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Carinzia. Terra femmina

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Carinzia. Terra femmina

di Raffaele Alessi

Vieni con me in Carinzia?

Lei fa una smorfia e scopre i denti banchi di neve. Sa che tira aria fredda, di montagna e ama il mare. Lì ci viene e non devo neanche chiederglielo. Le dico solo, vieni con me, che ti porto al mare. Una volta mi seguiva anche in montagna, quando avevo gli occhi più verdi e tanti capelli. Adesso devo mettere una maglia di lana anch’io, che non avevo mai freddo…

Non siamo tanto lontani da casa. Appena poco dopo Tarvisio, con i piedi in Austria e la Slovenia che comincia a Kranjska Gora. Tutte terre che hanno nomi di femmina, come la Carinzia. Una terra sensibile, dolce, inclusiva: quasi ti aspetta e ti sorride. Non sembra neanche Austria questo angolo di confine di tre bandiere. Anche la lingua è meno dura e non è difficile incontrare chi parla italiano e slavo.

La sua neve ci accoglie  e ci fa scivolare su oltre 800 km di piste, con gli sci tra le frontiere e slalom liberi tra i pali. Noi siamo turisti in tempo di pace e abbiamo scarponi robusti e caldi. C’è una tazza di cioccolata per noi e piaceri a misura d’uomo. Nella neve gli uomini si riconoscono e sembrano più vivi, ognuno nel suo colore. Dovremmo tutti sentire il dovere di accogliere, come in questa terra dove lo spazio si dilata e inibisce ogni pretesa di dominio e di appartenenza. Qui la convivenza di culture diverse ha favorito la contaminazione di identità e di valori e l’affermazione di numerosi artisti, come il pittore Werner Berg, originario della città di Wuppertal in Germania, che ha scelto Bleiburg come proprio luogo di creazione artistica e lo scrittore premio nobile di origini slovene Peter Handke, nato a Griffen nel sud della Carinzia.

Caro fratello, quando costruiremo una zattera per discendere lungo il cielo?

Chiede la poetessa Ingeborg Backmann nata in queste terre. Forse è anche dal cielo che un giorno le zattere dei profughi potranno partire per seguire il sentiero che collega tre regioni, la Carinzia, la Slovenia e il Friuli-Venezia Giulia e attraverso i paesaggi montani e lacustri più belli della Carinzia, giungere dopo 750 chilometri fino a Muggia, sul Mare Adriatico.

Luce. Più a sud del Tirolo

Dai vieni, che siamo in Austria, ma più a sud del Tirolo. C’è il lago più caldo d’Europa, il Klopeiner See che ha acque turchesi che raggiungono, già a giugno, la piacevole temperatura di 26 gradi. E sulla neve, con il sole senti un respiro fresco che riempie i polmoni e ti pizzica il naso. L’inverno azzurro sulle rive della Drava, a Villach, ha una luce d’estate una “bella luce, che ci tiene caldi, ci protegge e fa sì, fantasticamente, che io possa di nuovo vederti e rivederti!“ come dice il verso amorevole di Bachmann.

Qui le piste e i sentieri sono ben soleggiati ed è come stare su una grande terrazza affacciata sulle alpi. Alla stazione di arrivo della cabinovia di Pramollo c’è un orologio che misura l’irraggiamento e nei mesi invernali registra circa 100 ore di sole in più rispetto a qualsiasi altra destinazione sul versante nord della catena alpina. Di autunno poi, tutti gli elementi del paesaggio, animali, vegetali persino i sassi sono così ricchi di forme e colori, che sembrano “venuti al mondo con un’emissione di luce”. Anche quando il sole scende dietro le montagne, gli escursionisti accendono le loro lampade frontali e qualche volta è il chiarore della luna piena a illuminare le discese notturne.

Aria. Le ciaspole sono ali

Amo. Fino all’incandescenza io amo…L’ho imparato in volo.

Confessa Ingeborg Backmann. Come un Icaro vorrei anch’io provare a portarti in alto verso il sole per convincerti che quassù ci si vuole bene di più.

La montagna ti porta verso il cielo, sopra i tetti delle città che sono sempre più alti di dove possono arrivare gli occhi. Sarà anche per questo che c’è più luce, con le barriere di città che si allontanano giù in basso, per lasciare alberi sempre verdi e poi pascoli e alpeggi più in su. C’è un belvedere prima di salire al Dobratsh (2167 metri), lungo la strada alpina di Villach, dove si vede l’Italia. Hanno realizzato un parapetto che avanza oltre l’ultima roccia e ti consente di guardare sotto di te lo strapiombo, senza caderci.

Qui il tuo sguardo è di aquila e scopri un mondo verticale. Senti la vertigine con le cose che diventano più piccole quanto più le guardi dall’alto. Solo le montagne non finiscono mai, anche quando sali, la cima è sempre lassù, imprendibile. Barbara Wiegele è stata guardia forestale e conosce bene il Parco Naturale del Dobratsch.  Insieme al gruppo di guide professionali (le Trail Angels) può accompagnarci in sorprendenti esperienze naturalistiche, “i momenti magici”  della Carinzia, attraverso gole e boschi e passeggi incontaminati. La strada che sale da Villach è lunga 16,5 chilometri ed è soggetta a pedaggio per limitare l’impatto sul più antico parco naturale della Carinzia. Ci sono percorsi con le ciaspole per principianti e ciaspolate al chiaro di luna; potremmo arrivare con quelle, attraverso il bosco fino sul Dreiländereck, il punto dove si incontrano Carinzia, Slovenia e Italia. Ci portiamo i bastoncini telescopi che ci aiutano nella presa sul pendio e allenano anche gli arti superiori; nello zaino una crema protettiva e occhiali da sole che qui arriviamo sopra i 2000. C’è un grosso ripetitore installato sul monte e il cellulare prende; non preoccuparti puoi chiamare. Mettiamo nello zaino qualche snack e un kit di primo soccorso così possiamo farci il Nockberge Trail, sulle panoramiche creste e cime del Parco della biosfera, un habitat di 69 specie di uccelli di cui 13 in via di estinzione. Nel comprensorio sciistico di Bad Kleinkirchheim, poco distante, ci sono pendii ampi e 24 impianti di risalita che permettono di accedere a oltre  100 chilometri di piste per sciatori e boardisti, principianti ed esperti. Ci sono anelli per lo sci di fondo: l’alternato per te e io con lo skating che scivolo un po’ avanti e poi ritorno.

In Carinzia c’è anche il campo di pattinaggio naturale più grande d’Europa: sul lago Weissensee si tiene una maratona di pattinaggio che coinvolge su un circuito di 200 chilometri più di 5000 pattinatori provenienti dai Paesi Bassi.

Ci sono poi esperienze insolite: le immersioni nel ghiaccio sul lago Weissensee e le arrampicate su roccia, nel Parco Nazionale Alti Tauri. A Nassfeld/Pramollo si può provare a pedalare con la snowbike. Potrei portarti in trekking con il Lama. Ma forse, con te è più facile una romantica gita in carrozza.

Acqua. Il mare delle terme

La Carinzia è terra di laghi e di sorgenti. Nei boschi di Warmbad Villach accade un fenomeno speciale: durante il disgelo, l’acqua sgorga dalla sorgente termale di Maibachl, ad una temperatura di 28° gradi. Ci si può fare il bagno dentro questa vasca che ha l’aspetto di un vero e proprio monumento naturale. Nelle vicinanze l’hotel Karawankenhof, un moderno hotel con sorgenti termali naturali, dotato di una clinica per il benessere e cure idroterapiche. L’acqua termale ha proprietà curative per i disturbi cardiocircolatori e dell’osteoporosi, rigenera e, complici i meravigliosi panorami sui monti e i laghi, rilassa il corpo e l’anima.

Le grandi piscine termali delle Kärnten Therme a Villach sono il centro termale più moderno dell’Austria del sud, con scivoli acquatici, una vasca esterna panoramica con vista sul monte Dobratsch e, nelle notti di plenilunio, la possibilità di una accoccolata  “notte di sauna con luna piena”.

Anche d’inverno, in tutta la Carinzia si può fare wellness sul lago, ospiti in strutture attrezzate con vetri e viste sulle acque calde e le cime innevate.  A Villach c’è un grande ponte sulla Drava, il fiume più lungo della Carinzia, che attraversa da ovest verso est. Potremmo percorrerlo in canoa o correre in bici lungo la sua ciclabile. Ma non sai pedalare; avranno un tandem?

Legno. Le Casette di Natale

La luce s’accende nel crepuscolo ad illuminare le piste, ci sono saune al plenilunio e di stelle quante se ne vogliono in questo cielo di montagna. Anche il campanile di Villach è illuminato quasi per tutta la sua altezza e sembra una candela d’avvento con il presepio di legno nelle casette del mercatino. Ci sono più di 50 artigiani e artisti locali. Renato ha le mani che sembrano di  legno, tanto ha lavorato ad intaglio. Ha scolpito angeli per tutte le chiese della valle, qualcuna anche in Italia. Ora però deve finire il busto di un ingegnere, per ricoprirlo di bronzo e lasciarlo nel mezzo del giardino della sua villa, perché ci rimanga a memoria del suo originale.  Si può trovare di tutto, dai curiosi oggetti dell’artigianato del legno ai gioielli creativi e alle decorazioni natalizie. L’atmosfera è comunque sempre magica e le melodie natalizie si confondono con gli odori di mosto e di castagne. Ci sono casette di legno anche nell’Atrio”, importante centro commerciale di Villach, dove posso prestarti la mia carta per uno shopping mirato in no dei 90 negozi con saldi di avvento.

Indubbiamente più insolito è il mercatino Stille Advent di Pörtschach: un piccolo villaggio di casette sul lungolago che disegnano un sentiero di luci, con le fiaccole che accompagnano il presepe vivente. Più autentico quando i cori natalizi carinziani succedono alle note dei “Jingle Bells” commerciali.

Nel villaggio di Arriach possiamo preparare l’avvento con le nostre mani e intrecciare una Corona di Natale e scoprire la bellezza dei colori di foglie, rami e piccole noci. Una candela per ogni settimana a far luce, in queste quattro settimane di vigilia, fino ad accenderle tutte per un avvento luminoso come una cometa.

Notte di draghi e di mostri

La notte non è mai buia e spaventevole. Persino le maschere Krampus che sfilano nel centro storico a novembre hanno la luce negli occhi e accarezzano i bambini al sicuro sulle spalle dei loro genitori. Nelle zone di lingua tedesca, il Krampus è un diavolo che San Nicola ha vinto e piegato. Ora può solo far finta di fare paura con le corna e una frusta di paglia. Sfilano  e saltano lungo le strade del paese, con le maschere di legno, vestiti di pelli e arti uncinati. La luce dei flash può ritrarli orrendi e sorprende tutta questa gente che si accalca, che li sfida, anche se sanno che il mostro è finto.  La tradizione che si tramanda principalmente nell’arco alpino forse ricorda le difficili carestie nei solstizi d’inverno, quando ci si travestiva di pelli e corna di animali per  derubare i villaggi vicini.

Nella città capoluogo di Klagenfurt c’è Lindwurm, il drago di pietra, simbolo di tenacia contro le avversità: E ritornano i versi di Backmann: “Vedo la salamandra che va attraverso tutte le fiamme. Non ha terrore e non prova dolore”

Fuoco nelle Stuben

Ora che le giornate diventano più corte e le notti più fredde, possiamo sederci nelle “Stuben” con il fuoco caldo e il profumo di mele al forno. Al Gastthof Tschebull, tappa obbligata del circuito Slow food Carinzia,   Iannis può  servirci un’anatra con crauti e un tortello (Kasnudel) in cui la forchetta affonda golosa. Ci sono profumi di erbe selvatiche e di frutta. Il vino è selezionato nelle uve e ha un colore rosso di tannino. Qui la cucina ha contaminazioni provenienti da tutte e tre le regioni,  un affascinante viaggio gastronomico tra tradizioni alpine e sapori del Sud e dell’ Adriatico. Anche i menu sono redatti in tre lingue per aiutarci nella scelta. Persino la neve è “gourmet” e ha tracce di ciaspole che ci conducono nelle baite per assaggi di cucina rustica e la tipica merenda al tagliere “Brettljause” (per esempio con formaggio e speck della valle Gailtal).

In queste valli ci sono ancora antichi mulini e farina macinata a pietra. Nel villaggio di Arriach possiamo imparare a preparare il pane con farine di cereali antichi , magari  farciti con pere secche (Kletzen) e provare a cucinare i piatti tradizionali con l’aiuto di mani più esperte delle nostre.

Qui in Carinzia i tortelloni sono una tradizione gastronomica antica. Bisogna saper ripiegare la pasta a forma di mezzaluna con una treccia sul bordo  per chiudere bene il ripieno di ricotta e menta. Si dice che chi impara a preparare questa pasta abbia tutte le carte in regola per sposarsi. Dovremmo tutti davvero rimetterci a impastare la farina per amore.

Guardo la Carinzia al finestrino, che se ne va piano ora che il treno parte per tornare a casa. È una cartolina di Natale, che scorre lenta, come un incanto. Avrebbe potuto essere davvero magica, se solo ci fosse stata anche lei, qui vicino.

Info utili

Leggere: Ingeborg Bachmann, nota anche come Ruth Keller (Klagenfurt, 25 giugno 1926 – Roma, 17 ottobre 1973), poetessa, scrittrice e giornalista austriaca – “Il trentesimo anno”, 1961. Peter Handke è lo scrittore che ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2019 – “I calabroni”, 1966

Arrivare: La Carinzia si raggiunge facilmente in auto, seguendo l’autostrada A4 oltre Mestre, fino a Palmanova, e imboccando la A23 per Udine/Tarvisio/Villach.

Link: www.carinzia.at | www.visitvillach.at | www.nataleavillach.com

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