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Giordania, i colori della Terra

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Giordania, i colori della Terra

Foto di Zaid Abu Taha da Pexels

di Devis Bellucci 

Allora è vero. Esistono angoli di mondo che hanno il colore della nostra pelle. Non può che trattarsi di deserti, con le loro sfumature dorate e i loro silenzi, perché dai deserti furono generati i primi Adamo. Nella Genesi ebraica Adamo significa semplicemente uomo, e di seguito umanità. Tra le radici di questa parola, la più suggestiva è l‘adamah, che vuol dire terra, e a sua volta ha in seno l’idea del rosso e quella del sangue. Così l’andare fra le sabbie della Giordania, oasi di pace nel travagliato Medio Oriente, ha in sé il sapore di un ritorno alle origini. Riconosciamo le storie raccontate dalle pietre, tra le più antiche della nostra civiltà, e ci travolge il senso del già vissuto, mentre idealmente ritorniamo parte della terra, che qui si manifesta in tutto l’incanto dei suoi colori.

Terra nera come il deserto di basalto

A est di Amman l’orizzonte si copre di basalto, la terra diventa nera e la presenza umana è limitata al viavai lungo la Statale per l’Iraq, che ricalca le antiche rotte commerciali per Baghdad e La Mecca. Questo spiega la presenza dei caravanserragli e dei tanti castelli, disseminati nelle lande ghiaiose del deserto. A Qasr Al-Azraq sorgono i resti del forte di basalto che T.E. Lawrence elesse a quartier generale durante la rivolta contro i Turchi, durante l’inverno tra il 1917 e il 1918. Nel suo libro I sette pilastri della saggezza, Lawrence ci ha lasciato pagine piene di affetto e malinconia riguardo al periodo trascorso al forte, da cui in quei giorni si godeva un panorama suggestivo sulla vicina oasi di Azraq. Interamente realizzata in pietra lavica è la città in rovina di Umm Al-Jimal, detta anche Gemma Nera del deserto.

Terra rosa come Petra

Di solito la notte è il tempo dei sogni, che col sole svaniscono e poi si dimenticano. La struggente bellezza di Petra rompe invece ogni logica. Chi ne ha modo, arrivi nel sito di notte, quando è velatamente illuminata da un tappeto di candele. Sieda sulla sabbia, ascolti le voci degli altri visitatori e magari qualche flauto che li accompagna. I contorni dell’antica capitale, strappati alla roccia, disegnati sulla montagna, sono fiochi e accennati, proprio come in un sogno. Il giorno dopo, alla luce, quegli stessi tratti prendono colore e solennità, sotto il cielo cristallino, e fissano i ricordi. Petra, eletta tra le nuove Sette Meraviglie del Mondo, merita il meglio del nostro tempo e della nostra attenzione. Qualcuno rivedrà Indiana Jones che durante la sua Ultima Crociata sbuca davanti alla facciata monumentale di El Khasneh, letteralmente Il Tesoro, dentro cui è custodito il Sacro Graal.

Terre azzurre e bianche come il Mar Morto

Si trova nella depressione più profonda della Terra e ha l’aspetto di un cielo terso dai contorni rarefatti, tra l’ocra delle montagne. Scendendo alle sue rive, l’acqua ricca di sale evapora in cristalli bianchi. Galleggiare nel Mar Morto è una curiosa esperienza di cui parlano tanti viaggiatori in ritorno dalla Giordania. Qualcuno, abbandonandosi alla fantasia, può farlo immaginando il Mediterraneo che si estende sopra ogni cosa per più di 400 metri di altezza. Questa è la distanza da percorrere, teoricamente, per tornare al livello del mare. Sopra di noi, pesci che nuotano, relitti affondati, magari qualche sub in alto in alto, a incrociare stupito il nostro sguardo.

Terre verdi come le Riserve, le oasi e il Giordano

È qui che il deserto si ritira, sfumano le asperità e la vita riprende a fiorire in tutto il proprio vigore. Tra i fragilissimi ecosistemi protetti, va citata la Riserva di Ajloun, ammantata di querce, pistacchi, corbezzoli e popolata da cinghiali e caprioli, e quella di Dana, la più grande del Paese, con acacie del deserto, palme da dattero, svariate specie di uccelli e mammiferi, in uno scenario che alterna profonde depressioni, falesie di arenaria, antiche miniere e siti archeologici. Una delle Riserve più celebri è quella di Wadi Mujib, che comprende parte dell’omonimo canyon, una gola profonda 1 km e larga 4 km. Vicino al confine con Israele e i Territori Palestinesi scorre poi il Giordano; percorrendo la strada che da Amman va verso il Mar Morto, è possibile deviare verso Betania per visitare il sito del battesimo di Gesù.

Terra rossa come il Wadi Rum

T.E. Lawrence, meglio noto come Lawrence d’Arabia, descrisse come vasto, echeggiante e divino quello che forse è il più noto deserto giordano, nel sud del Paese. Dune rosse, canyon e ardite formazioni di arenaria caratterizzano questa zona remota, dove dominano le tinte sanguigne che si accendono al meglio col tramonto. Abitato oggi dai beduini, il Wadi Rum custodisce fra le sue pietre cesellate le vicende di tanti uomini e donne dei millenni passati. Sono più di 30.000 le incisioni rupestri che decorano le pareti rocciose di questo deserto, che inaspettatamente ospita un ecosistema di grande complessità, tra piante grasse, rettili, uccelli e piccoli mammiferi. Il regista David Lean girò proprio qui il film dedicato alle imprese di Lawrence.

Terre di madreperla e oro come le città romane e i castelli

Jerash, nel nord della Giordania, è la città romana meglio conservata di tutto il Medio Oriente. Icona del sito è la Piazza Ovale, o Foro, circondata da una corona di colonne. Il silenzio delle rovine, che sorgono nella regione più popolata del Paese, contrasta col traffico frenetico della vicina Capitale e dei suoi sobborghi. Tuttavia, la Giordania dona il meglio delle proprie suggestioni nelle atmosfere oniriche dei tanti castelli, come il fiabesco Qala’at ar-Rabad, poco distante da Jerash e dal sito archeologico di Pella, un’altra delle città che faceva parte della Decapoli romana. Il deserto orientale è costellato da forti e residenze di caccia, come il Qusayr Amra o il Qasr al-Kharana. Vennero costruiti dagli Omayyadi (661-750 d.C.), che regnavano su Damasco mentre l’islam muoveva i suoi primi passi. Queste rovine, alcune davvero remote, sono ciò che resta degli antichi baluardi della civiltà in zone estreme e desolate. Come tante Fortezze Bastiani di letteraria memoria, si lasciano cuocere dal sole e sbriciolare dal vento, austere e misteriose in attesa dei Tartari che non arriveranno mai.

Terra di latte e miele come il Monte Nebo

Secondo la Bibbia, Mosè salì sul Monte Nebo e da qui contemplò il paese di Canaan, la terra promessa tanto desiderata. Il patriarca non vi giunse mai e dopo la morte venne sepolto nei pressi del Monte, ma la sua tomba non è stata ancora identificata. Anche se in realtà non c’è molto da vedere, un viaggio in Giordania non può dirsi completo senza la salita sul Nebo. Forse è giusto sceglierlo come ultima tappa prima di tornare a casa. Dall’altura, nelle giornate limpide, lo sguardo spazia fino a Gerico e a Gerusalemme. Sono le terre dove scorre latte e miele, verdi fra i contorni asciutti del deserto. Più banalmente, l’alba della nostra spiritualità.

Info: Visit Jordan

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