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Cosa vedere a Venezia per scoprire la sua anima segreta

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Cosa vedere a Venezia per scoprire la sua anima segreta

di Federica Giuliani | @traveltotaste

Venezia è una delle città più visitate e apprezzate al mondo. Romantica per eccellenza, ma anche frivola ed eccentrica, sa attrarre ogni tipo di visitatore. Alcune tappe sono obbligate – non si può andare a Venezia senza passare da piazza San Marco – ma se si vuole conoscere la sua anima segreta, bisogna uscire dai soliti percorsi e seguire cosa dice il cuore. Oppure, fidarsi dei nostri consigli e lasciarsi ammaliare dai suoi aspetti più nascosti.

Libreria dell’acqua alta

Una meta che gli appassionati di libri e luoghi poetici non possono lasciarsi sfuggire. Vi abbiamo già raccontato della libreria dell’acqua alta ma rimaniamo convinti che sia un luogo da valorizzare.

I ponti

 

Impossibile contarli perché i ponti di Venezia sono davvero molti. La città ha un disperato bisogno dei ponti per mettere in collegamento le diverse zone e rendere gli spostamenti più agevoli, ma nel tempo sono diventati un simbolo da immortalare nelle foto e nella memoria. Oltre a quello di Rialto, il più famoso è il Ponte dei Sospiri, considerato uno dei più romantici. Forse, però, non sapete che deriva il nome non dai sussurri tra innamorati ma dai sospiri dei condannati condotti alle vicine carceri che, attraversando il ponte, davano un ultimo triste sguardo alla città.

Il ponte più moderno e contestato, è quello progettato dall’archistar spagnola Santiago Calatrava: il Ponte della Costituzione. Commissionato nel 1997, dopo una gestazione lunghissima dovuta a errori di progettazione e dubbi sulla sua stabilità, fu aperto al pubblico solo nel 2008.

Pescheria di Rialto

Un edificio storico affacciato sul Canal Grande da sempre dedicato all’attività commerciale, grazie al grande loggiato coperto a piano terra, che ospita il quotidiano mercato del pesce.

In epoca della Serenissima Repubblica per poter vendere il pesce al mercato di Rialto era necessario essere nativo veneziano, nicolotto o povegiotto, avere oltre 50 anni ed essere stato pescatore per almeno 20 anni.

Oggi vi si può degustare un buon bicchiere di vino, mentre si ammira la splendida architettura.

Bacari e pasticcerie

Una visita a Venezia non è completa senza una sosta in uno dei tanti bacari a bere vino e a mangiare cicchetti, i celebri stuzzichini tipici. Un’attività molto apprezzata dai locali è un percorso a tappe da un’osteria all’altra assaggiando tante diverse specialità.

Dopo polpette e pesce fritto, bisogna finire in dolcezza con le specialità di pasticceria; ogni stagione ha i suoi dolci: a carnevale frittelle e galani, a San Martino (11 novembre) il dolce di San Martin, la pinza all’Epifania, e poi ci sono quelli da gustare tutto l’anno, come i “zaeti veneziani” o i “buranei”.

Visitare la Fornace Orsoni

La storia della fornace Orsoni, l’ultima storica fornace di Venezia, rappresenta la storia di una tradizione antica e di conseguenza il suo restauro e la riapertura al pubblico possono dirsi un evento di valenza storica e culturale per tutta la città. Un luogo dal fascino senza tempo che rilancia l’eccellenza artistica artigiana e che promuove un nuovo approccio dei giovani all’arte vetraria.

È tornata quindi a splendere la Biblioteca del Colore – una sala espositiva che conserva più di 3,500 colori, debitamente codificati in un numero sconfinato di tonalità e sfumature: un luogo di rara bellezza che, in un’epoca velocizzata e spesso semplificata dal digitale, è uno strumento di comunicazione fortissimo per i progettisti, per gli artisti ma anche per gli appassionati di arte storia e cultura.

Fornace Orsoni é una azienda nata nel lontano 1888 dalla passione di Angelo Orsoni per un’arte la cui storia affonda le radici in misteriose alchimie. Riguarda un materiale nobile e antichissimo: il mosaico. Le sue tessere realizzate con tecniche ardite che coniugavano metodologia artigianale e innovazione, conquistarono la mitica Esposizione Universale di Parigi dove il pubblico poté scoprire il suo pannello multicolore, campionario di smalti e ori musivi.

Squero San Trovaso

 

Ma cosa vedere a Venezia se non dove viene costruito il suo simbolo più famoso, la gondola? Basta andare nello Squero San Trovaso, una delle zone più antiche della città, per immergersi in un’atmosfera unica, fatta di arte e duro lavoro. Questo cantiere è interessante anche solo per la sua architettura, che ricorda le case di montagna. Scelta bizzarra per una città lagunare, ma non casuale e dovuta alla provenienza degli operai e del legno utilizzato per la creazione delle imbarcazioni in arrivo dal Cadore.

Per assistere alla lavorazione è necessario prendere appuntamento, ma dalla riva opposta si gode comunque di una buona visuale degli uomini all’opera.

Ghetto ebraico

Nel 1500 gli ebrei della città furono raccolti in un unico quartiere, il Ghetto, che precedentemente era adibito a fonderia. Si trova su un’isola collegata alla città soltanto da due ponti: le vie d’accesso venivano chiuse tutti i giorni a mezzanotte e riaperte la mattina, fino alla Seconda Guerra Mondiale.

Il Ghetto è suddiviso in tre zone: Ghetto Vecchio, Ghetto Nuovo e Ghetto Nuovissimo, ma nonostante il nome è il Ghetto Nuovo il più antico della città. Le abitazioni si svilupparono in verticale per poter accogliere tutti e sulla sommità degli edifici si possono notare cinque sinagoghe, distinguibili per le cinque finestre allineate come simbolo dei libri della Torah.
Un luogo della memoria, ma che pulsa di vita attuale.

Punta della Dogana

Questa zona della città, affacciata da un lato sul Canal Grande e dall’altro sul Canale della Giudecca, è famosa per l’arte. Ospita infatti il museo di arte contemporanea recentemente ristrutturato da Tadao Ando e la ricchissima raccolta di opere d’arte della Peggy Guggenheim Collection. Oltre a questo, vi si possono trovare molte gallerie d’arte interesanti e laboratori di artigianato artistico. Pittori e musicisti di strada, completano il quadro squisitamente bohémienne.

Per vedere una Venezia poetica e artistica, SFOGLIA IL REPORTAGE di Graziano Perotti.

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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