Al Azraq, ma dalle iscrizioni si capisce che i primi edifici del sito risalgono al 300 d. C. circa, periodo che coincide con il dominio romano nella regione.

Al centro del cortile è visibile una piccola moschea rivolta verso la Mecca del periodo ayyubide (inizio del XIII secolo), edificata sui ruderi di una chiesa bizantina. Nell’angolo nord-orientale del cortile c’è una scala che scende in un pozzo, pieno d’acqua fino a circa 20 anni fa, mentre in quello nord-occidentale ci sono i resti di una prigione.

Qasr Kharana

Questo edificio omayyade è il più affascinante tra le antiche costruzioni del deserto orientale in Giordania. Non si conosce esattamente quale fu la sua funzione, ma le sue ingenti dimensioni fanno capire che fosse molto importante per gli Omayyadi. Nonostante la sua forma a caravanserraglio, non si trovava su una rotta commerciale e non presenta alcuna struttura per la raccolta dell’acqua. Gli studiosi pensano che servisse come luogo d’incontro tra i signori di Damasco e i beduini della zona. Nonostante le torri con strette feritoie, non venne mai utilizzato come forte: le torri, infatti, sono piene e non avrebbero potuto essere presidiate da soldati armati. Le sale intorno al cortile interno venivano probabilmente usate come spazi di incontro mentre le lunghe stanze ai lati dell’ingresso fungevano da stalle.

Qusayr Amra

Costruito qui per la vicinanza a un rigoglioso wadi, il Qusayr Amra sorge oggi in una pianura desertica. È formato da un hammam con pareti decorate e da un caravanserraglio, merita una visita. Un meticoloso restauro ha portato a nuova vita i dipinti raffiguranti feste, sensuali figure femminili e scene di caccia. Accanto al pozzo c’è una noria in buono stato, che serviva a convogliare l’acqua in un serbatoio per l’approvvigionamento delle carovane di passaggio.

Entrando, bisogna dare tempo agli occhi ad abituarsi all’oscurità per poter godere degli affreschi. Solo allora, sugli archi, potrai vedere le due donne a seno nudo con i fianchi coperti da un tessuto drappeggiato, che tradiscono una grande sensibilità artistica. Le stanze dell’hammam, attigue l’una all’altra, sono dipinte con immagini di donne che fanno il bagno a un bambino, con la volta celeste ma c’è anche una scena alquanto bizzarra, forse dall’intento satirico: un orso che suona uno strumento a corde, applaudito da una scimmia.

Qasr Al-Hallabat

Per raggiungere l’antica moschea bisogna risalire la collina a piedi, ma il mosaico dei pavimenti e la vista sulla vallata, ripagano la fatica. Inizialmente doveva essere una fortezza, edificata dall’imperatore Caracalla; in epoca bizantina, poi, il forte fu trasformato in un monastero e venne ampliato aggiungendo blocchi di basalto.

Come arrivare

L’area è collegata ad Amman dalla Statale 40, ma sono davvero pochi i minibus che la percorrono, e le corse scarseggiano. Conviene quindi utilizzare un’auto a noleggio o appoggiarsi a un tour operator locale.

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