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Gommoni su Palazzo Strozzi: una surreale mostra dedicata ai profughi

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Gommoni su Palazzo Strozzi: una surreale mostra dedicata ai profughi

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di Francesca Spanò | @francynefertiti

L’obiettivo di una installazione non è solo incuriosire, ma catturare il cuore e l’attenzione. Rimanere impressa nella mente e lanciare un messaggio tanto profondo, che nessuna parola sarebbe in grado di spiegare meglio. Più o meno il fine ultimo della mostra di Ai Weiwei a Firenze, che farà del surreale un suo motivo d’essere. Sì perché, tanto per cominciare, sulla sua facciata ci saranno 18 gommoni dei profughi.

Si tratta dei primi dettagli che trapelano sull’evento dedicato al celebre artista cinese, nella storica location dal 22 settembre 2016 al 22 gennaio 2017.

I dettagli del progetto

Nel palazzo saranno sistemati 18 gommoni di salvataggio arancioni, che troveranno uno spazio speciale: saranno ancorati alle finestre. Ovviamente non si tratterà dell’unico elemento peculiare, ma di sicuro quello d’effetto immediato.  Questo grande protagonista dell’arte contemporanea, dunque, è deciso a lasciare un segno nel nostro Paese e ad attirare moltissimi visitatori nel periodo dell’allestimento.

Per Firenze dal canto suo, la scelta non è casuale. Culla di storia e capolavori artistici immortali, affianca a tali tesori nuove forte d’arte. E non è la prima volta. Nei mesi scorsi, infatti, ha dato spazio a personaggi noti come Jeff Koons e Jan Fabre. Gli stessi che sono autori di installazioni e performance che hanno fatto balzare la città agli onori della cronaca.

Curiosità

Quella dedicata a questo personaggio sarà una prima grande retrospettiva a metà tra storia italiana e passato di un controverso artista. Lo stesso che con le sue creazioni e il suo impegno sociale e politico, ha più volte creato scalpore.

I gommoni, ad esempio, fanno proprio parte di questo suo impegno civile, che già all’inizio dell’anno lo avevano portato a creare una installazione sulla  facciata della Konzerthaus di Berlino utilizzando circa 14mila giubbotti di salvataggio arancioni.

Nel cortile, invece, ci sarà Refraction, monumentale ala metallica del peso di oltre cinque tonnellate realizzata con pannelli solari tibetani. Il significato profondo è quello della “costrizione e della negazione della libertà”. A curare l’iniziativa Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

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