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Bangkok: cosa vedere tra templi e palazzi d’oro

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Bangkok: cosa vedere tra templi e palazzi d’oro

Photo by Oleksandr Pidvalnyi from Pexels

di Federica Giuliani | @traveltotaste

Bangkok è una dinamica metropoli asiatica che ha conosciuto un rapido sviluppo industriale. È uno di quei luoghi che non lascia mai indifferenti, sia nel bene che nel male, ma se ci si concede il tempo di conoscerla non si potrà far altro che innamorarsi dei suoi templi e palazzi d’oro.

Da piccolo villaggio sulle rive del grande fiume Chao Phraya, Bangkok si è trasformata, a cominciare dal palazzo che Re Rama I fece costruire sulla riva orientale del fiume, in una città dalle dimensioni impressionanti e dalla vitalità unica. Krung Thep, il suo nome in thai, significa città degli angeli e definisce perfettamente quanto per i tailandesi la città assomigli a un Paradiso. Bangkok è una signora elegante dal carattere difficile che non ammette vie di mezzo: o la si odia o la si ama, ma chi riesce ad andare oltre la sua coltre di smog e il traffico incessante verrà trafitto irrimediabilmente al cuore e non riuscirà più a scordarla.

L’anima di Bangkok

La sua anima pulsante è rappresentata dal fiume che l’attraversa tranquillo, con le sue acque verdi che disegnano curve sinuose lungo tutto il percorso cittadino. Il Chao Phraya costituisce tutt’ora l’asse di trasporto e di commercio più importante del Paese. Imponenti chiatte lo solcano silenziose trasportando enormi quantità di merci e gli abitanti di Bangkok lo utilizzano per spostarsi agevolmente navigandolo con vaporetti e longtail boat. Il traffico sul fiume non si ferma mai ed è uno spettacolo talmente affascinante da lasciare incantati ogni volta. Al di là delle attrattive note a ogni viaggiatore e turista di passaggio, Bangkok offre angoli e opportunità stupefacenti.

Templi: oasi di pace e benessere

I templi sono delle oasi di pace all’interno dei quali, come per magia, non si percepisce più nessun rumore molesto provocato dal traffico. Si sentono solo il canto degli uccellini, il fruscio degli alberi mossi dal debole vento e il suono delle campane votive. Il profumo di incenso e fiori freschi permea ogni cosa e al Wat Arun è forse ancora più persistente. Il Tempio dell’Alba, questo significa il suo nome, offre un’ incomparabile rappresentazione della spiritualità attraverso le innumerevoli statue di Buddha. L’oro di cui ogni cosa è rivestita, colpito dai raggi del sole, risplende di una luce straordinariamente suggestiva. Il prang centrale, la tradizionale guglia intarsiata, rappresenta il monte Meru, che nella cosmologia induista simboleggia il centro dell’Universo, mentre le torri satellite sono dedicate al dio dei venti e raffigurano i quattro continenti. In questo meraviglioso tempio prese gli ordinamenti il primo monaco occidentale nel 2005. Gli Yak, i guardiani, che si trovano all’entrata della sala dell’ordinazione sono divinità protettrici che fanno parte del Ramakien, un poema epico che si ispira al Ramayana indiano.

Gli Yak Wat Cheng che si trovano all’interno del Wat Arun sono considerati i nemici mortali degli Yak Wat Pho, situati nel tempio antistante al di là del fiume, il Wat Pho. Costituito da un insieme di edifici è conosciuto per ospitare il maestoso Buddha sdraiato. La statua misura 46 m in lunghezza e 15 m in altezza e venne costruita in occasione della ristrutturazione degli edifici da parte di Rama III. Il corpo è interamente rivestito d’oro mentre gli occhi e i piedi sono decorati con madreperla tipicamente cangiante. Le piante dei piedi sono inoltre finemente decorate da 108 scene augurali abbellite da conchiglie in stile cinese e indiano. L’opera è talmente imponente, soprattutto se si pensa che è contenuta in una stanza poco più grande della statua stessa, da risultare quasi ipnotica. All’interno di un altro edificio del complesso si trova la prima scuola di massaggio tradizionale thailandese. Il massaggio in Thailandia è chiamato nuad phaen borarn, che letteralmente significa “toccare per guarire”. Si tratta infatti di una pratica molto antica, che si svolge sdraiati a terra completamente vestiti, il cui scopo è quello di prevenire le malattie donando benessere generale. Un’esperienza sensoriale e benefica che non si può evitare di sperimentare.

Un po’ di shopping

Chatuchak, infine, è il posto ideale per chi ama lo shopping. Dodici ettari di superficie occupati da decine di piccoli negozi che vendono ogni tipo di merce. Un dedalo di stradine da percorrere con calma, senza farsi travolgere dalla folla di persone, perlopiù thai, che vi si recano per fare acquisti. I negozi sono aperti solamente dal venerdì alla domenica ed è per questo che è meglio conosciuto come week end market. Ceramiche squisitamente decorate, sete colorate, tessuti d’arredo eleganti, sculture religiose e dipinti: ogni settore merceologico occupa una zona. Quando poi è necessario un po’ di riposo, è sufficiente recarsi nell’area dedicata al cibo, sedersi su uno sgabello sgangherato e, godendosi un piatto di noodles, ammirare l’oro che colora la città.

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