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Selinunte, la più occidentale delle colonie greche è un vero gioiello della Sicilia

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Selinunte, la più occidentale delle colonie greche è un vero gioiello della Sicilia

di Francesca Spanò | @francynefertiti

In un angolo remoto della Sicilia, a circa 30 km a est di Mazara del Vallo, ecco la città greca di Selinus, l’odierna Selinunte. Ben conservata e baciata dal sole, è incorniciata da un territorio carico di verde, pittoresche case rustiche e cieli azzurri che solo la Trinacria sa regalare. In questo tratto occidentale dell’isola, è divisa tra templi grandiosi che gli anni e i terremoti non hanno scalfito in modo troppo significativo. Solo piccole parti sono state riedificate e rappresenta sempre una tappa fondamentale per un tour in questo splendido tratto di Italia.

Breve storia di un capolavoro monumentale e artistico

Raggiunse il suo pieno sviluppo nel V secolo a.C e la sua nemica peggiore era la vicina Segesta. Non fu l’unica però. Il suo territorio fertile e la felice posizione, interessavano anche Cartagine che finì per saccheggiarla. Successivamente più di un sisma la mise letteralmente in ginocchio. Nel tempo vi tornarono i cartaginesi, poi gli arabi e a questo punto fu dimenticata fino al Cinquecento.

Le rovine resistono

Nonostante la storia travagliata, i turisti possono ancora ammirare le sue meraviglie e il sito rappresenta uno dei must dei viaggi in Sicilia. La zona archeologica si trova a ovest del paese moderno di Marinella di Selinunte, dove arrivano i pullman. Questa può essere una buona base per chi vuole esplorare i dintorni. Pittoresca è la stretta stradina tortuosa che scende fino al porticciolo. Qui l’immagine da cartolina è garantita con le caratteristiche barche che vengono tirate a secco.

Le spiagge

Un tempo Marinella era un’area piuttosto isolata, mentre oggi è carica di trattorie, negozi di souvenir, articoli da spiaggia o oggetti di fattura tunisina. Dal paese fino alle rovine a ovest, si allunga una bella spiaggia di sabbia fine anche se l’acqua è meno eccezionale essendo spesso carica di alghe. Qui però si può fare surf e in estate noleggiare sdraio, ombrelloni e pedalò. A est del porto invece si trova il Mare Pineta perché accanto, dietro la battigia, c’è proprio un’area verde .

Il sito archeologico

Alle spalle della Marinella, ecco le rovine divise in due parti con altrettanti gruppi di templi. Il sito è probabilmente il più grande d’Europa, quindi non è facile riuscire a vedere tutto con una sola visita. Se fosse necessario, potrete servirvi anche dell’apposita navetta, mentre a piedi per scoprire tutti i dettagli più importanti dell’area vi serviranno almeno tre ore. I templi orientali sono a vari livelli di ricostruzione e il più completo è quello più vicino al mare forse dedicato a Era. Da qui ci si incammina verso l’Acropoli, con i resti di altri templi, insieme a vecchie strade urbane e al muraglione a gradini. Da vedere anche l’agorà, il punto dove sorgeva il Santuario Malophoros e l’Antiquarium.

Una città sepolta

2700 anni fa era un luogo vivo e fiorente, poi è rimasto per secoli nascosto fino ad ora che è tornato alla luce. Grazie ad una termocamera ad alta sensibilità termica caricata su drone, sei geologi dell’Università di Camerino hanno effettuato una scoperta sensazionale. Nel corso delle loro esplorazioni, infatti, hanno rilevato sul terreno dell’area archeologica delle anomalie riconducibili ad importanti strutture sepolte che dal tempio scendevano verso il porto. In più, sono state individuate anche le tubature costruite dai greci ed attraverso le quali l’acqua arrivava in ogni ambiente circostante.

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