Cerca
Close this search box.
Mostre a Lugano: le opere geniali di Stefano Arienti

DatA

Mostre a Lugano: le opere geniali di Stefano Arienti

stefano_arienti

di Daniela Bozzani

Io ho cercato in questi anni di dimostrare che si può fare arte, poeticamente, con un gesto minimo. Che quel gesto lì, anche un poco ottuso e magari ripetitivo è cruciale.
Stefano Arienti è così, poetico sempre, anche nel quotidiano con quella lievità che lo accompagna, anche nei gesti minimi che introducono alle sue opere geniali, anche nella genialità di quel minimo comporsi di tracce diverse. Materiali poveri quasi sempre, ma rivissuti in modo grandioso quando riempiono una stanza con eteree pennellate di susino rosso. O quando la foto del Duomo di Milano si scompone in ritagli pazientemente ricuciti in un ricamo urbano, oppure ancora quando i palazzi di Portofino, ritagliati e ricomposti, creano l’illusione di una Portofino irreale. L’immenso archivio dell’artista, solitamente ripiegato in scatole e cassetti, arrotolato e avvolto come un antico corredo, in questa mostra antologica ha trovato il giusto respiro per esporsi. Per ritagliarsi spazi all’interno della magnifica casa-galleria, che Diego Cassina mette a disposizione di artisti importanti e dei fortunati frequentatori delle sue sale.
La dimensione di questo spazio casalingo si sposa magnificamente con l’economia dei mezzi che caratterizza l’opera di Arienti, quella modestia dei gesti e dei supporti di cui parla Alessandro Rabottini, critico e curatore d’arte della GAMeC di Bergamo. Sin dai suoi esordi all’inizio degli anni novanta, Arienti sembra essersi limitato a fare qualcosa di più simile in apparenza a un esercizio didattico per bambini, che a un atto di pura creazione, scegliendo immagini già esistenti da ricalcare o manipolare. Immagini tagliate e ricucite, immagini traforate, lavorate con silicone o plastilina. Immagini ingigantite seguendo le emozioni di un momento, di un pensiero improvviso, guardando la maquette delle montagne biellesi, o gli alberi di un bosco virtuale. È l’arte delle cose che ama, che siano capolavori del passato o immagini pescate su Internet, oggetti negletti o considerati banali, a cui restituire dignità. Perché è lo sguardo con cui si guardano a fare la differenza. Accogliere e trasformare per aprire l’immaginazione all’arte.

Info utili

Cosa: Stefano Arienti “Susino rosso”
Dove: PRIMOPIANO, Via Curti 1 Lugano | t +41 91 9212075 | mob +41 79 4442111
Quando: fino al 31 gennaio 2016
Ingresso: Su appuntamento da fissare telefonicamente

Link: Art Advisory

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

 

POTREBBE INTERESSARTI

Articoli
Correlati