CASA MUSEO BOSCHI DI STEFANO UN VIAGGIO NELL'ARTE ITALIANA DEL '900
Foto Alberto Lagomaggiore e Sara Rizzo. Testo Casa Museo Boschi Di Stefano
Casa Museo Boschi Di Stefano ha aperto le sue porte ai visitatori il 5 febbraio 2003. Gioiello nel panorama dei musei milanesi, la casa museo ospita una selezione di circa trecento fra le oltre duemila opere acquistate dai coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968) e donate, insieme all’appartamento stesso, al Comune di Milano. La collezione rappresenta una testimonianza straordinaria e puntuale della storia dell’arte italiana del XX secolo, tanto che molte delle sue opere sono attualmente esposte anche al Museo del Novecento.
Nelle undici sale allestite a quadreria, che ancora conservano il sapore della casa realizzata su progetto di Piero Portaluppi nel 1929-30, quasi tutti gli arredi non originali sono stati accuratamente scelti dalla Fondazione Boschi in consonanza con le opere esposte alle pareti, frutto di una passione collezionistica senza freni e di un rapporto sincero e diretto con molti artisti che sarebbero poi diventati fra i più grandi della scena italiana e internazionale
Il percorso espositivo va dal primo decennio del Novecento alla fine degli anni Sessanta. Dall’ingresso, dove i visitatori sono accolti da ritratti dei coniugi Boschi e da ceramiche della stessa Marieda, si passa al corridoio dedicato ad artisti del primo e secondo decennio del secolo scorso, fra cui Boccioni, Severini e Marussig. Nello studio adiacente è allestita la sala dedicata a “Novecento”, con opere di Funi, Carrà, Casorati, paesaggi di Tosi e Guidi. Segue la sala monografica dedicata a Mario Sironi, con la celebre Venere dei porti (1919) e alcune sculture di Arturo Martini, come La vittoria (1934). Da lì si passa alla sala che comprende opere degli artisti di Corrente, fra cui l’Eldorado (1935) di Renato Birolli, e due pareti dedicate a una straordinaria selezione di nature morte e
paesaggi rispettivamente di Giorgio Morandi e Filippo de Pisis.Il salone della casa museo, con l’originale pianoforte ancora al centro, è dedicato alla Scuola di Parigi e comprende La scuola dei gladiatori (1928) e i Facitori di trofei (1926-28) di Giorgio De Chirico, l’Annunciazione di Alberto Savinio (1932), opera simbolo della Casa Museo, e tele di Campigli, Paresce, Mafai. Superato il corridoio dedicato ai chiaristi, con opere di De Rocchi, Semeghini, Lilloni, segue la sala monografica dedicata a Fontana. Oltre a due dei celebri “tagli” (Concetto spaziale. Attese, 1959 circa), sono ben rappresentati il periodo dei Buchi, delle Pietre e dei Gessi; la Casa Museo conserva inoltre, dello stesso Fontana, anche sculture in ceramica.
Segue una sala molto articolata, dedicata ad artisti postcubisti (Moreni, Giunni, Brindisi, Piccoli), spazialisti (Crippa) e nucleari (Dangelo, Baj e Dova). L’ultima stanza è quella dedicata all’Informale, con un’opera di Emilio Vedova (Immagine del tempo, 1953), due di Piero Manzoni (Rettangolo e Ipotesi prima. Rettangolo interrotto, 1958) e poi Vago, Carmassi, Chighine, Bionda a rappresentare un gusto dei due collezionisti inevitabilmente sottodimensionato dall’allestimento cronologico. Per cercare di aprire un varco nella parte sommersa della Collezione Boschi Di Stefano, nella ex scuola di ceramica di Marieda, situata nel medesimo edificio e riaperta dalla fine del 2017, vengono allestite mostre di approfondimento. Le esposizioni, che fanno parte della serie “Visti da vicino”, sono già state dedicate ad Enrico Baj, al movimento di Corrente, a Ralph Rumney e a Franco Francese, nell’intento di valorizzare sempre di più l’intera collezione.
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info utili
Casa Museo Boschi Di Stefano, via Jan 15, 20129 Milano
Orari: da martedì a domenica dalle ore 9.30 alle 17.30 (ultimo ingresso 17.00). Chiuso il lunedì.
Ingresso libero
Telefono: +39.0288463614 da lunedì a venerdì. +39.02.88464748 sabato e domenica
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