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Consonno, una storia di resistenza

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Consonno, una storia di resistenza

consonno

di Federica Giuliani | @traveltotaste

Una lettrice qualche giorno fa ci ha scritto per portare alla nostra attenzione la storia di Consonno, un borgo medievale dalla storia travagliata che, nel tempo, si è trasformato in una città fantasma. Incuriositi, abbiamo approfondito e questo è quello che abbiamo scoperto.

La storia di Consonno

Il piccolo borgo medievale si trova in provincia di Lecco a seicento metri d’altezza. Agli inizi del Novecento era abitato da circa trecento persone, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale ne rimasero solo sessanta perché la maggior parte degli abitanti si trasferì a valle in cerca di lavoro. Negli anni Sessanta, poi, entrò in scena un industriale che cambiò il destino di Consonno per sempre: Mario Bagno. Nella sua mente si insinuò subito l’idea di creare una sorta di parco divertimenti, con tanto di shopping center, dove i milanesi potessero trascorrere una giornata lontano dalla città. Nel 1962 decise così di comprare il borgo per 22 milioni e 500mila lire e promise agli abitanti che il progetto avrebbe portato turisti, assicurando nuove case e lavoro. Per prima cosa fece costruire la strada di collegamento con Olginate e il paesino iniziò presto a perdere la sua vocazione agricola. Il paese più piccolo ma più bello del mondo – come recitava il primo cartello che si incontrava risalendo la montagna – diventò una specie di Disneyland dove si faceva shopping in una galleria commerciale in stile arabeggiante completa di minareto. All’ingresso, invece, il benvenuto lo davano una sfinge egizia e una pagoda cinese. I turisti, anche molto noti, non tardarono ad arrivare numerosi affollando il borgo di auto. Mario Bagno, però, non si accontentò e decise di sbancare a colpi di mine una parte della collina che impediva la vista del monte Resegone. Così, un giorno, una frana decise il destino di Consonno, distruggendolo.

Qualche anno dopo, Bagno provò a riconvertirlo in una città per anziani, aprendo una casa di riposo all’interno del vecchio hotel Plaza, ma nemmeno questa idea si rivelò vincente e nel 2007 venne chiusa. La fine definitiva, arrivò l’estate dello stesso anno quando i partecipanti a un rave party distrussero quel poco che rimaneva.

Il borgo oggi

Nonostante il destino avverso, Consonno non è mai stata completamente abbandonata dai residenti. Anche se, ormai, non ci vive più nessuno o quasi, c’è chi ogni giorno va in paese per coltivare l’orto o per andare a caccia. Alcuni, volontari, inoltre, organizzano dei tour di visita per gli appassionati di archeologia industriale, nell’attesa che arrivi qualcuno a comprarlo per riportarlo a nuova vita. Ci vorrebbero dodici milioni di euro.

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