Castello di Sammezzano: splendido tesoro di Toscana
Date
- 12.09.22
Castello di Sammezzano: splendido tesoro di Toscana
di Francesca Spanò | Ph Paebi
I tesori più grandi di una regione non sempre sono i più conosciuti e proprio per questo restano estremamente preziosi.
Della Toscana chiunque conosce potenzialità e meraviglie, ma un viaggio straordinario è quello che si può compiere alla volta del Castello di Sammezzano. Sorge tra Firenze e Arezzo, immerso nella campagna con uno splendido panorama sulla vallata. La sua storia è lunga e particolare, in quel di Leccio, nel Comune di Reggello tra sequoie e cieli blu e riguarderebbe anche un veloce passaggio tra le sue stanze di Carlo Magno.
La fortezza pare sia appartenuta alla famiglia fiorentina dei Gualtierotti, poi a quella degli Altoviti e di Giovanni de’ Medici e a metà del Cinquecento il Granduca Cosimo I stabilì la bandita di Sammezzano, un territorio dove era proibito pescare o cacciare senza permesso. Non passò molto tempo e decise di dare la tenuta al figlio Ferdinando, futuro Granduca di Toscana. Altre pagine di storia furono scritte nel secolo successivo, quando ad acquistarla ci pensò la famiglia Ximenes d’Aragona e poi quella dei Panciatichi, che però l’ottenne in eredità. Tuttavia fu il Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, a trasformare un semplice castello in uno scrigno di tesori dal valore inestimabile.
Tra gli elementi interessanti, frutto anche della moda del periodo, c’è di sicuro un vasto campionario di forme tratte da diverse architetture esotiche, senza mai copiarle fedelmente, riprodotte invece in modo originale e creativo. Le sale sono molte, ma non 365 come si è spesso detto. Tra queste di notevole bellezza sono soprattutto: la Sala dei Pavoni, la Sala dei Gigli, la Sala Bianca, la Sala degli Amanti tra bianchi intensi e colori accesi.
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