di Daniela Bozzani
Art for Education, è il titolo della prima collettiva di arte contemporanea pakistana in Italia, presentata dalla Onlus Italian Friends of the Citizens Foundation TCF e dal Museo Diocesano Carlo Maria Martini. Tema cardine del progetto è quello da cui prende il titolo la mostra stessa. L’istruzione, infatti, è il motore che muove l’attività di The Citizens Foundation, ONG pakistana, laica e senza scopo di lucro, che dal 1995 promuove l’istruzione femminile di qualità in Pakistan. Istruzione e creazione artistica, da sempre strettamente connesse, che rappresentano anche un valore di crescita individuale e collettiva.
60 artisti donano un’opera
La mostra è curata da Salima Hashmi, artista, critica e intellettuale, tra le personalità più influenti del Pakistan e da Rosa Maria Falvo, critica, curatrice e scrittrice italo-australiana. Espongono 60 artisti, tra nomi di fama internazionale ed emergenti, che hanno deciso di donare un’opera con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore della ONG pakistana. Interessato da un grande fermento culturale, il Pakistan convive con una storia fatta di divisioni, dittatura e di quel “sogno musulmano” che ha trasformato la capitale Karachi, con i suoi 23,5 milioni di abitanti, in una delle metropoli più multietniche e popolose del pianeta.
Un’arte non sempre libera di esprimersi
Come spiega Salima Hashmi, l’arte pakistana ha a che fare con la possibilità di esprimersi, artisticamente e individualmente, in condizioni non sempre favorevoli al libero pensiero. È un’arte sussurrata e raffinata, fortemente simbolica ed evocativa che rispecchia e sottintende le incoerenze della società attuale. Allo stesso tempo è rivoluzionaria, perché sa parlare sottovoce ma in maniera potente, proiettandosi oltre i propri confini, conservando idealismo, passione e celebrando le tradizioni della sua terra.
Tecniche tradizionali per affrontare temi tabù
Nelle scuole d’arte si insegnano ancora oggi le tecniche tradizionali come la miniatura e il ricamo, la tessitura e la calligrafia, da cui anche le nuove generazioni traggono ispirazione. Le scuole di Art for Education non vogliono cancellare il passato, ma usarlo come stimolo per cambiare la società in meglio. Saranno gli artisti stessi ad affrontare temi difficili, a volte tabù, come la povertà e l’ingiustizia, l’Islam e il ruolo della donna, l’identità di genere e l’amore.
Essere donna e artista in Pakistan oggi
La maggior parte dei nomi esposti sono di donne, e non è un caso. Nella tradizione e nella storia del paese, l’artigianato è stata un’attività prevalentemente femminile e casalinga e, persino in tempi più recenti, per una donna era più facile frequentare la scuola d’arte, piuttosto che l’università. Oggi essere artista e donna in Pakistan, è un valore aggiunto. In un contesto di continue contraddizioni fiorisce l’arte e la metafora: le opere esposte sono proteste o celebrazioni. Gli uccelli morti di Adeela Suleman sono pregni di significati simbolici, sul confine tra la bellezza naturale e il caos della violenza e dei disordini che tormentano il suo Paese. Le scritte sovrapposte di Nusra Latif Qureshi rimandano all’interpretazione parziale e selettiva condotta sui testi religiosi, specialmente in relazione alla sottomissione delle donne: la parola che educa e libera diventa uno strumento di oppressione e soppressione. Il forte messaggio di Farida Batool che, dopo la distruzione di alcuni edifici a Lahore nel 2006, durante le proteste per la pubblicazione di vignette blasfeme su un giornale danese, ha lavorato sulla serie Motherland. Un omaggio alla sohni dharti, la terra promessa, per mettere in discussione la sacralità legata alla idea di patria. In questi grandi temi si inseriscono temi più intimi come nell’opera di Sana Obaid che, attraverso la tecnica della miniatura su carta speciale, dipinge le sue esperienze quotidiane.
70.000 coriandoli ritagliati dalla poesia sufi
Temi importanti, che emergono anche nel lavoro di Imran Mudassar che in Talibilam (Lo studente), stigmatizza l’atteggiamento dottrinale e inflessibile dei giovani studenti delle Madrasa, dove l’istruzione religiosa gratuita viene impartita a bambini anche molto piccoli. Particolarmente interessante il grande collage di Mahbub Jokhio, They are Deaf, Dumb and Blind… !, del 2014. L’opera, concettualmente, è un commento sull’intero processo di vedere, leggere, percepire e interpretare. 70.000 coriandoli ritagliati a mano dal libro del poeta sufi Shah Latif sono incollati su una pagina del Corano che si può mettere a fuoco solo da una certa distanza. Più ci si avvicina e più perde riconoscibilità. Nessuno dei due testi risulta leggibile e la loro funzione rimane silenziosa.
Il 20 novembre si terrà un focus su “Le donne del Pakistan: contesto, espressioni, trasformazioni” con le esperte Elisa Giunchi e Anna Vanzan delle Università di Milano e Pavia.
Informazioni utili
Dove: Museo Diocesano Carlo Maria Martini, piazza S.Eustorgio 3, Milano
Quando: 17 ottobre – 25 novembre
Orari: martedì/domenica – 10/18. Chiuso lunedì eccetto festivi. La biglietteria chiude 17.30
Biglietti: 8 euro
Info: tel 02 89420019
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