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Bormio: antiche sorgenti termali e cultura

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Bormio: antiche sorgenti termali e cultura

di Silvana Benedetti

La stagione degli sci fruscianti, lungo le chilometriche e sinuose piste innevate, sembra ormai volgere al fine. Tuttavia, in alcune località montane, la cui fama viene spesso erroneamente vincolata agli sport invernali, fascino, appeal e attrattive permangono, e non si sciolgono assieme all’ultima neve di primavera. Il villaggio di Bormio, in Alta Valtellina, ne è un fulgido esempio. Merito della sua magnifica posizione in una conca ampia e luminosa, scavata nei secoli dai ghiacciai e corsi d’acqua; della stretta vicinanza con il Parco Nazionale dello Stelvio; del patrimonio culturale del suo centro storico, ricco di tesori artistici e di insediamenti archeologici e della vista mozzafiato sulle cime del Tresero. E non ultimo, per gli avvolgenti sapori della ricca cucina valtellinese, accompagnata dai suoi prestigiosi vini.

Un tuffo lungo duemila anni di storia

Indubbiamente l’elemento più prezioso è l’acqua termale, che sgorga naturalmente dalla roccia da 9 sorgenti, poste ad altitudini diverse, nel Parco Nazionale dello Stelvio. Un tuffo nella storia profondo oltre duemila anni, dai bagni Romani secolari, alle grotte che conducono a una sorgente termale, fino alla piscina panoramica a picco sulla conca di Bormio. Nei quattro centri termali di Bormio è possibile scoprire il vero significato della parola benessere, dove il corpo si fonde con la natura, in un contesto architettonico e ambientale che non ha eguali al mondo. Bormio Terme (convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale), i Bagni Nuovi e i Bagni Vecchi offrono oltre settanta differenti tipi di pratiche termali, comprese vasche e piscine interne ed esterne accessibili dodici mesi l’anno.

Le straordinarie potenzialità di questo luogo, erano già state apprezzate nel 1492, da quel gran genio di Leonardo da Vinci che così descriveva: “A Burmi sono i Bagni”. Ma numerose altre citazioni sono presenti negli antichissimi testi di Plinio il Vecchio e nelle lettere di Aurelio Cassiodoro.

Salus per aquam: come ai tempi dei romani

I Bagni Vecchi rappresentano il più antico dei complessi termali della zona. Conosciuti anche in epoca medioevale con il nome di “Bagni di Castello” e ancor prima di “Ospitium Balneorum”. La chiesetta dedicata a San Martino, che si ritiene edificata dove un tempo sorgeva un tempio pagano dedicato al dio delle acque calde Bormo, si trova tuttora nei pressi del complesso termale. I Bagni Vecchi, vista la loro posizione proprio all’imbocco della valle del Braulio, erano utilizzati anche quale rifugio per i viandanti che intraprendevano la traversata dello Stelvio.

Impossibile non subire il fascino dei Bagni Romani: due vasche in grotta di epoca pre-romana, conservate nella loro struttura originaria. All’esterno si trova la vasca dell’Arciduchessa. Una grande tinozza di legno un tempo riservata all’Arciduchessa d’Austria, che era solita soggiornare ai Bagni di Bormio. La Grotta sudatoria di San Martino è una sauna naturale, unica nel suo genere, che si sviluppa attraverso quattro differenti settori (Tepidarium, Calidarium, Laconicum, Frigidarium) lungo una galleria di 33 metri che si inserisce nella viva roccia. E infine la piscina all’aperto: un bagno antistress immersi piacevolmente, anche nelle giornate invernali più fredde, in acque calde termali a 38° C, spaziando con lo sguardo sulla “Magnifica Terra”.

Info: Bagni di Bormio www.bagnidibormio.it

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