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Brasile, meta top del 2017: ecco le città dove si sente ancora l’influenza africana

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Brasile, meta top del 2017: ecco le città dove si sente ancora l’influenza africana

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di Francesca Spanò | @francynefertiti

Una destinazione che nel 2017 promette di essere ancora più amata dai turisti, il Brasile, e che, in generale, piace moltissimo agli italiani. Tuttavia, in pochi sanno che in molte sue città è possibile riscoprire un pezzo d’Africa. Un’eredità che si ritrova nel linguaggio, nei ritmi musicali, nel cibo e nelle credenze religiose. In parte persino nelle abitudini quotidiane del Paese. Un caleidoscopio di colori, luoghi e tradizioni, dunque, ed ecco perché si tratta di una location che conosce solo primavere in tema di arrivi e rappresenta un’occasione per dedicarsi alla cultura oltre che ai panorami mozzafiato.

Cosa vedere e dove andare

Tra i primi elementi che attirano subito l’attenzione, in questo senso, ci sono ad esempio le chiese costruite dagli schiavi, così come i musei e i centri culturali. Per chi vuole seguire un itinerario ad hoc tra Africa ed America meridionale, la scelta cade sui Stati come Maranhao, Pernambuco, Alagoas, Bahia, Minas Gerais, Espirito Santo, Rio de Janeiro, San Paolo e Rio Grande do Sul. Le città che però sono più organizzate in questo senso e da tempo valutano giri specifici sono sono soprattutto Rio de Janeiro e Salvador.

Tra storia ed influenze africane

Uniao dos Palmares:  La Serra da Barriga, situata a União dos Palmares, nello Stato di Alagoas, ha ospitato una grande comunità di schiavi africani. Nello specifico si chiamava quilombo brasiliano. Quella di Palmares era una comunità autonoma e raccoglieva tanti uomini in fuga dalle piantagioni, formata da indios e coloro che si ritrovarono espulsi dalle aziende agricole. Arrivò a contare oltre 30.000 abitanti, raggruppati in 11 villaggi e oggi il Parque Memorial Quilombo dos Palmares è un’attrazione culturale che  ricrea l’atmosfera della vecchia Repubblica di Palmares, come simbolo della resistenza nera alla schiavitù.

Rio de Janeiro: da queste parti si trovava il Cais do Valongo, la porta d’ingresso principale degli schiavi nelle Americhe e da qui sono entrati circa un milione di schiavi neri nei tre secoli in cui è stata praticata la loro tratta. Inseriti nel Circuito Storico e Archeologico dell’Eredità Africana di Rio ci sono in particolare sei siti. Si trovano a Santo Cristo, Saúde e Gamboa. Oltre alle rovine di Valongo, la nuova area portuale di Rio, chiamata Porto Maravilha,il Boulevard Olimpico, musei e l’Oceanario AquaRio. Gli itinerari comprendono poi lezioni di percussioni, capoeira e samba.

Salvador: è la capitale di Bahia e vanta la presenza della più grande popolazione nera fuori dell’Africa. Vi si trova il Museo afro-brasiliano, situato nel Pelourinho,  a narrare la  storia della colonizzazione e dell’immigrazione africana. Il quartiere è considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e mostra ancora i segni di quel periodo. Qui anche i piatti sono di origine africana, molto speziati e con un sapore di latte di cocco, zenzero e pepe.

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