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A Venezia Mahiriki Tangaroa racconta l’epica della navigazione celeste

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A Venezia Mahiriki Tangaroa racconta l’epica della navigazione celeste

di Daniela Bozzani

È difficile parlare di arte contemporanea se si parla di Mari del Sud. Le prime immagini che vengono alla mente, inevitabilmente, sono di spiagge bianchissime lambite da meravigliose acque trasparenti. Mille gradazioni di bianchi, azzurri e verdi sono i colori tracciati dai racconti su questi luoghi lontani. E invece gli artisti del Pacifico stanno affermandosi sempre più anche alle nostre latitudini.

A Palazzo Bembo, in occasione della Biennale di Venezia, è stata invitata Mahiriki Tangaroa, artista di Rarotonga nelle Isole Cook, con il suo nuovo lavoro Kaveinga, Angels of the Ocean. Una serie di tele che raccontano, attraverso una simbologia antica, l’epica della “navigazione celeste”: viaggi di migliaia di chilometri di oceano su canoe a doppio scafo con il solo aiuto delle stelle. Migrazioni alla scoperta di nuove terre su fragili imbarcazioni per costruire nuove rotte commerciali, ma anche leggende e arte.

May the ocean embrace you - Mahiriki Tangaroa

L’abbraccio dell’Oceano

La tela dal titolo evocativo May the ocean embrace you abbraccia gli esploratori del passato e chi, più banalmente, cerca nell’intricata griglia di simboli e colori il suo proprio intimo viaggio. Dice l’artista “La storia connette tutta la Polinesia con linguaggi e simboli, dei e luoghi sacri condivisi da tribù differenti. L’attraversamento dell’oceano è stato importante per la nostra cultura. L’abilità dei navigatori era tenuta in grande considerazione perché leggere le costellazioni, i disegni delle onde e dei venti assicurava, o quasi, un viaggio sicuro”. Kaveinga è la guida, la conoscenza e la tutela del territorio e delle tradizioni, pilastri fondamentali per queste isole le cui nuove generazioni stanno riscoprendo per mostrare al mondo i valori di un popolo forte e legato alla propria “terra”. 

Nell’antica Polinesia, artisti e sacerdoti erano chiamati Ta’unga e godevano di uno status speciale, lavorando sotto la protezione dei capi. L’arte orale dei cantastorie o quella visiva di pittori e tatuatori era ritenuta importante per marcare l’autorità dei capi e “potenziare” canoe e costumi. 

Isole Cook: patrimonio d’arte

Le Isole Cook vantano un patrimonio di canti e danze che risalgono a migliaia di anni fa e raccontano storie d’amore e d’avventura. A dispetto delle più famose hula hawaiiana e tamuré tahitiano, la hura delle Cook, eseguita in onore di Tangelo, dio della fertilità e del mare, è forse più sensuale e intensa. Ogni occasione è buona per danzare soprattutto nelle island nights, durante le quali le danzatrici invitano gli stranieri, i papaya, a salire sul palco per unirsi al ballo. Da segnalare il festival della danza Te Maeva Nui Festival che si svolge ogni anno tra fine luglio e la prima settimana di agosto.

Anche la scultura in pietra e legno si riferisce alla tradizione con modelli originali come il dio del mare Tangaroa. Così come l’arte tessile chiamata tivaevae, patchwork fatti a mano, con disegni che vengono tramandati di generazione in generazione. In realtà l’idea è stata introdotta nel XIX secolo dalle mogli dei missionari inglesi e dalle suore di Tahiti che insegnavano ricamo, cucito e uncinetto. Oggi è un mestiere molto popolare tra le donne, svolto quasi sempre comunitariamente e, nonostante la sua origine europea, i modelli e le tecniche si sono evoluti in stili che ora appartengono distintamente alle Cook, ricreando disegni di fiori, foglie, uccelli, pesci, insetti e animali. Esemplari i tivaevae di Andrea Eimke, artista di origine germanica, realizzati utilizzando sia tecniche tradizionali che macchine innovative: pezzi unici che mescolano stili polinesiani e contemporanei. Le sue opere sono esposte al Sydney Powerhouse Museum.

Resta comunque la pittura la parte più rilevante della scena artistica: tra gli altri Maria File, discendente degli Ariki Tinomana e Numagantini di Mangaia, che trae ispirazione dalla esuberanza della natura lavorando su diversi supporti; Judith Künzle con gli studi sulle ballerine e Mike Tavioni con la sua incontenibile creatività (poeta, pittore, tatuatore, scultore e molto altro). I giovani di ritorno alle isole dopo gli studi nelle accademie australiane e neozelandesi hanno contribuito alla nascita di nuove gallerie d’arte a Rarotonga come la Bergman Gallery che ospita una esaustiva collezione di opere appartenenti ai più quotati artisti contemporanei della Polinesia neozelandese. Alcuni di questi, sono esibiti nella mostra Personal Structures-Reflection organizzata a Palazzo Bembo da European Cultural Centre.

Reflections

L’ECC nelle sedi storiche di Palazzo Bembo, Palazzo Mora e Giardini Marinaressa presenta una edizione dalla forte presenza femminile. I 192 partecipanti provenienti da 51 paesi diversi hanno lavorato sul concetto di reflections dal duplice significato. Da un lato gli episodi visibili percepiti dagli occhi e dall’altro di un atto mentale derivante da un’azione meditativa. Secondo il progetto curatoriale, l’atto della riflessione porta con sè il potenziale di prevedere le possibilità prossime e la responsabilità di immaginare un futuro migliore. In un presente che richiede azioni sempre più responsabili e consapevoli sembra essenziale essere in grado di immaginare un futuro sostenibile. Con questa mostra l’ECC presenta una selezione di opere di artisti, fotografi, scultori emergenti e di fama internazionale che toccano la spiritualità e l’intimità, il femminismo e l’uguaglianza, l’ambiente e la sostenibilità e molto altro.

Le opere sono esposte in tre diverse sedi: a Palazzo Mora le vaste stanze white-cube dedicano ogni spazio a un artista differente vaalorizzando i concetti alla base di ogni progetto. Palazzo Bembo ospita installazioni site-specific create appositamente per la mostra, una esperienza immersiva all’interno della location storica. I Giardini della Marinaressa accolgono installazioni e sculture sintonizzate con l’ambiente naturale circostante, convertendo gli incantevoli giardini in uno sculture park all’aria aperta.

Info utili

Cosa: Personal Structures – Reflections 

Dove: Venezia Palazzo Bembo Riva del Carbon, Palazzo Mora Strada Nuova 3659, Giardini Marinaressa Riva dei Sette Martiri

Quando: dal 23 aprile al 27 novembre 

Orari: dalle 10 alle 18 tutti i giorni. Chiuso il martedì

Ingresso: gratuito

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