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A Mamoiada un murales racconta la bellezza del Canyon di Gorropu

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A Mamoiada un murales racconta la bellezza del Canyon di Gorropu

a cura di Redazione

Prende forma a Mamoiada, in Sardegna, il murale che celebra le meraviglie del Canyon di Gorropu, realizzato dall’artista Silvia Maxia nell’ambito de “Il Nostro Orgoglio”.

Nel solco di una tradizione sarda che invoglia a scoprire i luoghi del cuore, prende forma a Mamoiada il primo dei tre murales realizzati nell’ambito dell’iniziativa che Ichnusa, la birra di Sardegna da sempre impegnata per valorizzare e tutelare la sua Isola, ha pensato per l’estate 2021, con esperienze uniche e autentiche che possano fare da volano per la ripresa di territori e comunità locali.
Tre opere che catturano le bellezze del Canyon di Gorropu, di Capo Pecora e del Parco di Porto Conte, per un vero e proprio museo a cielo aperto, che spinge a scoprire e riscoprire quei luoghi magici e che sono “Il Nostro Orgoglio”.

Canyon di Gorropu: il più grande d’Europa

Gorropu è il canyon più grande e selvaggio d’Europa. Un luogo duro e primitivo, come la natura. Uno scenario incontaminato e vertiginoso, che sembra preso in prestito da un altro pianeta e che si incrocia al blu del cielo. Qui cresce la preziosa Aquilegia, fiore di delicata bellezza, che si arrampica coraggiosamente sulle pareti del Canyon. Cultura e tradizioni popolari sono incastonate nei campanacci dei mamuthones, maschere del carnevale di Mamoiada, esplosione di folklore. Il passato e un futuro tutto da scrivere, che guardano avanti, recuperando le proprie radici, anzi dipingendole sulle pareti bianche di Mamoiada.

Il Canyon di Gorropu, assieme a Capo Pecora e al Parco di Porto Conte, sono i tre simboli della Sardegna, scelti da Ichnusa tra circa 400 “Luoghi del cuore” identificati da 100 giovani sardi. In questi mesi sono diventati teatro di escursioni guidate da esperti del territorio e protagonisti delle bottiglie di birra Ichnusa in edizione limitata, con un’etichetta che invoglia a visitarle e (ri)scoprirle. 

L’arte sarda dei murales

E oggi prendono forma nell’arte dei murales, che sull’isola sono una tradizione presente da almeno 50 anni, come dimostra Orgosolo. Tre giovani artisti sardi sono stati chiamati da Ichnusa a realizzare un murale in una località vicina ai tre luoghi del cuore, per celebrarne la natura locale e stimolare a esplorare un territorio ricco di sorprese. Una sorta di mappa del tesoro diffusa per raccontare angoli nascosti e tradizioni. Gli artisti sono Silvia Maxia per Mamoiada, Mauro Patta per Capo Pecora e Daniele Pillitu per il Parco di Porto Conte.

Chi è Silvia Maxia

Silvia Maxia è una maestra d’arte originaria di Ardauli, diplomata in Storia dell’Arte all’Università di Cagliari, con un’anima poliedrica e una passione per i colori vividi e intensi. Si è avvicinata all’arte dei murales circa dieci anni fa, realizzando opere per il pubblico e il privato, tra Oristanese e Nuorese. Il murale che ha creato per Ichnusa è il più grande che abbia mai realizzato e racchiude gli elementi che caratterizzano questo spettacolare territorio e che le sono stati raccontati dagli esperti del luogo: lo scenario della gola di Gorropu è incastonato tra i campanacci tipici delle maschere dei mamuthones e una ghirlanda di aquilegia nuragica. Un’opera che con i suoi elementi naturali e culturali vuole raccontare il legame tra due comunità barbaricine.

Di fronte a un luogo come Gorropu ci si sente piccoli e ho provato questa sensazione quando ho iniziato a lavorare al murale, che mi ha fatto sentire come di fronte a un gigante da dover scalare è stata una sfida, ma anche un’esperienza preziosa.

Ha detto Silvia Maxia, parlando del suo lavoro. L’opera, realizzata a Mamoiada con il patrocinio del Comune, in via Vittorio Emanuele II, vuole invitare locali, turisti e curiosi a scoprire e riscoprire luoghi e tradizioni e a rivivere la bellezza dell’esperienza al Canyon di Gorropu, che in due giorni ha raccolto cento partecipanti.

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