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Cinecittà: 80 anni di cinema e sogni made in Italy

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Cinecittà: 80 anni di cinema e sogni made in Italy

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di Francesca Spanò | @francynefertiti

Il cinema è una finestra sui sogni, un mondo a parte dove ogni persona può essere ciò ciò che vuole, immedesimandosi. E Cinecittà che festeggia un compleanno speciale, è la fabbrica dei desideri su pellicola, Made in Italy. 80 anni fa apriva i battenti e fra gloria e difficoltà è giunta fino a oggi da quando in quel lontano 1937, il taglio del nastro fu affidato a Benito Mussolini. Con lui c’era pure il direttore dell’Istituto Luce, Giacomo Paulucci di Calboli.

La storia degli studios romani

Da tutto il mondo ha accolto attori e grandissime produzioni cinematografiche, attraversando i decenni e le vicende storiche del nostro Paese. Raccontare del fascino e del lavoro di Cinecittà è interessante perché si parte della casa di produzione Cines e da Luigi Freddi, direttore generale della cinematografia fascista dal 1934. Dalle sue sale e dai set sono passati artisti da premio Oscar, kolossal americani e lungometraggi italiani di grande respiro, da Fellini in poi.

Nonostante alla sua nascita il regime fascista si faceva sentire, questa forma di intrattenimento non fu osteggiata e, anzi, divenne orgoglio nazionale perché in grado di distrarre e divertire. Pochi ingredienti per un successo sicuro fecero di Cinecittà un vero mito, arrivato fino ad ora. Il modello era in qualche modo quello americano, tanto che lo stesso Freddi organizzò un viaggio oltreoceano per capire meglio in che modo lavorare per ottenere grande consenso. Prima degli studi famosi sulla via Tuscolana, arrivò la società Cinecittà, nel 1935, ed iniziò da qui la rinascita della Cines. La stessa che fu ricordata per il primo colossal Quo Vadis?, il primo film sonoro La canzone dell’amore e per una serie di documentari in linea col fascismo.

La fine di Cines e la nascita di Cinecittà

Nel 1935, forse per un atto doloso, gli studi di Cines bruciarono e fu così creata una vera “cittadella del cinema” di fronte al Centro sperimentale di Cinematografia. In 15 mesi la costruzione fu completata e furono ufficialmente aperti i cancelli del nuovo sogno italiano. Qui si formarono Rossellini e De Sica, si svilupparono i primi teatri di posa e si proseguì verso anni di grande successo nel Dopoguerra.

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